Quando Macario e la Carrà non sparavano sul reverendo

Due grandi personalità in una spassosa commedia

Due grandi personaggi dello spettacolo italiano, tanti bravi attori attorno a  loro, una divertente commedia: ecco Non sparate al reverendo. Siamo nel 1967 quando Faele e Torti scrivono questo gustoso testo che andrà in scena con la regia di Carletto Sposito e Gino Pagnani e le coreografie di Gino Landi.

Si tratta di una spassosa riscrittura dei "Promessi sposi" ed il protagonista è un Don Abbondio dei giorni nostri, un parroco  piemontese che viene trasferito d' autorità passando  dal piccolo paese di Rocchetta Tanaro nell' altrettanto piccola Pergusa, in Sicilia. Per Don Garibaldo è l'inizio dei guai; in paese, infatti,  molti sono invaghiti di Lucia, una bella, esuberante ed anticonformista ragazza in minigonna interpretata da Raffaella Carrà. Tra i protagonisti non manca ovviamente Renzo che vuole sposare la ragazza  al più presto, ed un Don Rodrigo locale con tanto di immancabile avvocaticchio che vuole impedire le nozze. Naturalmente , come accade nel capolavoro manzoniano, il matrimonio si farà ed il prete capirà che tutto il mondo è paese e che ovunque esistono i buoni ed i cattivi riconciliandosi con la sua nuova destinazione ed i suoi abitanti.

Il mio paesello no, non ha particolarità, se chiedi a De Agostini dove sta, risponde mah
Vi sono solo poche cose, riunite in poche case, non ha molte pretese, si però è il mio paese.