L'arte fenomenale di Olafur Eliasson

Olafur Eliasson è celebre per i suoi progetti artistici su larga scala, presentati in musei ma anche in spazi pubblici. Inoltre ha ideato numerose installazioni architettoniche in tutto il mondo. L’artista, per metà danese e per metà islandese, vive e lavora tra Copenhagen e Berlino. Qui, nel 1995, ha fondato lo Studio Olafur Eliasson, in cui un team - composto da un centinaio di artigiani, architetti, storici dell’arte, archivisti, programmatori, amministratori, tecnici scientifici e cuochi - lo assiste nella realizzazione dei suoi lavori altamente sperimentali. Una volontà di sperimentare evidente se si pensa, ad esempio, all’evocazione dei cambiamenti meteorologici ricostruiti nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra (The Weather Project, 2003), alle quattro cascate che scrosciavano in pieno East River a New York (New York City Waterfalls, 2008), o al viaggio cosmico proposto alla Fondation Louis Vuitton a Parigi (Contact, 2014-2015).
L’arte di Olafur è una ricerca sulla percezione e sul movimento, in relazione allo spazio che ci circonda, sia in termini puramente spaziali che ambientali. I fenomeni naturali sono al centro dei suoi interventi, indagati sia in quanto tali, cioè nel loro aspetto scientifico, sia per la loro influenza sulla vita umana.

Uso gli elementi naturali in vari modi, e il clima mi interessa molto. In particolare cerco un modo per rendere la questione climatica tangibile. Sappiamo tutti che il problema esiste ma non agiamo di conseguenza. Perché allora esiste ancora questa discrepanza? Questo discorso vale anche per me. Olafur Eliasson

L’artista parte proprio dal presupposto di rendere tangibili e comprensibili le leggi fisiche che governano l’Universo. Attraverso un processo di materializzazione percettiva e visiva, Olafur ci fa riflettere sul modo in cui ci relazioniamo con il mondo, proponendoci alcuni strumenti cognitivi e intellettuali per affinare il nostro comportamento nei confronti dell’ambiente.

Mi interessa molto poter stimolare un cambiamento nella percezione e nel comportamento. La percezione teoretica e intellettuale, la conoscenza e i dati sono importanti, ma è altrettanto importante saper trasformare questa conoscenza in strategie concrete di comportamento. Olafur Eliasson

Nel suo lavoro traspare l'attenzione a tematiche etiche e sociali, come nel Green light. An artistic workshop alla 57esima Biennale di Venezia. Altri progetti sottolineano il perdurare di quest’interesse: la sua lampada solare Little Sun (2012), estremamente economica, o il suo progetto Ice Watch (2014), per cui fece arrivare direttamente dall’Islanda dodici enormi blocchi di ghiaccio con i quali invase la piazza del municipio di Copenaghen. Performance ripetuta nel 2015 nella piazza antistante al Pantheon di Parigi.
 
I suoi progetti hanno lo scopo di farci riflettere sui danni ambientali causati dall’uomo, dallo sfruttamento delle risorse naturali, dalle industrie e dall’inquinamento. L’arte diventa così un veicolo privilegiato, metafora visibile per sensibilizzare ad una condotta più ecosostenibile per il pianeta. Immergersi dentro un’installazione aggiunge una forte componente esperienziale individuale ai suoi lavori. In Riverbed del 2014-2015 al Louisiana Museum in Danimarca, il visitatore si è trovato di colpo calato in un paesaggio naturale roccioso, attraversato da un corso d’acqua. Alla Reggia di Versailles nel 2016, Eliasson ha creato molte installazioni site-specific immersive, tra cui cascate e banchi di nebbia. Molte sue opere richiedono una partecipazione attiva del visitatore che diventa, di conseguenza, parte integrante dell’esperienza artistica.