Il Principe e l'Islam
Leone Caetani e l'Accademia dei Lincei
Leone Caetani di Sermoneta (1869–1935) – principe, orientalista, uomo politico e di cultura, bibliofilo e viaggiatore – continua ancora oggi ad affascinare per la singolare parabola della sua vita e per il rigore scientifico con cui indagò e raccontò l’Islam nella cultura italiana del primo Novecento. La sua figura di uomo e di studioso è al centro di questa mostra, allestita in occasione del centenario della Fondazione Leone Caetani.
Il percorso dell'esposizione si snoda nelle sale storiche della Biblioteca di Palazzo Corsini, dove sono esposti materiali di grande valore storico e artistico, provenienti dalle raccolte dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Tra i manoscritti di provenienza indo-iranica, i più eleganti, si possono riconoscere illustrazioni eseguite da artisti di famose scuole di miniatura e esemplari con coperte laccate, decorate e miniate sontuosamente che vanno ad arricchire copie di importanti testi letterari persiani, già di proprietà di nobiluomini o di esponenti della corte. Alcuni di questi spiccano per la perizia calligrafica, tipica della tradizione araba e islamica, in grado di trascrivere un’intera copia del Corano in un ridottissimo specchio scrittorio. Sono esposti esemplari fino al XIX secolo realizzati con grande eleganza, che mostrano plasticamente il perdurare di queste tecniche di manifattura del codice fino a tempi molto recenti, trasposte anche nei primi esemplari a stampa fabbricati nel mondo islamico.
Il collezionismo di Leone Caetani non si limitò all’area di cultura islamica che pure è prevalente, ma conserva anche alcune testimonianze di una curiosità orientalistica più ampia che spaziava fino all’India e all’Estremo Oriente, tramite volumi acquistati nel corso dei suoi viaggi o da librerie specializzate. Sono proposti alcuni esemplari a cavallo tra differenti culture o realizzati con tecniche e materiali diversi e su supporti scrittori meno familiari al mondo occidentale: xilografie del famoso incisore giapponese Hokusawa, testi su carta di riso, su foglie di palma o su rotoli di pergamena ancora impiegati in tempi moderni, immagini sacre e profane che danno conto della varietà di produzione e di impiego in differenti regioni dell’Asia ma anche dei poliedrici interessi di Leone Caetani che raccolse tale materiale.

Leone Caetani seduto su rovine egizie, 1889
Il viaggio in Egitto nel 1888 fu l’iniziazione di Leone all’Oriente. Regalo di maturità del padre, il viaggio lo portò anche in Grecia, Sinai, Costantinopoli e Balcani.
Nel 1894 Leone partì diretto in Terra santa, Siria, Mesopotamia e Persia. Fu colpito dalla fede viva presente a Gerusalemme ma, seppur non esprimendosi in modo esplicito, furono i musulmani che attirarono maggiormente le sue simpatie. Sfuggendo ai divieti delle autorità locali si spinse anche nelle grotte dove vivevano gli Yezidi, e visitò molti siti archeologici. Nel 1899 Leone partì per l’India e Ceylon per dedicarsi alla caccia di animali esotici al seguito del Duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo di Savoia
L’ultimo viaggio in Oriente lo fece nel 1908 in Egitto, Palestina e Siria per visitare i luoghi delle prime battaglie dell’Islam.

Raccolta poetica, Persia, sec. XVI
Leone fece il suo esordio nel mondo accademico nel settembre 1892 al IX Congresso Internazionale degli Orientalisti tenutosi a Londra. A cavallo del nuovo secolo progettò un grandioso disegno di una opera storica sulle origini dell'Islam, per la quale radunò un’imponente biblioteca specializzata e una collezione di manoscritti di fonti storiche arabe allora inedite. Il primo volume degli Annali dell’Islam fu pubblicato nel 1905, rappresentando una rivelazione inaspettata per l’orientalismo internazionale, grazie alla straordinaria capacità di ricerca messa in campo da un singolo studioso. In seguito, Leone si avvalse del supporto di esperti collaboratori, come Michelangelo Guidi, Giorgio Levi Della Vida e Giuseppe Gabrieli, che contribuirono alla traduzione delle fonti arabe mentre Leone si riservò sempre l’elaborazione e la critica dei materiali raccolti. I successivi nove volumi, suddivisi in dieci tomi e coprendo un periodo di appena quarant’anni dell’Egira (fino alla fine del califfato di Alì, morto nel 661 d.C.), furono pubblicati tra il 1907 e il 1926 a Milano e Roma, ma furono tutti redatti prima del 1915, anno che segnò un punto di svolta nella vita dell’autore.
Proprio in virtù del suo approccio scientifico rigoroso, si oppose fermamente all’impresa coloniale italiana in Libia sottolineando le illusioni della propaganda governativa e la mancanza di conoscenza che la guidava. Ciò gli costò il seggio da deputato e diversi tentativi di infangare la sua immagine sia come patriota sia come studioso cosicché, già trentaseienne, per riscattare il proprio onore scelse di partire volontario allo scoppio della Prima guerra mondiale.
La crisi anche personale che seguì il suo ritorno in patria lo porto a lasciare il paese e gli studi per costruirsi una nuova famiglia in Canada: il regime fascista, che non aveva mai amato le convinzioni socialiste, radicali e anticlericali espresse da Caetani, si avvantaggiò del fatto che questi aveva acquisito la cittadinanza canadese per legittimare la figlia nata dal secondo matrimonio, cosicché nel 1935 lo privò della cittadinanza italiana con conseguentemente decadenza dal suo status di Socio dell'Accademia dei Lincei. Caetani mori in Canada nello stesso anno. L'Accademia lo ha reintegrato per acclamazione nell'adunanza a Classi riunite del 13 marzo 2025, a quasi novant'anni della sua scomparsa.
Dopo l’abbandono e la morte di Leone Caetani, nel Consiglio direttivo della Fondazione si avvicendarono le maggiori personalità dell’orientalismo italiano, tutti Accademici dei Lincei, inizialmente studiosi che erano stati suoi amici o collaboratori. La Fondazione, dopo l’inattività del secondo dopoguerra, ha ripreso slancio cambiando anche nome nel 1970 in Fondazione Leone Caetani e ha assunto lo scopo di promuovere la conoscenza del mondo musulmano mediante conferenze e pubblicazioni, avvalendosi dell’ampia e ricca raccolta orientalistica dell’Accademia a cui è legata. Alla preziosa collezione di Caetani sono stati uniti manoscritti e libri di altra provenienza, dalla collezione del politico risorgimentale Michele Amari (1806-1889), storico degli arabi in Sicilia, ai libri e manoscritti dell’etiopista Carlo Conti Rossini (1872-1949), fino alla biblioteca dell’arabista Francesco Gabrieli (figlio di Giuseppe, poi Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, 1904-1996) ricevuta in dono poco dopo la sua morte e alla corrispondenza personale dell’amico semitista Giorgio Levi della Vida (1886-1967), di cui è in corso l’acquisizione.
Foto di copertina: Poema, Persia sec. XV-XVIII
Il Principe e l'Islam. Leone Caetani e l'Accademia dei Lincei
Roma, Biblioteca Corsiniana - Palazzo Corsini
8 maggio - 29 giugno 2025
Il percorso dell'esposizione si snoda nelle sale storiche della Biblioteca di Palazzo Corsini, dove sono esposti materiali di grande valore storico e artistico, provenienti dalle raccolte dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
La mostra si articola in tre sezioni: la vicenda biografica e accademica di Caetani, inquadrata nella situazione politica e culturale del suo tempo e documentata da fotografie, cimeli e carte d’archivio; la genesi e lo sviluppo della fondazione da lui voluta; una raccolta di manoscritti orientali, rari e miniati, parte della collezione accademica avviata dallo stesso Caetani e arricchita nel tempo dai Lincei. È qui esposta una selezione di manoscritti di gran pregio, sia dal punto di vista della rarità dei testi custoditi – si tratta in alcuni casi di antichi o addirittura primi testimoni di queste opere – sia dal punto di vista della bellezza e qualità artistica del manufatto. La ricchezza dei codici arabi e persiani di Leone Caetani, e più in generale della sua biblioteca orientalistica, è testimoniata anche dai suoi contemporanei ed è stata arricchita nel tempo da altri manoscritti di provenienza nordafricana, turca, yemenita ed etiopica acquisiti nella biblioteca accademica lincea, libri che oggi la Fondazione Leone Caetani ha il compito istituzionale di custodire e valorizzare. Questo primo gruppo di opere esposte presenta esemplari manoscritti dal XIII al XV secolo e include alcuni tra i più antichi manoscritti qui preservati, provenienti da tutta la regione mediorientale e dei più diversi generi: scienza, letteratura, storia, diritto islamico.Leone Caetani fu il primo in Europa ad analizzare le origini della storia islamica esclusivamente attraverso le fonti arabo-islamiche, interpretate con rigore critico e metodo scientifico che ne fecero un giovane ma stimatissimo Socio della Reale Accademia dei Lincei.
Tra i manoscritti di provenienza indo-iranica, i più eleganti, si possono riconoscere illustrazioni eseguite da artisti di famose scuole di miniatura e esemplari con coperte laccate, decorate e miniate sontuosamente che vanno ad arricchire copie di importanti testi letterari persiani, già di proprietà di nobiluomini o di esponenti della corte. Alcuni di questi spiccano per la perizia calligrafica, tipica della tradizione araba e islamica, in grado di trascrivere un’intera copia del Corano in un ridottissimo specchio scrittorio. Sono esposti esemplari fino al XIX secolo realizzati con grande eleganza, che mostrano plasticamente il perdurare di queste tecniche di manifattura del codice fino a tempi molto recenti, trasposte anche nei primi esemplari a stampa fabbricati nel mondo islamico.
Il collezionismo di Leone Caetani non si limitò all’area di cultura islamica che pure è prevalente, ma conserva anche alcune testimonianze di una curiosità orientalistica più ampia che spaziava fino all’India e all’Estremo Oriente, tramite volumi acquistati nel corso dei suoi viaggi o da librerie specializzate. Sono proposti alcuni esemplari a cavallo tra differenti culture o realizzati con tecniche e materiali diversi e su supporti scrittori meno familiari al mondo occidentale: xilografie del famoso incisore giapponese Hokusawa, testi su carta di riso, su foglie di palma o su rotoli di pergamena ancora impiegati in tempi moderni, immagini sacre e profane che danno conto della varietà di produzione e di impiego in differenti regioni dell’Asia ma anche dei poliedrici interessi di Leone Caetani che raccolse tale materiale.

Leone Caetani seduto su rovine egizie, 1889
Leone Caetani, principe di Teano e duca di Sermoneta, nacque a Roma il 12 settembre del 1869. Erede di una delle più illustri famiglie nobiliari italiane, visse immerso in un’atmosfera cosmopolita, poliglotta, laica e ancorato alle radici culturali della sua famiglia, che occupava un ruolo di primo piano tra l’aristocrazia “bianca” romana. Il salotto dei Caetani era frequentato da esploratori, musicisti, esponenti della cultura e della politica di ogni parte d’Europa. Sin dall’inizio della sua formazione, Leone manifestò una forte passione per la storia e per il mondo musulmano che lo portò ad approfondire lo studio delle lingue orientali, in particolare l’arabo e il persiano. Nel 1901, Leone Caetani sposò Vittoria Colonna, figlia di Marcantonio VI Colonna, principe di Paliano.Nel 1935, il regime fascista lo punì per aver acquisito la cittadinanza canadese, revocandogli quella italiana e privandolo conseguentemente anche della sua posizione di socio dei Lincei. L'Accademia lo ha reintegrato per acclamazione nell'adunanza a Classi riunite del 13 marzo 2025, a quasi novant'anni della sua scomparsa.
Il viaggio in Egitto nel 1888 fu l’iniziazione di Leone all’Oriente. Regalo di maturità del padre, il viaggio lo portò anche in Grecia, Sinai, Costantinopoli e Balcani.
Nel 1894 Leone partì diretto in Terra santa, Siria, Mesopotamia e Persia. Fu colpito dalla fede viva presente a Gerusalemme ma, seppur non esprimendosi in modo esplicito, furono i musulmani che attirarono maggiormente le sue simpatie. Sfuggendo ai divieti delle autorità locali si spinse anche nelle grotte dove vivevano gli Yezidi, e visitò molti siti archeologici. Nel 1899 Leone partì per l’India e Ceylon per dedicarsi alla caccia di animali esotici al seguito del Duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo di Savoia
L’ultimo viaggio in Oriente lo fece nel 1908 in Egitto, Palestina e Siria per visitare i luoghi delle prime battaglie dell’Islam.

Raccolta poetica, Persia, sec. XVI
Leone fece il suo esordio nel mondo accademico nel settembre 1892 al IX Congresso Internazionale degli Orientalisti tenutosi a Londra. A cavallo del nuovo secolo progettò un grandioso disegno di una opera storica sulle origini dell'Islam, per la quale radunò un’imponente biblioteca specializzata e una collezione di manoscritti di fonti storiche arabe allora inedite. Il primo volume degli Annali dell’Islam fu pubblicato nel 1905, rappresentando una rivelazione inaspettata per l’orientalismo internazionale, grazie alla straordinaria capacità di ricerca messa in campo da un singolo studioso. In seguito, Leone si avvalse del supporto di esperti collaboratori, come Michelangelo Guidi, Giorgio Levi Della Vida e Giuseppe Gabrieli, che contribuirono alla traduzione delle fonti arabe mentre Leone si riservò sempre l’elaborazione e la critica dei materiali raccolti. I successivi nove volumi, suddivisi in dieci tomi e coprendo un periodo di appena quarant’anni dell’Egira (fino alla fine del califfato di Alì, morto nel 661 d.C.), furono pubblicati tra il 1907 e il 1926 a Milano e Roma, ma furono tutti redatti prima del 1915, anno che segnò un punto di svolta nella vita dell’autore.
Proprio in virtù del suo approccio scientifico rigoroso, si oppose fermamente all’impresa coloniale italiana in Libia sottolineando le illusioni della propaganda governativa e la mancanza di conoscenza che la guidava. Ciò gli costò il seggio da deputato e diversi tentativi di infangare la sua immagine sia come patriota sia come studioso cosicché, già trentaseienne, per riscattare il proprio onore scelse di partire volontario allo scoppio della Prima guerra mondiale.
La crisi anche personale che seguì il suo ritorno in patria lo porto a lasciare il paese e gli studi per costruirsi una nuova famiglia in Canada: il regime fascista, che non aveva mai amato le convinzioni socialiste, radicali e anticlericali espresse da Caetani, si avvantaggiò del fatto che questi aveva acquisito la cittadinanza canadese per legittimare la figlia nata dal secondo matrimonio, cosicché nel 1935 lo privò della cittadinanza italiana con conseguentemente decadenza dal suo status di Socio dell'Accademia dei Lincei. Caetani mori in Canada nello stesso anno. L'Accademia lo ha reintegrato per acclamazione nell'adunanza a Classi riunite del 13 marzo 2025, a quasi novant'anni della sua scomparsa.
Dopo l’abbandono e la morte di Leone Caetani, nel Consiglio direttivo della Fondazione si avvicendarono le maggiori personalità dell’orientalismo italiano, tutti Accademici dei Lincei, inizialmente studiosi che erano stati suoi amici o collaboratori. La Fondazione, dopo l’inattività del secondo dopoguerra, ha ripreso slancio cambiando anche nome nel 1970 in Fondazione Leone Caetani e ha assunto lo scopo di promuovere la conoscenza del mondo musulmano mediante conferenze e pubblicazioni, avvalendosi dell’ampia e ricca raccolta orientalistica dell’Accademia a cui è legata. Alla preziosa collezione di Caetani sono stati uniti manoscritti e libri di altra provenienza, dalla collezione del politico risorgimentale Michele Amari (1806-1889), storico degli arabi in Sicilia, ai libri e manoscritti dell’etiopista Carlo Conti Rossini (1872-1949), fino alla biblioteca dell’arabista Francesco Gabrieli (figlio di Giuseppe, poi Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, 1904-1996) ricevuta in dono poco dopo la sua morte e alla corrispondenza personale dell’amico semitista Giorgio Levi della Vida (1886-1967), di cui è in corso l’acquisizione.
Foto di copertina: Poema, Persia sec. XV-XVIII
Il Principe e l'Islam. Leone Caetani e l'Accademia dei Lincei
Roma, Biblioteca Corsiniana - Palazzo Corsini
8 maggio - 29 giugno 2025