Un racconto per immagini

L'omicidio Matteotti

Ripercorriamo attraverso foto esclusive dell'epoca e pagine di giornali di quei giorni la drammatica vicenda di Giacomo Matteotti, rapito e ucciso da alcuni sicari fascisti. Eletto alla Camera nel 1919, nel 1921 e nel 1924, matura lentamente uno spirito antifascista senza nessun tipo di cedimento. Nel 1922 viene anche eletto segretario del Partito Socialista unitario.

Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. 


Questo è uno stralcio del discorso tenuto alla Camera da Matteotti il 30 maggio 1924, con il quale cerca di denunciare i brogli organizzati dai fascisti nelle recenti elezioni. Gli sarà fatale, infatti pochi giorni dopo, il 10 giugno, a Roma viene picchiato e rapito da alcuni uomini. Di lui non si saprà più nulla fino a due mesi dopo, quando il 16 agosto viene ritrovato il cadavere in un bosco. La sua morte provoca una grave crisi politica e parlamentare che si conclude con il discorso alla Camera di Mussolini del 3 gennaio 1925, nel quale si assume le responsabilità di quanto accaduto. I rapitori verranno inizialmente processati, attribuite pene minori e rilasciati in breve tempo. Nuovamente messi sotto processo nel 1947, saranno condannati questa volta con pene più pesanti.