Giorno della Memoria: due densi giorni alla Casa delle Storie di Reggio Emilia a cura del Teatro dell'Orsa

Giorno della Memoria: due densi giorni alla Casa delle Storie di Reggio Emilia a cura del Teatro dell'Orsa

In programma lo storico spettacolo Vivere ancora. Voci dal filo spinato

19 Gen 2022 > 23 Gen 2022
 Giorno della Memoria: due densi giorni alla Casa delle Storie di Reggio Emilia a cura del Teatro dell'Orsa

«Cosa facevate voi bambini ad Auschwitz, giocavate?» «Giocare? Avevamo sete. E paura di morire. Ecco tutto, tutto quel che è stato»: Monica Morini e Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa citano un frammento di Vivere ancora. Voci dal filo spinato, spettacolo che in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria sarà in scena sabato 22 e domenica 23 gennaio alla Casa delle Storie di Reggio Emilia nell’ambito di una densa due giorni dedicata al rapporto tra memoria, presente e futuro che vedrà in programma, inoltre, concerti, installazioni, cortometraggi, incontri con autori ed esperti d’arte contemporanea e consigli di lettura.

Un progetto culturale di ampio respiro, composto da proposte diverse, rivolte a persone di ogni età, accomunate dalla tensione a rendere vivo e pulsante il ricordo delle vittime di ieri e di oggi.

Sono in programma un affondo nella musica kletzmer (a cura di Gaetano Nenna, accompagnato alla fisarmonica da Lorenzo Munari) intrecciato a un’indagine su come l’arte visiva contemporanea indaghi il tema della memoria e dei diritti umani (in collaborazione con la Fondazione Maramotti), l’installazione visuale e sonora La notte, dall’omonimo romanzo di Elie Wiesel (opere di Franco Tanzi, adattamento del testo, regia e interpretazione Bernardino Bonzani, musiche originali Gaetano Nenna), un dialogo con l’illustratrice Sonia Marialuce Possentini a partire dal suo struggente La fioraia di Sarajevo e Pagine di memoria: storie, consigli di lettura e visioni di cortometraggi internazionali a tema, a cura del Teatro dell’Orsa in collaborazione con il Reggio Film Festival.

E, in doppia replica, l’intenso spettacolo Vivere ancora. Voci dal filo spinato: «Gli scritti di Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento, ci hanno ispirato nel lavoro di ricerca. Con la Segre condividiamo l’urgenza della memoria in un tempo che cancella tracce del passato e rimuove la pari dignità di ogni essere umano. Le sue parole ci spingono verso la memoria viva del nostro tempo. La Segre ha affermato: “Porterò avanti finché avrò forza e voce il mio ruolo in un mondo in cui, purtroppo, si riaffacciano quegli orrori di cui io son stata testimone. Perché non diventino solo cenere nel vento di Auschwitz tutte le persone che non hanno avuto la tomba: in un tempo crudele come questo, quando il mare si chiude su decine di migliaia di esseri umani che rimangono senza nome". Il teatro è un rito antico che ci guarda negli occhi, ci interroga, ci chiama a vivere responsabilmente il presente, sapendo da dove veniamo: ricordare non basta, fra cinquant’anni faremo sulle sponde del Mediterraneo i nuovi Viaggi della Memoria».

Lo spettacolo, intessuto delle testimonianze di Etty Hillesum, Ruth Kluger, Primo Levi, Elisa Springer, Peter Weiss e Elie Wiesel è scritto, diretto e interpretato da Bernardino Bonzani e Monica Morini, accompagnati al pianoforte da Gaetano Nenna: «Vivere ancora. Voci dal filo spinato è un racconto a due voci che si rafforza con intensi momenti musicali dal vivo» spiegano gli autori «Le foto d’epoca amplificano visivamente la narrazione, traducono le parole in immagini, in un’eco che è anche fisica. Un percorso nella memoria, dai quaderni, dai diari, dalle tracce degli scritti, di donne e uomini sopravvissuti o meno all’inferno dei campi di concentramento. Sono parole e tormenti, sono domande».

Vivere ancora. Voci dal filo spinato si avvale della collaborazione artistica e vocale di Antonella Talamonti e della collaborazione alla drammaturgia di Annamaria Gozzi.

Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/.