New York e Roma

Una rivista americana sconosciuta appare sui tavoli del bar Rosati

Una rivista americana sconosciuta appare sui tavoli del bar Rosati; quel magazine segna l’inizio di una nuova Era: la Pop Art Americana. Segnali stradali, nuovi cattedrali della viabilità, le insegne delle grandi stazioni di rifornimento. Con un paragone azzardato, il quartiere Eur viene comparato ai grandi quartieri americani. Poco importa quanto sia vero o ardito il confronto, il concetto era comunque arrivato: la pop art americana era sbarcata a Roma. La pop art americana prendeva le cose a prestito, come diceva Andy Warhol, erano opere che esaltavano la società di consumo.

In Italia i riferimenti erano diversi. La cappella sistina, gli obelischi sparsi per la città e molti altri segni di civiltà antiche. C’è un consumo di cultura diverso. Dove gli americani usano la coca cola, dice Festa, gli italiani usano la Gioconda. Gli artisti della Pop Art sono stati importanti perché ciascuno di loro ha rappresentato la risposta italiana alla crisi dell’arte informale. Nessuno tra loro ha accolto passivamente la moda americana, ma l’hanno interpretata partendo dal patrimonio culturale nazionale. La Pop Art non è stata né una critica né un’assimilazione ai valori del consumismo. Solo una nuova consapevolezza.

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