Tieste

La tragedia di Seneca, che ha ispirato Shakespeare, e la sua fosca attualità

Le tragedie di Seneca sono le sole opere tragiche latine arrivate a noi in forma non frammentaria, e costituiscono quindi una testimonianza preziosa sia di un intero genere letterario, sia  del teatro latino tragico. Le tragedie ritenute autentiche sono nove, forse destinate soprattutto alla lettura, il che non eslude che venissero messe in scena. Alle diverse vicende  fa da sfondo una realtà dai toni cupi e atroci, conferendo al conflitto fra bene e male  una portata universale. Un' importanza particolare ha la figura del tiranno sanguinario che desidera solo il  potere, non conosce moderazione o clemenza, ed è  tormentato dalla paura e dall'angoscia. 

 In queste opere Seneca racconta infatti di uccisioni (anche all'interno del gruppo familiare o a danno di amici),  incesti e parracidi, di cerimonie sacrificali e di atrocità d'ogni genere, di crisi d'ira e gesti incontrollabili, di atti di cannibalismo, e di azioni nefaste, di insane passioni e di un uso folle e spregiudicato dellaviolenza. Nelle tragedie senechiane dominano insomma incontrastati l'irrazionale e il Male.

Non fa certo eccezione Tieste, una tragedia raramente rappresentata, alla quale, per le tue tinte fosche, si ispirò Shakespeare nel Titus Andronicus e in Amleto. Il testo affronta tema della vendetta e dell’inganno, rappresentando un connubio perfetto tra il potere e il male.

La vicenda ruota attorno alla vendetta di Atreo nei confronti del fratello Tieste che, tempo prima, ha cercato con l’inganno di sottrargli il regno e di sedurre la moglie. Il legittimo re riuscirà a sventare le macchinazioni del fratello e a salvaguardare il trono, ma non dimenticherà il tradimento: fingendo una riconciliazione, inviterà Tieste a Palazzo e, dopo averne ucciso i figli, offrirà al padre un empio banchetto. 

E' una tragedia senza catarsi e non offre alcuna redenzione ai personaggi che perdono ogni umanità, dimostrando come violenza e disprezzo per la vita umana siano determinate dal potere e dalla storia, che si ripete in modo inesorabile, non risparmiando nessuno.

Non è ovviamente facile proporre al pubblico di oggi un testo davvero spietato ed in apparenza molto lontano dai tempi in cui viviamo, ma noi siamo andati al Teatro Arcobaleno di Roma, dove veniva messo in scena dal regista Giuseppe Argirò, con protagonista una colonna del teatro italiano, un attore dal raro eclettismo come Giuseppe Pambieri che ci ha spiegato come Tieste sembri scritto ieri