Handel secondo l' Eko International Dance Project

Uno spettacolo tra danza e musica classica

Affascinato dal potente oratorio barocco Messiah di Georg Friedrich Haendel, il coreografo Paolo Mohovich crea uno spettacolo che trae ispirazione dalla ricerca fatta su quest’opera che si è sviluppata su più fronti: da quello musicale, legato essenzialmente alla partitura e alle sue atmosfere cangianti, a quello architettonico, scultoreo e pittorico legati all’arte rinascimentale e barocca con i suoi volumi, il vigore plastico, il gusto dominante per gli effetti prospettici e i chiaroscuri fortemente accentuati e quello spirituale presente nei versetti biblici selezionati da Charles Jennes.

Il gesto e la forma, in questo eccezionale ambiente sonoro, sono il mezzo espressivo attraverso il quale i diciotto  danzatori di Eko Dance International Project descrivono, in una scena scarna, le dinamiche prodotte da queste fonti di ispirazione. L’oratorio Messiah è incentrato sulla figura di Gesù Cristo, trait d’union tra l’umano e il divino, simbolo della ricerca della spiritualità e della necessità per l’uomo di raggiungere la perfezione dell’armonia, ricerca che nel tempo ha influenzato lo spirito di molti artisti. La creazione artistica nasceva infatti in risposta a un urgenza spirituale e all’assillo conoscitivo alimentato dalle nuove scoperte scientifiche che fornivano una nuova visione del cosmo: dilatazione e deformazione dello spazio e nuova iconografía dell’universo.
 

"Abbiamo un poco lavorato come se si trattasse di descrivere un affresco, quindi non con una storia precisa, con dei personaggi espliciti, ma come se fosse la visione di un affresco in cui uno vede delle figure e a poco a poco distingue che queste figure possono essere il tale o il tale altro personaggio"
Paolo Mohovi


Nella creazione di questa coreografia, Paolo Mohovich ha fatto riferimento all’esigenza spirituale come elemento imponente caratterizzante tutta la partitura di quest’opera di Haendel. La coreografia, della durata di settanta minuti, utilizza dell’Oratorio alcuni brani che danno allo spettacolo atmosfere dinamiche date dal continuo evolversi dei vari quadri, che evocano senza raccontare e dove il linguaggio del corpo e l’ispirazione musicale si fondono per coinvolgere ed avvolgere lo spettatore nei variegati stati d’animo profondamente contrastanti che caratterizzano l’oratorio. Non ci sono narrazioni né descrizioni dei versetti biblici, ma allusioni simboliche che conducono a un’atmosfera sospesa tra finito e infinito, tra umano e divino, tra sogno e realtà.