La Basilica di Nostra Signora Assunta in Carignano

Duecento anni di storie e di artisti

Nel 1548, la famiglia Sauli fece arrivare a Genova l'architetto perugino, di formazione romana, Galeazzo Alessi che incaricò di realizzare, sul colle di Carignano, una grandiosa chiesa gentilizia: la Basilica di Nostra Signora Assunta 

Galeazzo Alessi è l’uomo che rivoluzionerà con il suo linguaggio l’architettura genovese, l'artefice di un irripetibile progetto che porterà alla realizzazione di Strada Nuova. 
Il modello che Alessi utilizza per la Basilica di Nostra Signora Assunta è il grandioso progetto pensato da Bramante per San Pietro in Vaticano: un monumentale edificio a pianta centrale, circondata da quattro grandi campanili e sormontato da una ciclopica cupola, sorretta da poderosi pilastri. Inoltre, il luogo in cui l’edificio viene progettato, è di fatto posizionato in un’area esterna al contesto urbano, fatto che permette ad Alessi di pensare la Basilica in rapporto con lo spazio tipico degli edifici di villa. La chiesa è infatti percorsa, a livello dei tetti e del tamburo della cupola, da inediti e unici camminamenti che permettono di godere una visione straordinaria su Genova e il mare. 


Veduta di Genova dal tetto della Basilica di Nostra Signora Assunta in Carignano

La monumentalità della fabbrica però, rese presto evidente che non sarebbe stato un cantiere dalla rapida esecuzione. Alla morte dell’Alessi, nel 1562, non era stato ancora possibile celebrare al suo interno una messa solenne e per il completamente definitivo della struttura si dovette attendere fino al primo decennio del Seicento. 
Per altro, il progetto originario della chiesa non venne mai perfezionato nella sua interezza, dando origine anche a un detto popolare in lingua genovese: "ese cumme a fabrica de caignan", essere come la Fabbrica di Carignano identifica, ancora oggi, un lavoro impossibile da terminare.
Ma la straordinaria invenzione di Galeazzo Alessi assume la sua più profonda identità una volta varcato il portale della chiesa. Qui tutto è amplificato in un ordine gigante, che quasi annulla qualsiasi elemento decorativo, smaterializzandolo nella purezza dell’intonaco bianco e nella luce che penetra dai grandi finestroni della cupola. 

E proprio ai piedi della cupola, nei quattro giganteschi pilatri che la reggono, si innesta il grande intervento decorativo Barocco che costituisce il secondo importante momento di questo edificio

Negli anni Sessanta del Seicento, lo scultore marsigliese Pierre Puget si trova a Genova per scegliere i migliori marmi da mandare in Francia, dove lavora per il ministro delle finanze del re, Nicolas Fouquet. Mentre si trova in città, Fouquet viene arrestato e incarcerato, fatto che convince il Puget a fermarsi nella Repubblica. È così che Francesco Maria Sauli non perde l’occasione di chiedere al francese, uno dei migliori scultori internazionali allevati alla scuola del Bernini, alcune clamorose opere, le prime in assoluto realizzate nel nuovo linguaggio Barocco a Genova. Dopo alcuni anni di attesa, nel 1668, dall’atelier dello scultore che si trovava in via Balbi, le ciclopiche effigi di San Sebastiano e del Beato Alessandro Sauli vengono, finalmente, portate a Carignano.


Pierre Puget, San Sebastiano,1668, Chiesa di Santa Maria Assunta in Carignano, Genova, statua in marmo, h 4 m ca., dettaglio

San Sebastiano è un conturbante giovane dal corpo abbandonato, sospeso al tronco d’albero dove le frecce del suo plotone d’esecuzione lo hanno raggiunto, pur senza ucciderlo. Puget plasma il blocco di marmo con virtuosismo tecnico, scolpisce una figura morbida e al contempo potente, monumentale e flessuosa, pienamente intessuta dell’estati barocca appresa nella Roma del Seicento. Il Beato Sauli invece, si attorce su se stesso come una fiamma viva, che tende verso l’alto della cupola, nel vorticare delle vesti e nello sguardo dalle orbite vuote, quasi che il fuoco dell’amore divino ne avesse consumato il corpo terreno.

A Puget, che rappresentava allora la vera star della scultura presente a Genova, venne anche richiesto un monumentale baldacchino da porre sotto la cupola della Basilica, concettualmente simile a quello del Bernini in San Pietro

Purtroppo non venne mai realizzato a causa degli ingentissimi costi. Puget inoltre, se ne andrà da Genova lasciando all’Assunta anche due nicchie ancora vuote tra le quattro che si aprono nei pilastri della cupola. A riempirle sarà chiamato prima Filippo Parodi, uno dei migliori scultori genovesi del Seicento, che realizzerà un magnifico San Giovanni Battista (Il San Giovanni Battista di Filippo Parodi) e poi il francese Claude Davide, che eseguirà il San Bartolomeo.
Mentre gli scalpelli di Puget e Parodi si affannano sui grandi blocchi di marmo, tutta la chiesa viene investita dalle scelte artistiche dei Sauli. Grazie a loro vengono acquistate tele di artisti importantissimi a livello nazionale, come l’emiliano Guercino, il romano Carlo Maratta e il lombardo d’adozione Giulio Cesare Procaccini. Arrivano  così anche le eccellenze locali, come Domenico Piola e il Fiasella. Alcuni documenti ritrovati da Lauro Magnani, testimoniano che si mise a contratto perfino l’ormai anziano Rembrandt, intercettato dagli agenti attivi nelle Fiandre per Francesco Maria Sauli.


Interno della Basilica di Nostra Signora Assunta in Carignano, Genova 

Sullo scorcio del Settecento la Basilica è ancora un fervente cantiere: su disegno dello scultore genovese Francesco Maria Schiaffino, il plasticatore lombardo Diego Francesco Carlone realizza circa quaranta sculture monumentali in stucco raffiguranti santi, apostoli e padri della chiesa che dialogano vivacemente dalle grandi nicchie aperte nelle pareti del complesso. 

Nostra Signora Assunta in Carignano, per qualità ed estensione è una chiesa senza pari, un luogo unico e importante, una fucina artistica e culturale che è espressione della più grande, facoltosa e colta società di Genova rinascimentale e poi barocca

La chiesa gentilizia, eretta e decorata nei secoli dalla famiglia Sauli, è un luogo davvero unico, uno straordinario luogo sacro la cui presenza architettonica e il cui sguardo sul territorio, è paragonabile a una raffinata villa gentilizia ed è, al tempo stesso, testimone di alti valori. Un luogo capace di raccontare duecento anni di storia artistica della città di Genova.

Ideazione, contenuti e presentazione video Giacomo Montanari (storico dell'arte)
Cura dei testi Pietro Toso
Riprese, regia e montaggio Lorenzo Zeppa
Fotografie Fabio Bussalino