Rivediamoli: Mariangela Melato

Dal programma "Rivediamoli"

Sembrava che tutto le riuscisse facile, si può fare diceva sempre anche se si trattava di diventare un animale preistorico. In realtà tutto le costava enormi sacrifici, sangue dolore e lacrime; lo sapevamo noi che le  eravamo vicini ma lei non lo diceva mai a nessuno: era l' immagine della giocondità.
Renzo Arbore

Cosi' Renzo Arbore ricordava Mariangela Melato, divenuta attrice quasi per caso, lei che il giorno in cui ha fatto il primo provino non aveva mai messo piede in un teatro. Aveva però, come racconta in questa puntata di Rivediamoli condotto da Pino Strabioli, un grande bisogno di esprimersi e scoprì ben presto che sul palcoscenico si sentiva  più a suo agio di quanto non le accadesse nella vita, sentendosi meglio come attrice che come persona.

La grande interprete affonta argomenti importanti come l' idea di tempo a teatro, sia per chi recita che per il pubblico e la responsbilità di chi fa il suo esaltante ma sempre faticoso e difficile mestiere che richiede una passione davvero totalizzante.

La Melato ricorda poi alcuni dei grandi maestri con cui ha lavorato, come ad esempio Giorgio Strehler, di cui apprezzava la scrupolosità tanto quanto la musicalità ed il senso del ritmo; opppure Luchino Visconti e la sua capacità di insegnare la verità delle cose che si fanno in scena o infine Vitttorio De Sica con la sua simpatia, fascino e semplicità. Non manca un omaggio a Dario Fo, che ha insegnato alla Melato che il teatro è fatto soprattutto di movimento e che la parola viene di conseguenza; la cosa più importante è come ci si muove e dunque il gesto è molto più importante della parola.

L' attrice racconta poi la sua predilezione per il lavoro di gruppo, non ama infatti recitare da sola perchè dagli altri si ha sempre da imparare qualcosa e preferisce lavorare con altre  persone che credono in quello che fanno e combattono insieme, senza litigare, per le cose che stanno facendo. Il palcoscenico, inoltre, l' ha aiutata a vincere la timidezza che la frenava da bambina e fare teatro è stata quasi una scommessa o una cura contro il suo essere timida.

Il ritratto si conclude con una intervista insieme a Massimo Ranieri alll' epoca in cui  interpretarono insieme Filumena Marturano del grande Eduardo. Per convincere la Melato, che già in passato aveva rifiutato quel ruolo sentendosi inadatta in quanto milanese, Ranieri le dice che avrebbero recitato in italiano e non in napoletano; poi piano piano, provando e riprovando il testo, l'italiano di Mariangela  è diventato, senza che lei se ne accorgesse, napoletano.