Torna Play dei Kataklò

In tournée in Italia dopo quasi dieci anni di tour mondiali di grande successo

11 Feb 2019 > 31 Mar 2019
Il  nuovo spettacolo di Kataklò, Athletic Dance Theatre dal titolo Play. Giulia Staccioli, fondatrice e coreografa della compagnia, racconta la genesi del progetto.
 
Play, uno dei più grandi successi internazionali della compagnia Kataklò, torna a grande richiesta in tournée in Italia dopo quasi dieci anni di tour mondiali di grande successo. L’inconfondibile stile visionario della coreografa Giulia Staccioli, fondatrice e coreografa della compagnia dal 1995, è al centro di questo show-simbolo della compagnia.

Appositamente ideato nel 2008 per rappresentare l’Italia alle Olimpiadi della Cultura di Pechino su invito del Ministero della Cultura cinese, con l’alto patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, dell’Istituto Italiano di Cultura e dell’Ambasciata italiana, nell’estate 2010,  Play è stato protagonista di un lungo e applaudito tour in Brasile, mentre nel 2012 e nel 2017 ha conquistato il pubblico e la critica del Nord Europa e della Germania, per tornare di nuovo in Brasile nell’estate 2016 in occasione delle Olimpiadi di Rio.

Play è un racconto di sport, sono tante cartoline di sport diversi, di discipline diverse ambientate in epoche e in luoghi che meglio rappresentano quello che è il pensiero di quello che volevo raccontare di quello sport.
Giulia Staccioli

 

Play è stato definito “una scossa dell’anima”. Strutturato in quadri, ha la capacità di inghiottire lo spettatore in un incantesimo ipnotico e immaginifico. Intuizioni geniali alludono al mondo acquatico di creature fantastiche che guizzano come sirene immerse in atmosfere lunari. I sette performer in scena giocano a costruire storie attraverso oggetti di uso comune che diventano strumenti per sperimentazioni beffarde o drammatiche: biciclette, una porta da calcio, una racchetta da tennis, palloni, occhiali e scarponi da sci, affreschi di sport che pulsano nel nero del palcoscenico ed esplodono in mille forme e colori.

Cartoline di sport da luoghi ed epoche lontani, immagini e suoni che rimangono nella memoria. I corpi dei danzatori giocano e creano, sfidano e sperimentano. L’uomo viene visto attraverso i propri stessi limiti. Il traguardo raggiunto è una meta sudata, il podio una conferma della passione e della dedizione.

Dalla creatività sensibile ed ironica della coreografa scaturiscono visioni e variazioni capaci di cogliere nuove sfumature di discipline finalmente libere dalla tensione della competizione; un’entusiasmante alchimia – ottenuta grazie all’uso di un linguaggio semplice e universalmente comprensibile – tra l’energia dirompente del gesto atletico e l’armoniosa intensità della danza.