Conversazioni di teatro con Manuela Kustermann
Le tappe fondamentali di una carriera da attrice e regista
L’ospite della puntata di Questa è la mia vita è Manuela Kustermann. Seguiremo le tappe fondamentali della sua carriera da attrice e da regista analizzando in particolare i due momenti nodali del suo percorso formativo e artistico: gli inizi con Carmelo Bene e l’esperienza ventennale con Gianfranco Nanni.
Il racconto della Kustermann si ferma con devozione e rammarico sulla figura del maestro mai dimenticato, il Carmelo Bene rigoroso e paterno al tempo stesso da cui l’attrice avrebbe voluto prendere di più, avrebbe voluto imparare più di quanto l’età troppo giovane le permettesse.
L’esperienza lunga e intensa con Nanni si traduce nel teatro La Fede e nel teatro Il Vascello esperimenti di grandissimo valore non solo per il successo artistico che le avrebbero assicurato ma anche e soprattutto per il modo di fare teatro, un teatro dai pochi mezzi, dalla grande passione e dalla massima serietà organizzativa.
L’esperienza con Nanni diventa il topic attraverso il quale fornire consigli alle nuove generazioni: per la Kustermann c’è solo un consiglio per giovani: “crederci”; andare avanti con i propri mezzi anche se pochi e spesso inadatti.
La puntata, attraverso le parole dell’attrice, indugia sul gap generazionale tra il teatro degli anni Sessanta e Settanta e quello dei nostri giorni. Gli elementi di distanza sono numerosi, molteplici: dalla diffrazione notevole tra la generazione di attori odierna e quella passata, alla cecità delle politiche delle istituzioni.
Il problema però, come conferma la Kustermann, è il pubblico: “prima la partecipazione emotiva era più forte. Era una collettività che insieme partecipava a questa grande nuova scoperta del teatro d’avanguardia”; oggi invece si assisterebbe a uno “sfilacciamento” insanabile tra il pubblico e il teatro.