Dante (e le donne)

Lella Costa ed il sommo poeta

Pochi classici sono altrettanto classici della Divina Commedia e del suo autore, Dante Alighieri. E pochi, probabilmente, sono altrettanto difficili da mettere  in scena su un palcoscenico teatrale. Incuriosisce dunque l' impresa in cui hanno deciso di cimentarsi Gabriele Vacis come regista e Lella Costa come attrice con il loro spettacolo Intelletto d' amore che è un viaggio nel capolavoro dantesco visto da una angolazione molto particolare e cioè quella del rapporto tra Dante e le donne.

Nella Divina Commedia i personaggi femminili non sono molti. Ma quelli che ci sono, sono determinanti. Basti dire che ad accompagnare Dante nel paradiso è una donna: Beatrice. Scelta coraggiosa, perché la donna, in questo modo, assume un ruolo sacerdotale, guida spirituale che precede un uomo nel cammino verso la salvezza. Uno scandalo per il medioevo del sommo poeta. Ma anche oggi, in fondo.

Il racconto scritto da Gabriele Vacis e Lella Costa sceglie alcune tra le donne di Dante e le fa parlare direttamente al pubblico, in modo confidenziale, da prospettive “insolite”.
Naturalmente c’è Beatrice, e  poi  Francesca e ci sarà anche Taibe, la prostituta delle Malebolge ed infine  Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli, che spiega come si convive con l’ideale amoroso di tuo marito, se non sei tu. La narrazione delle protagoniste della vita artistica e privata del poeta si muove tra gioco e ironia, tenendosi sempre fedele al vero storico e alla larga dalla parodia.

Ma come presentare al pubblico di oggi, specialmente quello più giovane, Dante ed il suo poema ? Come regolarsi con una lingua certamente magnifica, ma molto lontana da quella che parliamo oggi ? E lo stesso discorso vale per i personaggi e le storie che il fiorentino ci racconta. Insomma, con tutto il dovuto rispetto, ha ancora senso portare in scena certi autori e certe opere? Si dice che  un classico sia tale perché non smette mai di dirci quello che ha da dire, ma questi testi continuano a parlarci o sono ormai "datati" dunque in qualche  modo, superati, non più attuali ?  

Questo abbiamo chiesto alla Costa, incontrata nel romano Teatro Vittoria, che ci ha risposto con sincerità, intelligenza, garbo ed ironia .