Fabrizio Sinisi, Il prodigio
L'esordio narrativo di un giovane drammaturgo tra i più apprezzati
Ora però Sinisi ha appena pubblicato, per Mondadori, il suo primo e speriamo non ultimo, romanzo, dal titolo Il prodigio. Un testo che brilla per coraggiosa originalità tematica, una lingua sapientissima ed una profonda riflessione morale sul mondo in cui viviamo. Lo sguardo di Sinisi su ciò che racconta non è mai saccente ma anzi grottesco, sarcastico, empatico.
Una notte nel cielo di una grande città italiana compare un volto dai contorni rozzi come lo disegnerebbe un bambino. Quando i cittadini si svegliano, guardano in alto e rimangono sbigottiti. Compreso Luca, il giovane prete a cui è affidato il racconto di questa storia. Don Luca è un prete mondano e carismatico: scrive libri di successo, è ospite fisso di un programma tv, i suoi corsi all’università sono sempre pieni. Ed è innamorato di Marta, una ragazza tormentata e inafferrabile. All’inizio il faccione viene visto con simpatia e curiosità, le sue foto riempiono i feed dei social, poi – mano a mano che i giorni passano e il Volto resta – subentra lo smarrimento: cosa significa quel segno nel cielo? Sarà un fenomeno meteorologico? Un happening artistico, un messaggio in codice, il segnale di una guerra chimica imminente? Supposizioni e ipotesi si moltiplicano, ma quella che fa più presa sulle masse è che si tratti di un evento misterico: un prodigio, la manifestazione di un dio. I primi miracoli e le prime guarigioni portentose non tardano ad arrivare. Luca non sa cosa dire ai suoi fedeli, che desiderano ardentemente credere e pretendono che la Chiesa si pronunci. Anche il sindaco è preoccupato: l’afflusso di pellegrini e turisti che vogliono vedere il Volto è inarrestabile, c’è gente accampata ovunque, mantenere l’ordine pubblico è impossibile. Nello strano caos metafisico in cui la città è sprofondata, si formano movimenti, fazioni, sette, ed emergono nuovi leader: su tutti, un giovane e magnetico asceta transgender che inneggia a una rivoluzione spirituale collettiva. Travolto da quest’onda di fanatismo e ossessionato dall’improvvisa sparizione di Marta, Luca sente la sua fede sfaldarsi, ma comincia a intravedere un modo nuovo, nudo e vertiginoso, di aprirsi al mistero.
Preti che fino al mese prima erano stati sempre mansueti come colombe, fedeli senza ombre al voto di obbedienza, si ribellarono al vescovo e dall’alto degli amboni, davanti a folle febbricitanti, pronunciarono contro di lui vibranti invettive da predicatori del deserto. Già la mattina dopo, ognuno in testa alla sua comunità come condottieri di piccoli eserciti privati, si presentarono fuori dal palazzo della diocesi, dove suor Maria Calenda aveva organizzato un presidio. Suor Maria, detta l’Ugola degli Angeli, l’anno prima aveva vinto un reality per cantanti non professionisti ed era diventata famosissima. Per mesi il vescovo aveva provato a spostarla fuori città, quella popolarità non gli piaceva, ma non immaginava che – per furore santo ma anche, dissero i maligni, per vendetta – se la sarebbe ritrovata sotto le sue finestre con un megafono in mano a urlargli: “Santissima Eminenza / hai perso ogni decenza” e a mostrare a favore di telecamera il gesto eloquente di lavarsi le mani in un bacile.
Fabrizio Sinisi è nato a Barletta nel 1987. Drammaturgo e poeta, è attualmente dramaturg della Compagnia Lombardi-Tiezzi e consulente artistico del Centro Teatrale Bresciano. I suoi lavori sono tradotti e rappresentati in oltre quindici paesi. Ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui la menzione dell’American Playwrights Project, il premio Testori per la Letteratura e il premio Nazionale dei Critici di Teatro. Collabora con il quotidiano “Domani”. Il prodigio è il suo primo romanzo.