Giuseppe Penone. Gesti Universali

Il dialogo tra Natura e Storia alla Galleria Borghese

Oltre trenta opere realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila in un percorso che attraversa il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise per espandersi nel Giardino dell’Uccelliera ed eccezionalmente nel Giardino della Meridiana: con Giuseppe Penone. Gesti Universali, a cura di Francesco Stocchi, dal 14 marzo al 28 maggio 2023 la Galleria Borghese torna ad aprirsi al contemporaneo creando un flusso osmotico fra la materia organica e le sale interne nonché fra le opere di bronzo e la ricchezza botanica degli esterni, intrecciando un nuovo dialogo tra Natura e Storia.

Con la mostra di Giuseppe Penone concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista e elementi naturali. Il percorso si svolge in maniera significativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo.
Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese

L’esposizione parte dalla ricerca di qualcosa che non è presente negli splendidi spazi della Galleria, offrendo una nuova lettura di quel rapporto tra paesaggio e scultura che la statuaria antica presente nella collezione del museo ci racconta secondo canoni classici.
Giuseppe Penone. Gesti Universali non propone alcun confronto ma presenta opere scelte come “riflesso” rispetto all’ambiente, offrendo un “completamento” di elementi: nelle sale caratterizzate da un tripudio di marmi, sculture e decorazioni – magnifiche rappresentazioni del mondo minerale – Penone aggiunge un innesto organico di foglie, cuoio, legno che col­lega e definisce i due universi. Nei Giardini invece, l’integrazione guarda al mondo dei metalli, con sculture in bronzo che dialogano con la ricca vegetazione circostante, arricchita da circa quaranta nuove piante in vaso chiamate a sorreggere alcune opere. Quelli di Penone non sono interventi di opere disposte per abbellire un luogo, ma piuttosto presentano un’interrogazione sulla scultura, la sua evoluzione storica e il suo carattere di immutata vitalità.



Il percorso espositivo comprende nuclei di opere meno note o iconograficamente poco asso­ciate al lavoro di Penone, come Sguardo vegetale, e altre esposte per la prima volta in gruppi tematici – Soffio di foglie e Respirare l’ombra – inserite nello spazio come presenze autono­me e originali. Nell’assenza di mitologia dei lavori di Penone, la narrazione sposta il suo asse, e il rapporto tra tempo naturale e passato storico dà vita a un nuovo presente incerto.

Questa mostra è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circon­da. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi.
Giuseppe Penone

La mostra Gesti Universali presenta un dialogo che assume la forma di un innesto tra la dimensione minerale, ampiamente presente nella Galleria Borghese, e quella organica che caratterizza l’opera di Penone. Un’interrogazione sulla scultura libera da ogni sensazionali­smo, volta a indagare la rappresentazione della natura in relazione al tempo di un passato storico. Un dialogo di idee e materiali, rispetto a un confronto di forme e simboli, che esprime tutta la vitalità della natura umana e di quella vegetale.” dichiara il curatore della mostra, Francesco Stocchi.

Giuseppe Penone nasce a Garessio, vicino a Cuneo, nel 1947; vive e lavora a Torino. Dopo la formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città, nel 1968 inizia l’attività espositiva ed entra a far parte del gruppo di artisti dell’Arte Povera, con una ricerca incentrata sulla natura e i suoi processi di trasformazione. Per la sua formazione Penone è in quegli anni a Torino, la città della FIAT, che esprime allora la sua più forte identità industriale e dove, non a caso, prendono avvio il movimento studentesco e le proteste dei lavoratori.
Pur studiando all’Accademia, è l’ambiente delle gallerie d’arte che lo stimola maggiormente, mentre sviluppa per reazione al contesto politico e sociale un rifiuto delle tecniche artistiche tradizionali e dei luoghi a esse deputati. Sceglie così di tornare a lavorare nella natura, ed è proprio lo scenario delle Alpi Marittime quello in cui riconosce il suo vero luogo di formazione e di ispirazione, dove è possibile stabilire uno scambio artistico con l’ambiente, un ambiente a cui il soggetto creativo sente di appartenere.
Penone ha presentato azioni, documentate fotograficamente, tese a visualizzare e modificare i processi di crescita naturali (Alpi Marittime, 1968; ciclo degli Alberi, dal 1969; serie dei Gesti vegetali, dal 1984). Anche il corpo umano e le sue relazioni con l’ambiente esterno sono oggetto della ricerca dell’artista, che lavora con fotografie, proiezioni, impronte e calchi di parti anatomiche in vari materiali (Svolgere la propria pelle, dal 1970; Pressione, dal 1974; Palpebre, dal 1978).

In opere successive Penone approfondisce il tema del contatto tra corpo e materia (con la serie dei Soffi, dal 1978), presentando, modificate, ingigantite o elaborate graficamente, parti o impronte del corpo umano (come nelle serie Propagazioni, Terre d’ombra, Anatomie, dalla
metà degli anni novanta). L’albero, che Penone considera “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Degli Alberi Penone realizza negli anni un cospicuo numero di varianti che trovano la loro logica nell’idea di Ripetere il
bosco. Con questo titolo, in alcune mostre, ha accostato Alberi diversi, dallo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1980, al Castello di Rivoli (Torino) nel 1991, o nel 2008 all’Art Gallery of Ontario (AGO) di Toronto.
Le opere di Penone sono state esposte in numerose mostre nazionali e internazionali, accompagnate anche da testi poetici dell’autore. Nel 2007 l’artista rappresenta l’Italia alla 52° Biennale di Venezia; nel 2013 espone nei Giardini della Reggia di Versailles; gli sono state
dedicate mostre personali al Centre Pompidou di Parigi (2004-05, 2022-23), al Rijksmuseum di Amsterdam (2016), alla BNF di Parigi (2021), presso la Frick Collection di New York (Propagazioni: Giuseppe Penone at Sèvres, 2022) e al Philadelphia Museum of Art (2022-23).

Giuseppe Penone. Gesti Universali. Roma, Galleria Borghese
dal 14 marzo al 28 maggio 2023