Conversazioni di teatro con Umberto Orsini

Un grande attore e il suo mondo

 “A causa di una programmazione troppo anticipata, i teatri tengono in cartellone spettacoli di non elevata qualità, togliendo quelli qualitativamente superiori”: non è il caso di La resistibile ascesa di Arturo Ui, di Bertold Brecht, interpretato magistralmente, e da ben tre anni, da Umberto Orsini, ospite di questa settimana dQuesta è la mia vita

La discussione affronta subito la questione dei “numeri” del cinema rispetto a quelli del teatro, l’attore chiarisce subito la propria posizione, negando la supremazia del primo sul secondo, affermando che spesso i cinema sono vuoti, mentre i teatri pieni, che il pubblico teatrale è affezionato, al contrario di Londra o Parigi , in città come Roma, si tende a frequentare sempre lo stesso teatro, un posto che si sceglie, tanto che si potrebbe “fare una tournée dentro Roma”. 

Trai suoi progetti futuri c’è sicuramente uno spettacolo tratto da Dostoevskij, che sta preparando anche in omaggio alle persone che ricordano nostalgicamente la sua interpretazione di Ivan nei Fratelli Karamazov, e la continua collaborazione con Gabriele Lavia, al quale è legato da una grande amicizia, priva della rivalità che potrebbe esserci tra due grandi primi attori.
 

Ai giovani aspiranti attori che gli chiedono consigli su come intraprendere questa strada, Umberto Orsini risponde domandando “se cominciare”, ovvero se c’è una passione, se si è consapevoli di cosa li aspetti  da quello che definisce un non mestiere, in tutto simile alla vita, in cui ci si sacrifica molto, spesso senza riconoscimento.