Marisa e Mario Merz al Museo MACRO di Roma

Un forte connubio tra vita quotidiana e creazioni artistiche

Marisa e Mario Merz sono due tra i più significativi protagonisti della storia dell’arte italiana del Novecento. Durante la loro carriera, partita all’interno dell’esperienza dell’Arte Povera, non hanno mai separato la vita quotidiana dalla creazione artistica, all’insegna di un connubio alimentato da una strettissima relazione e un continuo scambio intellettuale, pur nella distinzione netta del proprio lavoro individuale.
Il loro rapporto, durato oltre cinquant’anni, ha permesso la nascita di alcune opere realizzate a quattro mani, come alcuni tavoli di Mario Merz presenti in questa mostra, che dialogano con sculture, teste o installazioni in cera, di Marisa, nel segno di una collaborazione che è stata costante, anche se non sempre dichiarata.

Il nostro lavoro era venuto fuori attraverso la capacità di dire: se c'è un filo elettrico possiamo mettere un filo elettrico dentro l'arte, se c'è un pezzo di vetro possiamo mettere un pezzo di vetro dentro l'arte, se c'è una struttura metallica possiamo mettere una struttra metallica dentro l'arte. Normalmente queste cose erano fuori dall'arte.
Mario Merz

Una mostra del 2016 al Museo MACRO di Via Nizza a Roma a cura di Costantino D’Orazio, Federica Pirani e Claudio Crescentini, celebra la coppia di artisti con una particolare attenzione al legame che hanno stretto con Roma.
La spirale di Mario Merz progettata per i Fori Imperiali nel 2003 è esposta su una parete del MACRO, per la prima volta in quella posizione verticale per cui era stata inizialmente pensata dall’artista.
Roma è protagonista del percorso all’interno del lavoro di Marisa Merz, che tra gli anni Sessanta e Settanta realizza diversi progetti nella Capitale: da mostre personali presso la Galleria L’Attico di Fabio Sargentini (1970 e 1975) all’azione avvenuta presso l’Aeroporto dell’Urbe nel 1970.
L’intera esperienza romana di Marisa Merz è presentata in mostra attraverso una testimonianza fotografica di Claudio Abate, che ne ha documentato le esposizioni e le azioni.
La mostra coinvolge inoltre l’intero orizzonte creativo di Marisa: dai suoi ricami in filo di rame alle sculture in nylon, fino alle installazioni che prevedono l’uso della cera. Il mondo della Merz è scandagliato in ogni sua espressione, nel tentativo di restituire il suo carattere asistematico, eppure estremamente coerente.