La Stanza di Ariosto nel Casino Giustiniani Massimo
Un racconto di Michele Di Monte
Lo storico dell’arte Michele di Monte (Funzionario presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini e Galleria Corsini), racconta le vicende storico artistiche della grande Sala dell'Ariosto.
Il marchese Carlo Massimo affidò inizialmente la decorazione della Sala centrale a Julius Schnorr von Carolsfeld (1794-1872), ma nel 1820, a causa della perdurante incertezza del nazareno e del conseguente rallentamento dei lavori, passò l’incarico al pittore, accademico di San Luca, Domenico del Frate (1765-1821).
LA VOLTA E LE LUNETTE
Julius Schnorr von Carolsfeld, Il trionfo di Carlo Magno e dei paladini; Il matrimonio di Ruggiero e Bradamante alla presenza di Carlo Magno (Orlando Furioso, XLVI, 73), volta, riquadro centrale, 1822-1823
Il combattimento di Rinaldo (Orlando Furioso, XXXI; XXXIII; XXXVIII); L’arcangelo Michele; La battaglia di Lipadusa (Orlando Furioso, XL), vele laterali ad ovest, 1823
La battaglia navale di Dudone (Orlando Furioso, XXXIV); La presa di Biserta (Orlando Furioso, XL, 5-36), vele laterali ad est, 1824-1825
Brandimarte e Fiordiligi; b) San Giovanni e Astolfo tornano dalla luna nel carro di Elia con il vaso contenente il senno di Orlando (Orlando Furioso, XXXIV, 47-92); c) Zerbino e Isabella, lunette lato sud, 1823
Marfisa; la maga Melissa tra Alcina e Atlante; Bradamante, lunette lato nord, 1824
Nella complessa ripartizione della volta, delimitata da festoni di lauro chiaramente ispirati alla volta raffaellesca della Loggia della Farnesina, o agli esiti di Correggio nella Camera della Badessa, colpisce l’equilibrato contrasto tra il vibrante impeto delle battaglie dipinte sulle vele e la composta solennità del riquadro centrale e delle due lunette del salone che si fronteggiano.
Nel riquadro centrale del “matrimonio”, Carlo Magno assiso in trono accoglie i due giovani e valorosi sposi, Ruggiero, il paladino destinato a diventare il capostipite degli Estensi e la guerriera Bradamante. Signori e ambasciatori giungono da ogni parte per festeggiare la nuova famiglia reale.
Nelle lunette, sormontate dallo stemma araldico dei Massimo, l’impostazione scenica e l’atmosfera solenne richiamano gli affreschi di Raffaello e in particolare il Parnaso nella Stanza della Segnatura (Musei Vaticani).
LE PARETI
Julius Schnorr von Carolsfeld, Angelica e Medoro (Orlando Furioso, XIX, 18-36); La pazzia di Orlando (Orlando Furioso, XXIII, 121-136; XXIV, 4-14), parete sud, 1825
Agramante e l’esercito dei Saraceni davanti Parigi (Orlando Furioso, XV, 6-7); lato destro: Carlo Magno e l’esercito dei Franchi a Parigi (Orlando Furioso, XV, 8-9), parete ovest, lato sinistro, 1826
Nella caverna di Merlino, Melissa mostra a Bradamante la sua discendenza (Orlando Furioso, III, 21-74), parete nord, lato sinistro, 1926-1827
I guerrieri saraceni: (da sinistra) Ferraù, Mandricardo, Rodomonte, Marsilio, parete est, 1827
L’ampia parete a sud, è dedicata all’idillio amoroso fra Angelica e Medoro e alla pazzia di Orlando, due episodi fondamentali per comprendere l’interpretazione ariostesca di Schnorr. L’ambientazione della scena rimanda al topos della tradizione letteraria classica del locus amoenus che identifica un paesaggio sereno ed ameno, come descritto dall’Ariosto.
Nella parete ovest, sul lato sinistro, il re Agramante circondato dal suo esercito decide di assediare Parigi e di inseguire le truppe di Carlo Magno. Dopo aver forzato una porta della città, il re saraceno si rese conto di aver fatto male i suoi calcoli; infatti, giunto alle porte di Parigi, si trova di fronte Carlo Magno e le sue truppe, visibili sul lato destro della parete.
La porta centrale non intralciò lo svolgersi della narrazione, ma venne utilizzata dal pittore come parte integrante della composizione
Questa funzione venne ulteriormente rafforzata dall’inserimento, sopra l’uscio, del giovane arciere che indica all’esercito cristiano quello che sta accadendo tra le fila dei Saraceni.
Molteplici le citazioni dall’amato Raffaello, soprattutto nelle felici soluzioni adottate dall’artista nello spazio che prelude alla vittoria di Carlo Magno; lo rivelano, in particolare, la giunonica donna di profilo che sale le scale, omaggio al modello dipinto dal maestro urbinate nella stanza dell’Incendio di Borgo (Musei Vaticani) e i personaggi all’interno della loggia. Tra questi, appare un’anziana e scheletrica figura femminile, in evidente allusione alla tipologia dei risorgenti del Giudizio Universale di Michelangelo (Musei Vaticani).
Per i due episodi della parete nord, nonostante la presenza della porta, Schnorr riesce a non spezzare lo svolgimento narrativo. Sul lato sinistro la guerriera Bradamante, dopo alcune peripezie, si ritrova a pregare in una chiesa dove incontra la maga Melissa e Merlino. La scena si sposta poi nella caverna del mago, in primo piano, dove Melissa, posta di spalle e con in mano il libro aperto, mostra a Bradamante la sua discendenza. Sul lato destro il cavaliere pagano Ruggiero, scampato a una furiosa tempesta, fa voto di farsi cristiano e di sposare Bradamante. Infine, l’eremita incontrato per caso sullo scoglio lo battezza e gli predice che sposerà la sorella del paladino Rinaldo, diventando il capostipite degli Estensi.
La parete est, ultima ad essere eseguita nella , raffigura i quattro guerrieri saraceni in uno stile di chiara ispirazione neo-quattrocentesca. L’evidente abbassamento del tono stilistico forse fu dovuto al disinteresse che l’artista iniziò a provare nei confronti del cantiere pittorico dopo la recente morte del committente, il marchese Massimo.
Casino Giustiniani Massimo, Via Matteo Boiardo, n. 16 - Roma
Aperture: martedì e giovedì 09.00-12.00 e 16.00-18.00; domenica 10.00-12.00
Lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, su prenotazione: telefono 06.70495651
APPROFONDIMENTI
Monica Minati, Il Casino Giustiniani Massimo al Laterano, Edizioni Terra Santa, 2014
LE FOTOGRAFIE DEGLI AFFRESCHI sono state gentilmente concesse da Roberto Sigismondi ©
Il marchese Carlo Massimo affidò inizialmente la decorazione della Sala centrale a Julius Schnorr von Carolsfeld (1794-1872), ma nel 1820, a causa della perdurante incertezza del nazareno e del conseguente rallentamento dei lavori, passò l’incarico al pittore, accademico di San Luca, Domenico del Frate (1765-1821).
Da questo momento il pittore iniziò a lavorare con una certa determinazione, come testimoniano i circa cinquanta studi preparatori conservati a Lipsia (Museum der Bildenden Künste), ad un ciclo di affreschi interamente dedicati all'epica del sommo Ludovico Ariosto. In questa Stanza, l’unica dipinta da un solo artista, Schnorr raggiunse esiti molto originali poiché seppe trattare con naturalezza, vigore e sensibilità cromatica gli episodi più lirici e fantastici dell’Orlando Furioso.La presenza di un italiano fu vissuta dai Nazareni come una vera e propria intromissione nella comunità di artisti tedeschi tanto che nel 1821, quando del Frate morì improvvisamente, Schnorr accettò il contratto
LA VOLTA E LE LUNETTE
Julius Schnorr von Carolsfeld, Il trionfo di Carlo Magno e dei paladini; Il matrimonio di Ruggiero e Bradamante alla presenza di Carlo Magno (Orlando Furioso, XLVI, 73), volta, riquadro centrale, 1822-1823
Il combattimento di Rinaldo (Orlando Furioso, XXXI; XXXIII; XXXVIII); L’arcangelo Michele; La battaglia di Lipadusa (Orlando Furioso, XL), vele laterali ad ovest, 1823
La battaglia navale di Dudone (Orlando Furioso, XXXIV); La presa di Biserta (Orlando Furioso, XL, 5-36), vele laterali ad est, 1824-1825
Brandimarte e Fiordiligi; b) San Giovanni e Astolfo tornano dalla luna nel carro di Elia con il vaso contenente il senno di Orlando (Orlando Furioso, XXXIV, 47-92); c) Zerbino e Isabella, lunette lato sud, 1823
Marfisa; la maga Melissa tra Alcina e Atlante; Bradamante, lunette lato nord, 1824
Nella complessa ripartizione della volta, delimitata da festoni di lauro chiaramente ispirati alla volta raffaellesca della Loggia della Farnesina, o agli esiti di Correggio nella Camera della Badessa, colpisce l’equilibrato contrasto tra il vibrante impeto delle battaglie dipinte sulle vele e la composta solennità del riquadro centrale e delle due lunette del salone che si fronteggiano.
Nel riquadro centrale del “matrimonio”, Carlo Magno assiso in trono accoglie i due giovani e valorosi sposi, Ruggiero, il paladino destinato a diventare il capostipite degli Estensi e la guerriera Bradamante. Signori e ambasciatori giungono da ogni parte per festeggiare la nuova famiglia reale.
Le scene raffigurate nelle quattro vele maggiori sono dedicate alle battaglie compiute dai paladini cristiani dell’esercito di Carlo Magno contro gli infedeli. Il soggetto della Battaglia dei sei a Lipadusa, uno degli episodi cruciali del poema, era già stato trattato da Schnorr e in particolare, in un dipinto del 1816 e in un disegno del 1823, entrambi conservati a Brema (Kunsthalle). Rispetto alle altre tre battaglie, in questa vela prevale un andamento narrativo particolarmente sciolto, dove l’armonioso groviglio dei corpi in lotta fra loro rimanda agli esiti del Manierismo tardo cinquecentesco.Nello svolgimento narrativo della composizione, impreziosita dalla cromia tersa e scintillante e dalla dolcezza disegnativa, come mostra la peruginesca coppia di innamorati, rivive l’eco della tradizione del Quattrocento umbro
Nelle lunette, sormontate dallo stemma araldico dei Massimo, l’impostazione scenica e l’atmosfera solenne richiamano gli affreschi di Raffaello e in particolare il Parnaso nella Stanza della Segnatura (Musei Vaticani).
LE PARETI
Julius Schnorr von Carolsfeld, Angelica e Medoro (Orlando Furioso, XIX, 18-36); La pazzia di Orlando (Orlando Furioso, XXIII, 121-136; XXIV, 4-14), parete sud, 1825
Agramante e l’esercito dei Saraceni davanti Parigi (Orlando Furioso, XV, 6-7); lato destro: Carlo Magno e l’esercito dei Franchi a Parigi (Orlando Furioso, XV, 8-9), parete ovest, lato sinistro, 1826
Nella caverna di Merlino, Melissa mostra a Bradamante la sua discendenza (Orlando Furioso, III, 21-74), parete nord, lato sinistro, 1926-1827
I guerrieri saraceni: (da sinistra) Ferraù, Mandricardo, Rodomonte, Marsilio, parete est, 1827
L’ampia parete a sud, è dedicata all’idillio amoroso fra Angelica e Medoro e alla pazzia di Orlando, due episodi fondamentali per comprendere l’interpretazione ariostesca di Schnorr. L’ambientazione della scena rimanda al topos della tradizione letteraria classica del locus amoenus che identifica un paesaggio sereno ed ameno, come descritto dall’Ariosto.
In basso a sinistra, Orlando, il paladino innamorato di Angelica, dopo aver scoperto di trovarsi nel luogo che è stato teatro degli amori della fanciulla e di Medoro, perseguitato dal pensiero dei due amanti, “afflitto e stanco al fin cade ne l’erba” (Orlando Furioso, XXIII, 132). Destatosi in preda a un dolore cieco, avendo perso il senno, si strappa l’armatura, sradica gli alberi e infierisce contro i passanti.In alto, il giovane Medoro, rapito dalla bellezza della fanciulla, la osserva mentre incide i nomi di entrambi sul tronco dell’albero
Nella parete ovest, sul lato sinistro, il re Agramante circondato dal suo esercito decide di assediare Parigi e di inseguire le truppe di Carlo Magno. Dopo aver forzato una porta della città, il re saraceno si rese conto di aver fatto male i suoi calcoli; infatti, giunto alle porte di Parigi, si trova di fronte Carlo Magno e le sue truppe, visibili sul lato destro della parete.
La porta centrale non intralciò lo svolgersi della narrazione, ma venne utilizzata dal pittore come parte integrante della composizione
Questa funzione venne ulteriormente rafforzata dall’inserimento, sopra l’uscio, del giovane arciere che indica all’esercito cristiano quello che sta accadendo tra le fila dei Saraceni.
Molteplici le citazioni dall’amato Raffaello, soprattutto nelle felici soluzioni adottate dall’artista nello spazio che prelude alla vittoria di Carlo Magno; lo rivelano, in particolare, la giunonica donna di profilo che sale le scale, omaggio al modello dipinto dal maestro urbinate nella stanza dell’Incendio di Borgo (Musei Vaticani) e i personaggi all’interno della loggia. Tra questi, appare un’anziana e scheletrica figura femminile, in evidente allusione alla tipologia dei risorgenti del Giudizio Universale di Michelangelo (Musei Vaticani).
Per i due episodi della parete nord, nonostante la presenza della porta, Schnorr riesce a non spezzare lo svolgimento narrativo. Sul lato sinistro la guerriera Bradamante, dopo alcune peripezie, si ritrova a pregare in una chiesa dove incontra la maga Melissa e Merlino. La scena si sposta poi nella caverna del mago, in primo piano, dove Melissa, posta di spalle e con in mano il libro aperto, mostra a Bradamante la sua discendenza. Sul lato destro il cavaliere pagano Ruggiero, scampato a una furiosa tempesta, fa voto di farsi cristiano e di sposare Bradamante. Infine, l’eremita incontrato per caso sullo scoglio lo battezza e gli predice che sposerà la sorella del paladino Rinaldo, diventando il capostipite degli Estensi.
La parete est, ultima ad essere eseguita nella , raffigura i quattro guerrieri saraceni in uno stile di chiara ispirazione neo-quattrocentesca. L’evidente abbassamento del tono stilistico forse fu dovuto al disinteresse che l’artista iniziò a provare nei confronti del cantiere pittorico dopo la recente morte del committente, il marchese Massimo.
Casino Giustiniani Massimo, Via Matteo Boiardo, n. 16 - Roma
Aperture: martedì e giovedì 09.00-12.00 e 16.00-18.00; domenica 10.00-12.00
Lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, su prenotazione: telefono 06.70495651
APPROFONDIMENTI
Monica Minati, Il Casino Giustiniani Massimo al Laterano, Edizioni Terra Santa, 2014
LE FOTOGRAFIE DEGLI AFFRESCHI sono state gentilmente concesse da Roberto Sigismondi ©