Il Museo di Capodimonte

Con Franco Russoli, Bruno Molajoli e Raffaello Causa

La grande Reggia di Capodimonte, situata sull'omonima collina, fu voluta dal Re di Napoli Carlo di Borbone nel 1738 (terminata con Ferdinando II nel 1830), per ospitare il grande patrimonio artistico della madre Elisabetta Farnese. Il palazzo divenne presto museo di attrazione, tappa obbligata del Grand Tour, tanto che nel 1785 fu istituito un orario di apertura per studiosi e artisti; qui fecero tappa Winckelmann, Canova e Goethe.

Con l’arrivo dei francesi a Napoli (1799), il museo fu saccheggiato e la reggia diventò residenza dei nuovi re (1806-1815). Al suo ritorno, Ferdinando IV di Borbone intraprese lavori di ripristino del palazzo, è implementò nuovamente la collezione con altre opere importanti. Nel primo '900 la nobile residenza fu affidata alla famiglia del duca d’Aosta, ramo cadetto di casa Savoia. Con la seconda guerra mondiale, alcuni dei più importanti capolavori furono trafugati dai tedeschi e restituiti a Napoli solo nel 1947.

Ho avuto la fortuna di poter assicurare il palazzo Settecentesco creato da Carlo di Borbone come residenza di caccia estiva - in una bellissima posizione in mezzo al verde di un grande parco - a questa destinazione di museo, non senza contrasti
Bruno Molajoli, 1975

Il progetto di sistemazione del Museo di Capodimonte, attuato nel secondo dopoguerra grazie alla Cassa del Mezzogiorno, inizia nel 1952 con Bruno Molajoli, storico dell'arte che, qui intervistato, racconta come assieme ai colleghi Ferdinando Bologna, Raffaello Causa ed Ezio De Felice, stabilirono la ristrutturazione e l'allestimento museografico. Il progetto è stato a lungo ammirato e preso a modello per modernità e funzionalità. Nel primo piano furono restaurati gli ambienti settecenteschi dell'appartamento reale dei Borboni, con dipinti e oggetti originali; qui trovarono spazio anche i laboratori di conservazione e restauro. Nel secondo, la grezza struttura antica, permise una ristrutturazione adeguata alle esigenze di un moderno museo per dipinti classici, esposti con luce zenitale controllata da un sistema di filtraggio.

Nato per decreto nel 1949, il Museo Nazionale di Capodimonte. fu ufficialmente inaugurato nel 1957. Il moderno approccio espositivo, presentava i dipinti divisi per collezioni storiche, evidenziando così la provenienza, in un percorso cronologico pensato per scuole di pittura, con l'aggiunta di disegni e testi esplicativi di approfondimento.

Nel filmato, girato circa vent'anni dopo l'inaugurazione, appare l'allora direttore Raffaello Causa, illustre esperto di pittura seicentesca napoletana che, dopo aver esposto la drammatica situazione di un Capodimonte allora vuoto, incita a ripensare l'attività di valorizzazione di un moderno museo attraverso strumenti didattici più efficaci. Per  "non spaventare lo spettatore di fronte alle 100 sale" del grande complesso, Causa propone dei percorsi alternativi, "nuclei d'attrazione, o monografici", pensati ad hoc di volta in volta secondo le diverse esigenze. L'originale idea, è oggi attuata da grandi e piccole istituzioni museali italiane e straniere, ma all'epoca …

Naturalmente questo richiede uno staff di servizi tecnici molto più ampio di quello che abbiamo; bisogna tener presente che in Italia non ci sono storici dell'arte. Tutte le opere d'arte della Campania, dislocate in 5 province e più di 20 musei, sono controllate da tre studiosi d'arte, dico tre, siamo solo tre funzionari tecnici e questo è quasi inverosimile, al di sotto dei paesi incivili dell'Africa in via di sviluppo
Raffaello Causa, 1975


Museo e Real Bosco di Capodimonte, Via Miano, 2, 80131  Napoli
SITO UFFICIALE
Rai Web Cultura ringrazia per la collaborazione
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), Museo e Real Bosco di Capodimonte