Il Perseo Trionfante di Canova

Un racconto di Barbara Guidi

La storica dell’arte e Direttrice dei Musei Civici di Bassano, Barbara Guidi, focalizza l’importanza del “Perseo trionfante” (Accademia di Belle Arti, Palazzo Fernandez, Palermo), un’opera ricca di significati non solo estetici, esposta nell’ultimo salone della mostra dedicato a “Canova nella Storia”.
“Il Perseo trionfante” e stato concepito da Antonio Canova già a partire dal 1797 e tra il 1800 e il 1801, fu trasposto nel marmo.

L’enorme statua, dapprima destinata alla Repubblica Cisalpina per il nuovo Foro Bonaparte di Milano, venne subito acquistata per 2.000 zecchini da Pio VII Chiaramonti e posta sul piedistallo rimasto vuoto dell'”Apollo del Belvedere”, l’emblema massimo dell’antichità classica che era stato trasferito in Francia con le prime sottrazioni napoleoniche 

Quando l’"Apollo" tornò sul suo piedistallo nel cortile del Museo Pio-Clementino, grazie all’opera diplomatica di Canova, il “Perseo trionfante” sarà trasferito nel nicchione dirimpetto, fra altre due opere dello scultore del periodo giovanile, “Creugante” e “Damosseno” (Creugante e Damosseno i Pugilatori di Canova). 

Canova riceveva così da Pio VII un onore mai tributato a nessun artista vivente, l’essere esposto in quell’eccezionale contesto fino ad allora dedicato solo ai grandi classici

La nudità del “Perseo”, valoroso eroe che ricorda la bellezza degli antichi greci, venne ripresa dalla sottratta statua di “Apollo”; ma Canova reinterpreta il mito restituendo un "Perseo trionfante" con in mano la testa appena tagliata di Medusa, una delle Gorgoni capaci di tramutare in pietra chi l’avesse guardata. La mancante testa di Medusa nel gesso qui esposto è stata sostituita con l’unico esemplare fuso in bronzo da Canova stesso, posto in una teca affianco al Perseo (Testa di Medusa, 1799-1800, bronzo e rame, Museo Civico, Bassano del Grappa). 
L’invenzione straordinaria del mitico “Perseo trionfante” dotato dei sandali alati di Mercurio per spostarsi rapidamente, dell’elmo di Ade per l’invisibilità, dello scudo lucido di Atena e del falcetto, testimonia più di ogni altra opera l’estro di un Canova che studiava e interpretava gli antichi marmi in maniera estremamente moderna ed efficace allo spirito dell’epoca Neoclassica.

FOTO DI COPERTINA
Antonio Canova, Perseo trionfante, inizio XIX secolo, Musei Vaticani