Luigi Pirandello e il nichilismo

Intervista a Roberto Gigliucci

La voce di Luigi Pirandello è una voce che disturba, che non trasmette tranquillità. E' una voce che nasce biograficamente nel caos e che produce a sua volta caos.

Roberto Gigliucci, docente di Letteratura italiana all'Università La Sapienza di Roma, ripercorre le vicende biografiche di Luigi Pirandello, fra la pazzia della moglie e le accuse di incesto, il tentativo di suicidio della figlia, per ravvisare nel caos il campo di interesse peculiare di Pirandello. Dietro al carattere individuale, dietro al sè - spiega Gigliucci - secondo Pirandello esisterebbe una nicchia vuota. Al posto di un io compatto esiste una serie di elementi frantumati che ogni uomo cerca di tenere insieme. In questo Pirandello si avvicina a una visione distruttiva e a-politica che lo rende uno degli autori più controversi dal punto di vista politico.

L'unica salvezza dal caos- secondo Pirandello - è nel creare, nel produrre, nell'essere artista. Non esiste altra salvezza nella vita


Luigi Pirandello nasce nel 1867 ad Agrigento da una famiglia borghese di agiate condizioni. Dopo il liceo si iscrive all’Università di Palermo, poi alla facoltà di lettere a Roma e successivamente si trasferisce all’Università di Bonn, in Germania, dove nel 1891 si laurea in filologia romanza. Dal 1892 si trasferisce a Roma e si dedica completamente alla letteratura. Nel 1893 scrive il suo primo romanzo, L’esclusa, e nel 1894 pubblica una prima raccolta di racconti, Amori senza amore. Nello stesso anno sposa ad Agrigento Maria Antonietta Portulano. Nel 1896 scrive la sua prima commedia, Il Nibbio. Dal 1908 diventa docente di ruolo presso l’Istituto Superiore di Magistero di Roma. Nel frattempo pubblica saggi e articoli su varie riviste, tra cui il “Marzocco”. Nel 1903, a causa di un allagamento della miniera di zolfo in cui il padre aveva investito, avviene il dissesto economico della famiglia di Pirandello. A questa notizia la moglie ha una crisi che sprofonda in follia. Perse le rendite, Pirandello è costretto ad intensificare la produzione di novelle e romanzi (1904-1915). Scrive inoltre soggetti per film per l’industria cinematografica. Dal 1910 Pirandello ha il primo contatto con il teatro, rappresentando Lumìe di Sicilia e La morsa. Dal 1915 la produzione teatrale si infittisce: tra il 1916 e il 1918 scrive Pensaci Giacomino!, Loilà, Così è (se vi pare), Il piacere dell’onestà, Il giuoco delle parti. Dal 1920 il teatro di Pirandello inizia ad avere un enorme successo: del 1921 sono i Sei personaggi in cerca di autore, che rivoluzionano il linguaggio drammatico. I drammi pirandelliani vengono rappresentati in tutto il mondo, e Pirandello segue le compagnie in Europa e in America. Dal 1925 assume da direzione del Teatro d’arte a Roma. Si iscrive al partito fascista, così da avere appoggi da parte del regime. Negli ultimi anni di vita Pirandello si dedica alla pubblicazione delle sue opere: Novelle per un anno (novelle) e Maschere nude (teatro). Nel 1934 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Si ammala di polmonite e muore nel 1936, lasciando incompiuto I giganti della montagna.