Rachele Maistrello

Fotografare l'invisibile

La storia dell’arte, la cultura pop, il fiabesco, il surreale. Universi estranei si intrecciano nelle fotografie di Rachele Maistrello, impegnata in una ricerca che attraversa generi tradizionali, come il ritratto, e livelli di realtà diversi, in un progressivo slittamento di senso dell'immagine.

Uno degli elementi distintivi del lavoro sullo statuto della fotografia portato avanti da Rachele Maistrello, è l’attenzione al rapporto tra sfondo e figura attraverso la pratica del camouflage e attraverso l’introduzione di elementi realizzati per le scene, quasi installazione site specific, come le sagome. Dispositivi che rinviano ad una riflessione sulla percezione del tempo e sul valore della memoria:


La memoria è importante ed è importante come la memoria si trasforma nel presente, come l’idea del futuro cambia anche l’idea del passato, come si trasforma il tempo all’interno della nostra mente. Questo continuo studio di forme e figure di come si possano intrecciare è anche un modo per riflettere sull’idea di tempo e su come il tempo possa essere raccontato o essere trattato all’interno di una fotografia.

Tra i progetti realizzati dalla fotografa veneta: Arcadia, Stella Maris e Once were warrior, il tentativo di mettere in scena le contraddizioni, le aspirazioni e le radici di una teenager veneta che sembra vivere in due universi sovrapposti e, vestendosi come il personaggio di un manga, assume ogni volta identità lontanissime.
Con Beyond Reasonable Evidence (Aldilà di ogni ragionevole evidenza), la fotografa entra nei musei utilizzando un criterio del tutto arbitrario per guardare alla storia dell’arte e dare nuovi chiavi concettuali nella lettura dell’immagine.  

Rachele Maistrello, nata nel 1986, si forma tra lo IUAV di Venezia, L’ENSBA di Parigi e lo ZHDK di Zurigo. Ha esposto in spazi pubblici e privati, in Italia e in Europa. Nel 2014 è vincitrice del premio internazionale Handle With Care, grazie a cui realizza l’opera d’arte pubblica The History Within per la città di Lubiana, una riflessione sull’uso delle immagini e sul loro potere di cambiare di segno nel tempo. Nel 2015 vince il primo premio nella sezione fotografia del Premio Combat e ottiene la menzione della giuria al Premio Fabbri.
Foto in copertina: The Island, 2016