Nel ventre della Domus Aurea: architettura di luce

La riapertura con un nuovo ingresso firmato da Stefano Boeri e una mostra immersiva

Domus Aurea è il suo nome ma aurea non è tanto per l’oro e i materiali preziosi che sicuramente facevano parte di essa, ma aurea era proprio la straordinaria luce di Roma che entrava in maniera abbondante all’interno di questi spazi. Due architetti, Severo e Celere, vengono descritti dalle fonti come machinatores, quasi come creatori di effetti speciali, capaci di manipolare luce, acqua, atmosfera, come se fossero materiale da progettazione e governavano questi spazi in maniera del tutto nuova.
Stefano Borghini, curatore della mostra

La Domus Aurea ha riaperto al pubblico con un percorso di visita del monumento ampliato, ricco di novità, e con una mostra dedicata a Raffaello e alla straordinaria storia della scoperta delle sue superfici affrescate. Il Parco archeologico del Colosseo ha potenziato nel periodo di chiusura i lavori di restauro e di ripristino di spazi in precedenza ingombri da ponteggi che lasciano adesso vedere affreschi prima non visibili. E' stato completamente rinnovato l’impianto di illuminazione. che permetterà di apprezzare non soltanto l’idea della riscoperta del monumento avvenuta nel Quattrocento e nel Cinquecento ma anche l’illuminazione naturale che gli architetti neroniani dovevano aver concepito per questo spazio. Allo stesso tempo, sono state allestite sculture fino ad oggi conservate nei depositi del monumento, contribuendo a celebrare lo sfarzo della residenza di Nerone.



Roma, Domus Aurea. Padiglione di Colle Oppio. Sala 45 (cd. Ninfeo di Ulisse e Polifemo)
Crediti: ©ph ERCO illuminazione

Per questa prima grande mostra all’interno della Domus Aurea è stato realizzato un ingresso dedicato: in una delle gallerie sotterranee originarie delle Terme di Traiano. Lo studio Stefano Boeri Architetti ha progettato una passerella di accesso che dal parco di Colle Oppio si insinua tra le rovine, sfiorandole, fino ad approdare nella Sala Ottagona della Domus Aurea. Una straordinaria opportunità per il visitatore di scoprire le stratificazioni della storia e della bellezza degli ambienti ipogei, ed una linea guida luminosa che accompagna direttamente verso il cuore dell’edificio neroniano.

Quando uno entra nella Domus Aurea oggi, credo che la sensazione e l’emozione di una esperienza spaziale unica sia ancora pesantissima perché si sente il peso di una storia violenta che in qualche modo seppellendo la Domus Aurea l’ha salvata, quindi è una sorta di Pompei nel cuore di Roma ancora in gran parte inesplorata. Stefano Boeri, architetto 

 La mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche, si sviluppa nella Sala Ottagona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti limitrofi accessibili attraverso grandi velari su cui si sviluppa il progetto allestitivo, oltre alle Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca ancora preziosamente affrescate, dove si possono ammirare tracce delle cosiddette “grottesche”. 



Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot. Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot

Intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento, Raffaello (Urbino, 1483 - Roma, 1520) fu il primo artista rinascimentale a comprendere a fondo la logica dei sistemi decorativi della residenza neroniana, riproponendoli organicamente, grazie alle sue profonde competenze antiquarie, in numerosi capolavori ricordati in questa esposizione, multimediale e interattiva, curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa.
Il progetto narra l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea di Nerone. Una storia che comincia intorno al 1480, quando alcuni pittori, tra i primi Pintoricchio, Filippino Lippi e Signorelli, si calano nelle cavità del colle Oppio - definite appunto grotte - per recarsi, a lume di torce, ad ammirare le decorazioni pittoriche, e da allora chiamate “grottesche”, di antichi ambienti romani. Stavano scoprendo, senza ancora saperlo, le rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone celebrato dalle fonti.

In copertina: Nuovo ingresso Domus Aurea, Roma. Stefano Boeri Architetti. Crediti: ph. Lorenzo Masotto