Save The Date racconta Torinodanza 2025 Dance First

Tutto il meglio del festival

Save The Date racconta Torinodanza 2025, che dal 5 settembre al 5 ottobre ha portato a Torino una selezione di importanti compagnie di danza italiane e straniere. Diretta da Anna Cremonini, e inserita nella programmazione del Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale, la rassegna ha toccato diversi luoghi della città, dal centro alla periferia, portando sul territorio 32 rappresentazioni, tra cui un’anteprima mondiale, 7 prime nazionali, 6 coproduzioni, laboratori, masterclass e 15 compagnie con artisti provenienti da 11 nazioni.

L’edizione di quest’anno, dal titolo Dance First, ha presentato una veste rinnovata: in compagnia della Direttrice artistica Anna Cremonini, scopriamo una varietà di generi e forme, con un approccio dinamico e inclusivo, e una forte volontà di sostenere la danza italiana, facendo di Torino uno dei luoghi di prestigio della danza contemporanea.

L’artista israeliana Sharon Eyal ha inaugurato il Festival con lo spettacolo Delay the Sadness (Rimandare la tristezza), frutto di una residenza in provincia di Asti e di una cooperazione internazionale, lavoro che evoca il delicato equilibrio delle emozioni e i modi in cui le attraversiamo.

Focus per la prima volta a Torino sulle danze urbane, con il collettivo FAIR-E di Saïdo Lehlouh, artista emerso a fine anni ’90 sulla scena b-boying parigina, elaborando una visione nuova della break dance.

Altra presenza inedita a Torino: Rambert, tra le più note compagnie britanniche, con il repertorio (LA)HORDE, collettivo francese che si distingue per un linguaggio libero, anticonvenzionale e contemporaneo. Lo spettacolo presentato è Bring your Own. Intervista al ballerino Alessio Corallo.

Il programma internazionale prosegue con la prima nazionale dello spettacolo À la carte di Ioannis Mandafounis, artista di origine greca con una lunga esperienza di danzatore nella Dresden Frankfurt Dance Company, di cui è l’attuale direttore artistico. Lo spettacolo crea un punto di incontro tra l'ensemble e il pubblico, creando una coreografia dal vivo sul palco.

Altro debutto, lo spettacolo Nyumbani. Il mio corpo è la mia matria, della compagnia indipendente Descendants, composta da italiani afro discendenti, fondata e guidata da Carlos Kamizele, ballerino e coreografo congolese nato a Kinshasa e arrivato in Italia a sette anni, dove ha iniziato a ballare all’età di quattordici anni. Nyumbani, una parola swahili che significa casa, evoca lo smarrimento provocato dal mancato riconoscimento delle proprie radici.