Fabbrica

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Uno spettacolo di Ascanio Celestini

Fabbrica
Fra cronaca e leggenda, Fabbrica di Ascanio Celestini è un lungo viaggio nella storia di uno dei luoghi simbolo di tutto un secolo: la fabbrica, cuore e laboratorio di epocali cambiamenti sociali, ambientali, culturali.

Ricordare significa disporre delle immagini nell'orizzonte dello sguardo, poi le parole vengono spontaneamente. Questa breve regola, dettata dalla semplicità di uno spirito quasi francescano,  guida il lavoro e gli spettacoli di Ascanio Celestini. Inventore di racconti teatrali, evocatore di passati, contafiabe, Celestini scolpisce la Storia con le parole. E da artigiano, trae dal patrimonio di memorie di una comunità o di un luogo, quei bellissimi racconti d'autore che sono i suoi spettacoli.

Dopo Radio Clandestina  eccolo di nuovo a raccogliere i fili di un'attività che lo ha portato in giro per l'Italia, assieme ai suoi due musicisti, Matteo D'Agostino e Gianluca Zammarelli. Hanno ascoltato la gente. Hanno trascritto le storie che sentivano raccontare. Le hanno montate ora in un nuovo testo che mette assieme vite di operai e epica di fabbrica e affronta in una maniera al tempo stesso antica e contemporanea il tema, ancora oggi cruciale, del lavoro.

La fabbrica di una volta aveva bisogno di operai d'acciaio: i loro nomi erano Libero, o Guerriero. L'età di mezzo ha conosciuto l'aristocrazia operaia delle maestranze anarchiche, o comuniste. L'età contemporanea progetta a una fabbrica senza operai. Dal cottimo ottocentesco all'articolo 18, un grande affresco del lavoro in Italia, raccontato con la semplicità con cui si narrano le fiabe.

Cara madre vi scrivo questa lettera che è l’ultima lettera che vi scrivo. Ve n’ho scritta una al giorno per tanti anni. Voi mi dicevate scrivi scrivi  e io ho scritto per più di cinquant’anni. Una lettera al giorno per cinquant’anni. Solo una volta non vi scrissi, cara madre, e voi mi diceste perché non hai scritto? che io vi dissi che non avevo potuto scrivere per via dell’ospedale. Ché avevo avuto la disgrazia e non ho scritto. Mi diceste prima o poi me la scrivi questa lettera? Ché mica puoi saltarmi proprio un giorno nel mentre che mi hai sempre scritto tutti i giorni. Io vi dissi che sì, che prima o poi ve la scrivevo la lettera. E mo’, adesso ve la scrivo la lettera che manca. È passato più di cinquanta anni e adesso ve la scrivo. Fate conto che oggi è il 17 di marzo di quel 1949 che non vi ho scritto la lettera di quel giorno. E io riprendo il filo dal giorno prima. Dal 16 marzo.Cara madre il 16 di marzo di quel ’49 è il primo giorno che entro in fabbrica…

. "Il mio lavoro  è nato dalle suggestioni che mi incuteva mia nonna, col suo repertorio di storie di streghe e di fatture ambientate nella zona del lago di Bracciano. Quando ho scoperto che certi elementi del suo universo ricorrevano pure nella tradizione europea, ho finito per incantarmi e ho cominciato ad avere un serio interesse per tutta la materia. Da là è cominciato il mio  mestiere d'arte orale."
Ascanio Celestini