Passage / Paysage

Danza e musica si uniscono in un rapporto di reciproca amplificazione da cui può svilupparsi un immaginario in costante evoluzione. Il suono è in grado di evocare immagini che vengono tradotte in movimento che, come in un gioco di specchi, viene riflesso cambiando prospettiva e senso. La coreografia si sviluppa in due quadri intitolati Passage e Paysage: passage è uno stretto corridoio in cui il limite diventa forza attraverso un duetto di corpi femminili continuamente interrotto da un ritmo ripetitivo incessante, da frequenze basse e suoni concreti. I due corpi si intersecano sottolineando le intenzioni delle due danzatrici di volersi incontrare o di ritrarre se stesse nella forma dell’altra senza mai pienamente riuscirci. La difficoltà di trovare un equilibrio stabile riflette il ritmo sincopato e ripetitivo. Ogni tentativo di incontro genera un non sense, un circuito straniante che mette chi guarda in una condizione di imprevedibilità e di fascino. Solo nel quadro finale intitolato Paysage (paesaggio) la ripetizione diventa una forma di cambiamento e i due corpi in scena divengono uno l'alter ego dell’altro. La narrazione sonora tramite una combinazione ciclica di immagini si fa interprete di come vede il mondo o lo vorrebbe vedere.