Il Museo Poldi Pezzoli

Con Franco Russoli e Alessandra Mottola Molfino

Dispongo che la mia casa e tutte le opere in essa contenute divengano Fondazione Artistica ad uso e beneficio pubblico in perpetuo colle norme in corso per la Pinacoteca di Brera
Gian Giacomo Poldi Pezzoli, 1871

Aperto al pubblico il 25 aprile del 1881, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, come qui ricorda il museologo e storico dell'arte Franco Russoli (allora Soprintendente delle Gallerie di Milano), rappresenta con il Correr di Venezia, la Wallace Collection di Londra e la Jacquemart-André di Parigi, una delle maggiori raccolte d'arte europee ottocentesche, aperte al pubblico per volere del suo fondatore. Nel testamento, Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879) disponeva che la sua casa-museo diventasse una Fondazione Artistica privata, ad uso pubblico, diretta dall'amico Giuseppe Bertini, allora direttore della Pinacoteca di Brera.
Dal Medioevo al '700, la varietà e ricchezza della raccolta di oltre 5000 oggetti, varia tra pittura, scultura, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, gioielli, porcellane, vetri, mobili, orologi solari e meccanici.

Tutto questo documenta una vita e un ideale di beltà, di bellezza eterna un po' decadente, simbolista e pre-dannunziana, tipica della cultura di Gian Giacomo Poldi Pezzoli
Franco Russoli, 1975

Milanese, di famiglia benestante, Pezzoli cresce fra artisti, letterati e cospicui lasciti da parte di importanti genitori. Maggiorenne, diventa  patriota, sostiene i moti risorgimentali del 1848 e dopo le repressioni austriache, trova rifugio a Lugano. Viaggia in Francia ed Inghilterra, conosce lo sviluppo del collezionismo internazionale ottocentesco, vede la prima Esposizione Universale di Londra, la nascita del Museo Cluny di Parigi dedicato alle arti decorative esposte in una cornice neogotica.

Dal 1849 a Milano, Gian Giacomo avvia il progetto della sua collezione d’arte; acquista preziosissime tavolette di maestri senesi, dipinti di straordinario valore come il famoso Ritratto di giovane dama del Pollaiolo e poi Botticelli, Giovanni Bellini, Mantegna, Piero della Francesca, Tiepolo e Guardi.

Il giovane apre la sua casa a collezionisti, artisti e studiosi, come Otto Mündler, Giovanni Morelli e Charles Eastlake (direttore della National Gallery di Londra), esperti e conoscitori che lo indirizzano nelle aste milanesi e che dibattono su questioni  attributive della sua collezione.

Verso fine '800, l’eclettismo, il revival degli stili e delle tecniche del passato, dettano il gusto per la ristrutturazione della sua casa. I migliori artisti milanesi del tempo, Giuseppe Bertini (1825-1898) e Luigi Scrosati (1815-1869), ricreano spazi come la camera da letto in stile Barocco, l’anticamera in Rocaille francese, la Sala Nera in stile primo Rinascimento e lo studio in stile Trecento.

Purtroppo, con la seconda guerra mondiale, alcune stanze del museo sono scomparse, come l'Armeria in stile Neogotico che raccoglieva una rara collezione di armi antiche, la sua prima grande passione. Questo spazio, è stato reinterpretata nel 2000 dall’artista Arnaldo Pomodoro.
La Fondazione Artistica Poldi Pezzoli ha sempre sostenuto il museo. Negli anni, i suoi numerosissimi amatori hanno contribuito ad arricchirlo con lasciti importanti, come qui racconta la storica dell'arte Alessandra Mottola Molfino, allora direttrice del Poldi Pezzoli.


Museo Poldi Pezzoli, via Alessandro Manzoni 12, 20121 Milano
SITO UFFICIALE
Rai Web Cultura ringrazia per la collaborazione
Fondazione Artistica e Museo Poldi Pezzoli di Milano