Recitare per vocazione
Iaia Forte
E' un ' attrice davvero versatile e poliedrica, Iaia Forte. Ha fatto teatro, cinema, televsione,radio, dimostrando sempre un carisma ed un talento che l' hanno fatta conoscere ed apprezzare a pubblici anche diversi tra loro. Chi dunque meglio di lei poteva raccontarci cosa significa essere un attore e come si fa a diventarlo ?
La nostra chiaccherata parte dagli esordi, con la frequentazione del Centro Sperimentale di Fotografia, scelto perchè offriva borse di studio agli studenti ed arriva a quelle esperienze, spesso collettive, che l' hanno condotta a lavorare con storici gruppi teatrali, come Teatri Uniti di Mario Martone e Toni Servillo, ma anche con grandi protagonisti della scena teatrale italiana come Carlo Cecchi, Federico Tiezzi e Luca Ronconi. Tutti lavori che le hanno permesso non solo di vivere il teatro come esperienza comunitaria, ma anche di "conoscersi attraverso lo sguardo dell' altro" e di "sorprendere te stesso attraverso i diversi sguardi dei registi".
La Forte ci ha poi spiegato cosa differenzi il recitare al cinema dal farlo in teatro, con però un minimo comune denominatore che è il corpo, perchè non mente ed è vero, come diceva Loius Jouvet, che "nel mestiere dell' attore tutto è sospetto tranne il corpo" e così la voce che da esso non può mai essere disgiunta.
Infine l' attrice napoletana ci ha spiegato che la componente più importante del suo mestiere è l' immaginazione che è "il territorio più prezioso per un attore", perchè da essa parte la creatività e dunque è necessario alimentarla "leggendo grandi libri, guardando grandi quadri, ascoltando buona musica " contribuendo così' a definire l' aura, cioè per un attore " l' aspetto più seducente, che passa malgrado te"
La nostra chiaccherata parte dagli esordi, con la frequentazione del Centro Sperimentale di Fotografia, scelto perchè offriva borse di studio agli studenti ed arriva a quelle esperienze, spesso collettive, che l' hanno condotta a lavorare con storici gruppi teatrali, come Teatri Uniti di Mario Martone e Toni Servillo, ma anche con grandi protagonisti della scena teatrale italiana come Carlo Cecchi, Federico Tiezzi e Luca Ronconi. Tutti lavori che le hanno permesso non solo di vivere il teatro come esperienza comunitaria, ma anche di "conoscersi attraverso lo sguardo dell' altro" e di "sorprendere te stesso attraverso i diversi sguardi dei registi".
La Forte ci ha poi spiegato cosa differenzi il recitare al cinema dal farlo in teatro, con però un minimo comune denominatore che è il corpo, perchè non mente ed è vero, come diceva Loius Jouvet, che "nel mestiere dell' attore tutto è sospetto tranne il corpo" e così la voce che da esso non può mai essere disgiunta.
Infine l' attrice napoletana ci ha spiegato che la componente più importante del suo mestiere è l' immaginazione che è "il territorio più prezioso per un attore", perchè da essa parte la creatività e dunque è necessario alimentarla "leggendo grandi libri, guardando grandi quadri, ascoltando buona musica " contribuendo così' a definire l' aura, cioè per un attore " l' aspetto più seducente, che passa malgrado te"