La Muta di Raffaello Sanzio restaurata dall'Opificio delle Pietre Dure

Recupero e manutenzione di un capolavoro

Nella notte tra il 5 e 6 febbraio del 1975, La Muta di Raffaello Sanzio, che si trovava al Palazzo Ducale di Urbino dal 1927, venne trafugata insieme alla Madonna di Senigallia e alla Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca. Fortunatamente, dopo poco più di un anno, in una delle camere di un Hotel di Locarno in Svizzera, tutte e tre le opere vennero recuperate dai Carabinieri.  
Francesca Ciani Passeri e Patrizia Ritano della direzione tecnica e restauro pittorico dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ci illustrano le indagini e il restauro effettuato sull'opera dal suo arrivo, avvenuto nel 2014. Tra le indagini realizzate, la radiografia ha reso visibile una situzione di degrado, dovuta all'attacco di insetti che hanno provocato una serie di fori e gallerie su tutto il dipinto. Il quadro è stato quindi sottoposto ad un trattamento di disinfestazione. Si è poi passati alla riflettografia che, grazie all'uso di uno scenner, è stata in grado di restituire immagini a più lunghezza d'onda, confermando che il disegno sotto il colore era diverso dal risultato finale. L'interventio successivo ha previsto la pulitura del dipinto, usando due miscele di solvente supportati da un'emulsione cerosa, indispensabile per non far migrare i solventi all'interno degli strati pittorici.