Da simbolo del degrado a museo - gioiello
A Ravenna il nuovo museo Classis
Da luogo esecrato come simbolo di degrado sociale a biglietto da visita di Ravenna e della sua illustre storia antica.
Accade all’area dell’ex Zuccherificio di Classe, a pochi passi dalla Basilica di Sant’Apollinare, tra i massimi tesori di Ravenna.
Qui, nei primi decenni del secolo scorso, 600 operai trasformavano tonnellate di barbabietole in montagne di zucchero che, per nave e ferrovia, raggiungevano l’Italia e l’Europa. Poi il declino, e nel 1982 la chiusura. E, con l’abbandono della produzione, i grandi fabbricati divennero ricettacolo di ogni emarginazione.
"Quando voglio capire l' Italia, prendo un treno e vado a Ravenna"
Arnaldo Momigliano
Data agli anni ’90 l’idea di trasformare un enorme problema in una fondamentale risorsa per il futuro di Ravenna ed ora finalmente vede la luce questo nuvo importante museo che racconta la storia di una delle città più belle che il nostro paese possa vantare. Lungo la Linea del tempo, che caratterizza tutto l’allestimento, vengono scandite le diverse epoche che interessarono Ravenna e il suo territorio: le origini etrusco-umbre, l’antichità romana, la fase gota, l’età bizantina, l’alto Medioevo.
La linea del tempo ha naturalmente negli oltre 600 reperti il perno della narrazione che copre il periodo storico che va dall’epoca preromana all’anno Mille. Alcune volte sono elementi singoli di particolare valore e importanza ad avere il ruolo di protagonisti; altre volte sono gruppi ampi di oggetti, come nel caso del porto di Classe, che può essere illustrato ampiamente grazie alle centinaia di reperti rinvenuti negli ultimi scavi. Gli oggetti della vita quotidiana (anfore, ceramiche, monete) trovano uno spazio adeguato, accanto ai materiali più significativi dal punto di vista artistico (statue, mosaici ed altro). In questa maniera è possibile articolare un racconto che consideri tutte le sfere della comunità e le differenti fasce sociali presenti in città e nel territorio..
Una particolare attenzione è dedicata agli apparati didattici ed illustrativi, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altri strumenti. Da notare infine che il museo è contornato da un’oasi verde di 15.0000 mq.