Giambattista Piranesi. Sognare il sogno impossibile

Una mostra del 2020 all'Istituto Centrale per la Grafica di Roma

Ho bisogno di produrre grandi idee e sono convinto che se mi fosse commissionato il progetto di un nuovo universo sarei tanto pazzo da accettare la sfida
Gian Battista Piranesi, in Jacques Guillaume Legrand, 1801

La mostra all'Istituto Centrale per la Grafica di Roma, allestita per il terzo centenario di nascita di Giambattista Piranesi (1720-2020), affronta la complessa figura di un artista moderno, la cui geniale produzione eclettica lo proietta, come nessun altro suo contemporaneo, nell'immaginario visivo dell'attualità. Architetto, fondatore del moderno metodo scientifico di indagine archeologica, designer e imprenditore, Piranesi è noto al grande pubblico soprattutto come incisore e nel Settecento, è stato tra i più grandi della storia dell’arte grafica. L'esposizione vuole restituire una rappresentazione a tutto tondo del ruolo dell’artista nella costruzione dell'immagine legata in gran parte al volto settecentesco della città di Roma. 



Il rapporto privilegiato che l’Istituto centrale per la grafica ha con Piranesi, al quale ha dedicato un progetto di studio decennale, si deve principalmente al fatto che tutte le matrici calcografiche incise dall’artista veneziano e bottega in oltre trent’anni di attività, sono conservate nella Calcoteca della quale, costituiscono uno dei nuclei più rappresentativi. Il cospicuo fondo di rami, acquistati per volere di Papa Gregorio XVI dall’editore parigino Firmin Didot, nel dicembre del 1838, conta ben 1191 soggetti dei quali, 964 sono autografi e gli altri incisi dal figlio Francesco ed entrati a far parte, negli anni, della Calcografia Piranesi. L’Istituto inoltre, possiede l’intera raccolta delle stampe dell’artista conservate nelle collezioni della Calcografia e alcune serie di particolare pregio sono presenti anche nelle collezioni del Gabinetto dei Disegni e delle stampe dello stesso Istituto.



La mostra si articola in cinque sezioni che coprono l'intera attività dell'artista a Roma. Dai Capricci e le Carceri, con le architetture fantastiche del primo periodo, alle Antichità Romane, Campo Marzio, le Vedute di Roma e dintorni e quelle di Paestum. Un focus anche su Piranesi designer, sui  Camini, i vasi e candelabri. 

La mostra dell’Istituto celebra l’incisore dedicando ampio spazio alle matrici che esaltano, nella loro unicità, il trionfo del progetto grafico di Piranesi e del suo “sogno impossibile” 

Nelle sale al piano terra del Palazzo, una sezione è stata dedicata alla tecnica incisoria piranesiana, analizzata con metodologie e strumenti messi a punto dal Laboratorio Diagnostico per le Matrici dell'Istituto e attraverso il metodo fotografico RTI (Reflectance Transformation Imaging), applicato alle matrici delle Carceri (in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’architettura, della Sapienza Università di Roma). 
Nella mostra, le matrici sono messe a confronto con stampe, dipinti e disegni, questi ultimi, presenti grazie al prezioso fondo proveniente dalle Gallerie degli Uffizi. Alcuni pezzi archeologici, infine, sono repliche che provengono dalla Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando di Madrid. La poliedrica produzione infatti, si offre così a molteplici piani di lettura, in rapporto con l’antichità, l’architettura, la tecnica costruttiva degli antichi, la sua formazione nella cultura figurativa veneta che maturerà a contatto con la storia romana.


Daniele Pignatelli, Veduta del Castello dell'Acqua Felice

La mostra ospita anche la sezione "Visioni contemporanee", con esposte alcune opere che hanno avuto la loro genesi nelle collezioni dell’Istituto, realizzate da artisti di oggi che riflettono sull’eredità di Piranesi: Gianluca Campigotto, Mario Cresci, Daniele Pignatelli, Michelangelo Pistoletto e Ninì Santoro. Un disegno di Filippo Sassoli reinventa la bottega di Piranesi a Strada Felice e una graphic novel del fumettista Ratigher, ambientata nel Colosseo, vede Piranesi protagonista della storia. 

La mostra è stata curata da Maria Cristina Misiti (dirigente dell’Istituto centrale per la grafica) e Giovanna Scaloni (storica dell’arte dell’Istituto), qui intervistate, ed è stata realizzata in collaborazione con Civita Mostre e Musei. L’allestimento è stato curato da Paolo Martellotti.
Nell'iniziativa, che si avvale di un comitato scientifico internazionale, l’Istituto Centrale per la Grafica ricopre un ruolo fondamentale in quanto è stato individuato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBAC), come ente a capo della Commissione tecnico-scientifica coordinatrice delle iniziative nazionali per le celebrazioni dei trecento anni di Piranesi

La mostra è completata dalla pubblicazione di un libro multimediale con contributi originali su Piranesi, che mettono in luce l’interdisciplinarietà e la versatilità del genio, le sue corrispondenze e applicazioni nei diversi ambiti della cultura di epoca moderna. La pubblicazione del libro sul web, consentirà anche di illustrare ai visitatori virtuali le opere del  percorso espositivo.

L’esposizione è stata realizzata anche grazie al sostegno della Tchoban Foundation di Berlino, che pure ha dedicato la mostra-studio, L’impronta del futuro. Il destino della città di Piranesi, allestita nel Palazzo della Calcografia (Istituto centrale per la grafica) e curata dallo stesso architetto Sergei Tchoban.

Rai Web Cultura ringrazia
Istituto Centrale per la Grafica
Palazzo Poli alla Fontana di Trevi
Mostra dal 15 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021