Casa Museo Hendrik Christian Andersen

Scultore, urbanista, artista visionario coltivò il sogno di una città ideale

Daremo un contributo per stabilire un centro di distribuzione di tutti i prodotti della mente e dello spirito, che non sono politici ma liberi per natura come lo sono l’aria, la luce e il mare. Non solo un centro internazionale d’arte ma di invenzioni, di progresso scientifico e tutto ciò che contribuisce ad organizzare lo sforzo umano in vista del vantaggio per tutti. Un centro in cui uomini e donne di tutto il mondo possano incontrarsi e scambiarsi idee e produzione, unirsi per formare unità di mente, di pensiero, di vita.
Hendrik Christian Andersen

La Casa Museo dello scultore norvegese naturalizzato americano Hendrik Christian Andersen (Bergen, 1872 - Roma, 1940), vissuto a Roma dalla fine dell'Ottocento  ino alla morte, racchiude una vasta collezione di opere, oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni in gesso e bronzo, oltre duecento dipinti e oltre trecento opere grafiche, e si segnala per la sua eccezionalità essendo quasi interamente incentrata attorno all'idea utopica, perseguita per tutta la vita dall'artista, di una grande "Città mondiale", destinata ad essere la sede internazionale di un perenne laboratorio di pensiero nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione, della cultura fisica. Questo progetto che rifetteva le aspirazioni politiche del movimento internazionalista e pacifista della borghesia intellettuale di inizio Novecento, fu perseguito in modo maniacale da H.C. Andersen che lo considerava una vera missione filantropica comprensibile pienamente solo dalle generazioni future. 


Casa Museo Hendrik Christian Andersen, Galleria

L’identità del museo è legata fortemente al temperamento visionario dell’autore, che scelse, come molti americani prima di lui, l'Italia e Roma quale residenza stabile, dopo il periodo dei viaggi e della formazione, per riaffermare la continuità con i valori, con lo spirito antico rintracciabili nella Città Eterna.
L’edificio che ospita il Museo Hendrik Christian Andersen è stato costruito tra il 1922 e il 1925, su disegno dello stesso artista norvegese, nella tipologia della “palazzina con annesso studio di scultura”, poco oltre la Porta del Popolo e, nel 1935, soprelevato di un intero piano con una fascia di pitture allegoriche in stile neorinascimentale. Il Villino stesso viene concepito come spazio aperto alle iniziative di ricerca e sviluppo di un progetto internazionale, quasi un prototipo in miniatura del più grandioso disegno immaginato su scala universale.

Al piano terra, la Galleria - sala di rappresentanza espositiva - e lo Studio - atelier per l’ideazione delle opere e la modellazione delle forme - accolgono le monumentali statue, i busti-ritratto e i disegni-progetto per il World Center of Communication. Tra le testimonianze più significative il complesso scultoreo la Fontana della vita che rappresentava per l’artista il cuore della sua città ideale ed al quale appartiene il nucleo più consistente delle opere esposte.

Le grandi sculture dell’artista norvegese, animate da esuberanza e vitalità, sembrano il manifesto artistico di questi propositi universalistici in cui il maschile e il femminile procedono insieme senza distinzioni, unica possibilità per l’umanità di costruire un futuro migliore.

L’appartamento al primo piano, un tempo abitazione privata, conserva affreschi, arredi e oggetti originali e costituisce uno spazio espositivo sia per le raccolte permanenti di dipinti e disegni custodite nei depositi, sia per mostre temporanee dedicate ai rapporti tra l’Italia e gli artisti stranieri dell'Otto e del Novecento fino alla contemporaneità.


Casa Museo Hendrik Christian Andersen, Galleria

Villa Hélène, dedicata alla madre con la quale Andersen ebbe un legame profondo, viene lasciata dall’artista allo Stato italiano nel 1940 come un'eredità per "tutte le nazioni e i popoli con lo scopo di aiutare gli sforzi concreti verso l'unità mondiale e la fratellanza". E' stata aperta al pubblico nel 1999.