Antonio Cederna: i centri storici e le coste italiane
Habitat, 1971
“Habitat" fu uno dei primi programmi Rai dedicati a temi di architettura abitativa e urbanistica, con un approccio anche ambientale su inquinamento e sfruttamento delle risorse terrestri. Ideato e prodotto da Giulio Macchi, l’estratto qui proposto dalla puntata “L’uomo e l’ambiente” (1971) presenta un’intervista ad Antonio Cederna (1921-1996) su temi centrali delle battaglie di Italia Nostra.
In quegli anni, numerosi furono gli interventi dell’associazione di attivisti contro il degrado ambientale di molti centri storici mancanti di un piano urbanistico rispettoso anche del paesaggio verde di cui necessitano le grandi città.
Nel centro Italia, l’intellettuale demoliva il progetto di trasformazione in bacino artificiale del Lago di Bolsena, attorno al quale, la costruzione di una strada avrebbe comportato la distruzione della ricca vegetazione, ma soprattutto, avrebbe messo a serio rischio l’assetto idrogeologico del luogo.
La costa napoletana dei Campi Flegrei rischiava di perdere l’immenso patrimonio archeologico nel mezzo di grattacieli e villette, alcune costruite nel ciglio delle solfatare; questi crateri naturali venivano usati anche come discarica.
FOTO DI COPERTINA
Impianti industriali sulla costa della Toscana
In quegli anni, numerosi furono gli interventi dell’associazione di attivisti contro il degrado ambientale di molti centri storici mancanti di un piano urbanistico rispettoso anche del paesaggio verde di cui necessitano le grandi città.
Cederna torna sul progetto del parco cittadino dell’Appia Antica, un “polmone romano” invaso da abusivismo edilizio (Antonio Cederna, etica e azione); lo stesso problema emergeva anche nel centro storico di Firenze.Pionieristico il focus sulla salvaguardia degli ottomila chilometri di costa di cui, all’epoca, almeno la metà era andata persa sotto l’imperante cementificazione abusiva
Nel centro Italia, l’intellettuale demoliva il progetto di trasformazione in bacino artificiale del Lago di Bolsena, attorno al quale, la costruzione di una strada avrebbe comportato la distruzione della ricca vegetazione, ma soprattutto, avrebbe messo a serio rischio l’assetto idrogeologico del luogo.
La costa napoletana dei Campi Flegrei rischiava di perdere l’immenso patrimonio archeologico nel mezzo di grattacieli e villette, alcune costruite nel ciglio delle solfatare; questi crateri naturali venivano usati anche come discarica.
In provincia di Livorno, nel litorale da Cecina a San Vincenzo, uno dei più antichi di storia etrusca, l’abusivismo edilizio aveva dato il via alla demolizione di dune naturali e di boschi e infine, sbriciolava le spiagge, un territorio demaniale strappato alla comunità. Ma Cederna annunciava anche qualche buona notizia: i sindaci di cinque comuni di questo tratto di costa avevano adottato per primi dei piani regolatori che impedivano di costruire fino a un chilometro dal mare.Il problema è urbanistico e quindi politico
Antonio Cederna
FOTO DI COPERTINA
Impianti industriali sulla costa della Toscana