Titoli di testa per l'Armata Brancaleone

Gianini, Luzzati e Monicelli, 1966

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        L’incontro tra Luzzati e il regista Giulio Gianini (1927-2009) avvenne nella seconda metà degli anni Cinquanta del Novecento, tramite amici comuni come Gianni Polidori, scenografo teatrale e cinematografico (Luzzati racconta Polidori) e Niccolò Ferrari, regista e sceneggiatore ligure. 

        Quando Gianini conobbe Luzzati, gli chiese subito di dipingere un boccascena per un suo prezioso e antico giocattolo di sempre, un teatrino di burattini che il regista animava per parenti e amici. Luzzati non se lo fece ripetere due volte e fu all’insegna del puro divertimento che nacque la loro amicizia e collaborazione

        Gianini coltivava da tempo la passione per i cartoni animati, li aveva sperimentati da giovanissimo con l'amico pittore Gian Berto Vanni (1927-2017) e il regista Citto Maselli. Da anni cercava un artista che potesse creare le immagini dei suoi film animati: Tramite l'amico Vanni, che negli anni Cinquanta si occupò del colore per il film Picasso (1954) di Luciano Emmer, arrivò a chiederlo allo stesso artista spagnolo. 

        Anche Luzzati sentiva da tempo l’esigenza di esprimere in modo più complesso il suo mondo, qualcosa che gli desse la possibilità di riunire la scenografia ai personaggi in un racconto in movimento

        Nel 1957, Gianini e Luzzati si misero al lavoro e con entusiasmo ingenuo e sapiente al tempo stesso, realizzarono la loro prima esperienza, I due guerrieri. Nei due minuti sperimentali, alcune figure metalliche erano mosse da un campo magnetico; l'esperimento, difficoltoso e complesso fu subito abbandonato.
        La ricerca proseguì e presto approdarono alla tecnica della carta ritagliata, nota come découpage, un linguaggio che permise loro di conservare tutta la freschezza del teatro dei burattini e la massima libertà di espressione sia nello stile, sia  nell’uso del colore. 
        Protagonisti i personaggi della Commedia dell’Arte, Arlecchino, Colombina e soprattutto Pulcinella, figura che farà la sua prima apparizione nel 1959 e che li accompagnerà per tutta la loro carriera (Luzzati: da Pulcinella alla Gazza Ladra).
        Nel 1960, realizzano I paladini di Francia, ovvero Il tradimento di Gano di Maganza, loro primo cortometraggio compiuto, tratto da una vicenda del teatro dei Pupi siciliani, narrata con un testo di Luzzati in forma di filastrocca. 

        Il felice esordio racchiude già tutto il percorso artistico di Luzzati e Gianini. La magnifica tavolozza luzzatiana dai colori vivaci e squillanti, le scenografie decisamente teatrali, le figure apparentemente infantili mosse con dinamico fluire da Gianini, ricreavano in poesia il mondo ingenuo e popolare della tradizione dei cantastorie

        L'inedito risultato espressivo, premiato nel 1962 al Festival del Cinema di Animazione ad Annecy, non sfuggiva al regista Mario Monicelli (1915-2010), molto impressionato dall'immaginaria reinvenzione del medioevo fatta dai due autori. Fu così che chiese a Gianini e Luzzati di creare i titoli di testa del suo ultimo film, L’Armata Brancaleone (1966) e in seguito, Brancaleone alle Crociate (1970).

        FOTO DI COPERTINA
        Brancaleone, Emanuele Luzzati, tavola per animazione © Archivio Luzzati
         

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