La Galleria Doria Pamphilj

La collezione dei principi

Galleria Doria Pamphilj è il maggior museo privato italiano che, al costo di un normale biglietto, offre l'apertura quotidiana al pubblico. La galleria, che si autofinanzia, negli ultimi anni oltre a promuovere studi in campo attributivo, ha anche sostenuto importanti restauri, in parte condotti con l'Istituto Centrale.  

La collezione è collocata nelle sedi di Genova e Roma, quest'ultima, la Galleria del palazzo di via del Corso, conserva la maggior parte delle opere d’arte rimaste in possesso della famiglia. Questi capolavori, dal Doppio ritratto di Raffaello alla Salomé di Tiziano, sono derivate dall’eredità Aldobrandini, i discendenti di Clemente VIII che in seguito alla sua devoluzione del Ducato di Ferrara (1598), permise la sottrazione di una quantità enorme di opere rinascimentali appartenute agli Este.
Nel 1647, la giovane vedova Olimpia Aldobrandini, risposata con Camillo Pamphilj, portava in dote l’edificio romano del Corso, presto ingrandito negli spazi interni. La raccolta iniziò ad ampliarsi con acquisizioni e incarichi diretti agli artisti ad opera soprattutto di Camillo.

Entravano capolavori come Riposo durante la fuga in Egitto di Caravaggio, Ritratto di Innocenzo X di Velázquez, Paesaggio con Fuga in Egitto di Annibale Carracci, assieme a tanti altri paesaggi, dal francese Claude Lorrain ai nordici di Peter e Jan Brueghel, un genere allora in auge che conferì alla collezione il primato, assieme a un nucleo di nature morte del primo Settecento.

Dal 1996, tratto distintivo della galleria, diventa l’allestimento riorganizzato secondo il progetto settecentesco, documentato, di Francesco Nicoletti. Nel 1767, il matrimonio di Giovanni Andrea Doria Landi con Leopoldina di Savoia, comportò il primo trasferimento, da Genova a Roma, del ramo familiare dei Doria, che presero alloggio a via del Corso. Nell'occasione, furono nuovamente decorati in stile Rococò appartamenti e soffitti dei saloni di rappresentanza; oggi questi locali custodiscono il meglio delle collezioni della famiglia.

I criteri di accostamento delle opere, nelle pareti delle diverse stanze, non corrispondono ai moderni allestimenti museali di tipo razionalistico con sequenze di quadri ordinati per scuole o epoche, ma si presentano con abbinamenti centrati sul soggetto e il formato e in più, le tele che ricoprono intere pareti, non sono isolate, bensì addensate come nelle principesche raccolte romane settecentesche.

Nella seconda metà del Settecento, l’arrivo dei Doria da Genova e la fusione delle dinastie, comportarono alcune cessioni delle famiglie Pamphilj che, per diritti ereditari, tolsero alla collezione qualche opera dell'originario nucleo Aldobrandini.
Nell'Ottocento, senza seguire l'intimo carattere della raccolta, furono fatte nuove acquisizioni assecondando l’idea positivista del museo quale luogo di ampia e didascalica raccolta di scuole e periodi dell’arte. Comunque ragguardevoli, entrarono le opere di   Filippo Lippi, Maestro del Borgo alla Collina, Sano di Pietro e Memling, scelte allineate con il nascente interesse dei cosiddetti “primitivi”. In quest'epoca, la galleria vede anche una serie di interventi su progetto dell'architetto Andrea Busiri Vici.


Galleria Doria Pamphilj, Via del Corso, 305, 00186 Roma
SITO UFFICIALE

Rai Web Cultura ringrazia per la collaborazione

Galleria e Trust Doria Pamphilj - Galleria Doria Pamphilj@Amministrazione, Doria Pamphilj srl, Roma