Le collezioni dell'Istituto Centrale per la Grafica
Le nuove acquisizioni: da Parmigianino a Kentridge
L’Istituto Centrale per la Grafica, nato nel 1975 dall’unione della Calcografia Nazionale di eredità pontificia e del Gabinetto Nazionale delle Stampe, si è arricchito recentemente di un nucleo consistente di opere acquisite a vario titolo nei soli ultimi quattro anni dal Ministero della cultura, che le ha destinate per pertinenza alle raccolte di questo Istituto. Un corpus vasto e di alto valore artistico e storico, con opere che ripercorrono un arco temporale di oltre cinquecento anni e illustrano i diversi linguaggi con cui si esprime il mondo della grafica: disegno e incisione, ma anche fotografia, video e libri d’artista.
L’estensione temporale dei nuovi acquisti spazia dal Sedicesimo secolo ad oggi, ricalcando la cronologia estesa e in divenire delle collezioni storiche già possedute, testimoniando la volontà dell’Istituto di valorizzare il prestigioso patrimonio mantendo vivo il dialogo tra passato e presente.

Egon Schiele (Tulln an der Donau, 1890 – Vienna 1918) Nudo maschile seduto (dettaglio), 1910 Matita grassa (crayon) e tempera acquerellata su carta Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Entrano a far parte delle collezioni, in ordine cronologico: un prezioso foglio di Francesco Mazzola detto il Parmigianino che rappresenta una Dormizione e Assunzione della Vergine, acquisito dopo un fermo all’esportazione, datato al 1526-1527 circa, anni in cui l’artista si trovava a Roma; una serie di vedute, da Caspar Van Wittel, a Giovanni Battista Lusieri, a Vincenzo Camuccini fino a James McNeill Whistle; alcune acqueforti su zinco di Giovanni Fattori, tecnica a cui si dedicò l’artista in età matura e da autodidatta con esiti altissimi, Le cascine del 1885-88 e due I guardiani di porci.
Apre il Ventesimo secolo, entrando per la prima volta nelle collezioni dell’Istituto, Umberto Boccioni con Uomo seduto una piccola incisione del 1907, unico esemplare noto in assoluto di una delle prime acqueforti della breve attività incisoria di Boccioni; degli stessi anni un prezioso disegno a matita e tempera acquarellata di Egon Schiele, Nudo maschile seduto del 1910, unico disegno dell’artista presente nelle collezioni museali italiane, e di poco successivo, un disegno a matita di Gustav Klimt, Mäda Primavesi, in piedi, con il cappotto, del 1912-13, bozzetto per l’omonimo ritratto ad olio attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York.
Sono degli anni Trenta due disegni acquarellati di Duilio Cambellotti, fermati all’esportazione, e quasi inedite, ad eccezione di una piccola esposizione in galleria, sono otto lastre a puntasecca di Mario Sironi, in cui si riconoscono, tra gli altri, i ritratti di Margherita e Cesare Sarfatti, la poetessa Ada Negri, lo scrittore Massimo Bontempelli e il critico d'arte Rudolf Klien.
Tra le nuove acquisizioni anche un corpus di matrici e positivi degli anni ’60 ’70 e ’80 provenienti dalla storica stamperia romana 2RC Stamperia d’Arte, fondata nel 1959 da Valter ed Eleonora Rossi e Franco Cioppi. Opere di grandi dimensioni come Cretto C di Alberto Burri, del 1971 (sia l’enorme matrice in bronzo di oltre un metro per lato e il suo positivo), e le complesse, colorate matrici di Alexander Calder, Presenza grafica, composte da due lastre in zinco e tre in rame. Sono quasi degli stessi anni due opere di Tomaso Binga Testamento, e Dattilocodice, ciclo di lavori che si colloca tra il 1978 e il 1982 e che propone un utilizzo straniante della macchina per scrivere, e una rara opera di Ketty La Rocca.

Alexander Calder (Lawnton 1898 – New York 1976) Presenza grafica (dettaglio), 1972 matrice composta da 2 lastre in zinco e 3 in rame, incisa a morsura aperta con acquatinta mm 1008 x 990 Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Tra le testimonianze di artisti contemporanei di rilevanza internazionale, l'Istituto acquisisce due opere di grande formato di Giuseppe Penone della serie Pelle di grafite del 2007 e 2009, in cui l’artista ha disegnato a grafite l’impronta ingrandita di un punto della propria pelle e, direttamente dall’autore, l’imponente Triumphs & Laments Frieze II di William Kentridge, bozzetto su carta di oltre undici metri di lunghezza per l’omonima opera site specific realizzata nel 2006 sui muraglioni del Tevere. Un fregio di cinquecentocinquanta metri dove ottanta figure, alte dieci metri, raccontano tutta la storia della città eterna. Concepita come opera effimera, il bozzetto di Triumphs & Laments è l'unica testimonianza sopravvissuta della narrazione visiva ideata dall’artista sudafricano, ormai quasi del tutto illlegibile a causa dell'azione corrosiva del tempo e dello smog.
Recentissime poi sono le opere di Nunzio con un pastello su carta giapponese del 2019, l’installazione Bestiario dell'altro mondo di Marta Roberti del 2021, l’opera di Silvia Cini, Avant que nature meure, del 2023 e infine un disegno a grafite e sanguigna su carta di Ciprian Mureşan del 2024 con Studi da Botticelli, Pontormo e altre opere della collezione dell'Istituto centrale per la grafica.

Simona Ghizzoni (Reggio Emilia, 1977) Senza titolo, dalla serie Museo Nazionale Orientale di Venezia, collana Altri Sguardi, 2023, stampa ink-jet fine art 447x297 mm Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Tanti gli scatti che compongono la sezione delle Acquisizioni dedicata alla fotografia, a partire dai ritratti in bianco e nero realizzati da Ghitta Carell e sei stampe fotografiche di Bruno Miniati, un portfolio di Paul Strand del 1959 appartenuto personalmente a Cesare Zavattini, e un album con tredici scatti di Lisetta Carmi.
Da evidenziare anche la serie Preganziol di Guido Guidi, una sequenza di sedici fotografie, datata 1983, che rappresenta un’importante riflessione dell’autore sui temi dello spazio e del tempo attuata attraverso la luce.
Alcune delle fotografie provengono, infine, dal progetto Altri sguardi, un percorso fotografico inedito alla scoperta di alcuni istituti museali, talora poco conosciuti, raccontati attraverso lo sguardo di grandi fotografi italiani con gli scatti di Olivo Barbieri sul Parco Archeologico di Venosa (2022), Antonio Biasiucci, Museo delle Civiltà (2022) Silvia Camporesi, Cappella espiatoria di Monza (2022), Luca Capuano, Museo di San Marco di Firenze (2022), Mario Cresci, Parco Archeologico Scolacium (2023), Paola de Pietri, Compendio garibaldino di Caprera (2022), Simona Ghizzoni, Museo Nazionale Orientale di Venezia (2023) e Armin Linke Certosa di san Martino (2023).

William Blake (Londra, 1757 – 1827) Behemot and Leviatan da Illustration of the Book of Job, 1826, Tav. 15 mm 208 x 161 (443 x 360) Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Per quanto riguarda i libri d'artista, questo settore delle vaste collezioni dell’Istituto si arricchisce di alcuni pezzi pregiati e unici tra cui Illustration of the book of Job, un libro illustrato di Willam Blake del 1826 con ventuno tavole incise a bulino; il mitico, Classifying the Thousand Longest Rivers in the World di Alighiero Boetti e Anne Marie Sauzeau, anche noto come Mille Fiumi, del 1977, corredato da una preziosa copertina ricamata ad arazzo; il raffinato Les Bois Sacré du Couvent de La Tourette del 2022, di Giuseppe Penone dedicato all’architettura di Le Corbusier.
Foto di copertina: Giovanni Battista Lusieri (Roma 1754 – Atene 1821) Veduta di Roma (Prati di Castello) da Ripetta o dalla terrazza del Pincio, 1780, Grafite e acquerello su carta; Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
L’estensione temporale dei nuovi acquisti spazia dal Sedicesimo secolo ad oggi, ricalcando la cronologia estesa e in divenire delle collezioni storiche già possedute, testimoniando la volontà dell’Istituto di valorizzare il prestigioso patrimonio mantendo vivo il dialogo tra passato e presente.
Le acquisizioni, realizzate dall’Istituto tramite il piano acquisti 2021-2024 del Ministero della Cultura, sono state compiute con diverse modalità: acquisti coattivi, che nascono dal fermo all’esportazione delle opere, acquisti a trattativa privata, a seguito di proposte da privati o gallerie e passati al vaglio da apposite commissioni ministeriali e acquisizioni a seguito di bandi pubblici del ministero, così come con committenza diretta agli artisti.La politica di acquisizioni di un museo pubblico contempla un discorso di analisi storico–critica delle proprie raccolte – valutandone quindi potenzialità e lacune – nel racconto artistico, interpretativo e soprattutto emotivo […]. Dall’arrivo dell’opera in museo, il bene entra dunque in stretta relazione con la raccolta già esistente, imprimendole dinamismo, nuove nozioni e rinnovamento; a sua volta la collezione già posseduta ne trae vitalità e nuovi significati, in un racconto che troverà, così, parole inedite.
Maura Picciau, Direttrice Istituto Centrale per la Grafica

Egon Schiele (Tulln an der Donau, 1890 – Vienna 1918) Nudo maschile seduto (dettaglio), 1910 Matita grassa (crayon) e tempera acquerellata su carta Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Entrano a far parte delle collezioni, in ordine cronologico: un prezioso foglio di Francesco Mazzola detto il Parmigianino che rappresenta una Dormizione e Assunzione della Vergine, acquisito dopo un fermo all’esportazione, datato al 1526-1527 circa, anni in cui l’artista si trovava a Roma; una serie di vedute, da Caspar Van Wittel, a Giovanni Battista Lusieri, a Vincenzo Camuccini fino a James McNeill Whistle; alcune acqueforti su zinco di Giovanni Fattori, tecnica a cui si dedicò l’artista in età matura e da autodidatta con esiti altissimi, Le cascine del 1885-88 e due I guardiani di porci.
Apre il Ventesimo secolo, entrando per la prima volta nelle collezioni dell’Istituto, Umberto Boccioni con Uomo seduto una piccola incisione del 1907, unico esemplare noto in assoluto di una delle prime acqueforti della breve attività incisoria di Boccioni; degli stessi anni un prezioso disegno a matita e tempera acquarellata di Egon Schiele, Nudo maschile seduto del 1910, unico disegno dell’artista presente nelle collezioni museali italiane, e di poco successivo, un disegno a matita di Gustav Klimt, Mäda Primavesi, in piedi, con il cappotto, del 1912-13, bozzetto per l’omonimo ritratto ad olio attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York.
Sono degli anni Trenta due disegni acquarellati di Duilio Cambellotti, fermati all’esportazione, e quasi inedite, ad eccezione di una piccola esposizione in galleria, sono otto lastre a puntasecca di Mario Sironi, in cui si riconoscono, tra gli altri, i ritratti di Margherita e Cesare Sarfatti, la poetessa Ada Negri, lo scrittore Massimo Bontempelli e il critico d'arte Rudolf Klien.
Tra le nuove acquisizioni anche un corpus di matrici e positivi degli anni ’60 ’70 e ’80 provenienti dalla storica stamperia romana 2RC Stamperia d’Arte, fondata nel 1959 da Valter ed Eleonora Rossi e Franco Cioppi. Opere di grandi dimensioni come Cretto C di Alberto Burri, del 1971 (sia l’enorme matrice in bronzo di oltre un metro per lato e il suo positivo), e le complesse, colorate matrici di Alexander Calder, Presenza grafica, composte da due lastre in zinco e tre in rame. Sono quasi degli stessi anni due opere di Tomaso Binga Testamento, e Dattilocodice, ciclo di lavori che si colloca tra il 1978 e il 1982 e che propone un utilizzo straniante della macchina per scrivere, e una rara opera di Ketty La Rocca.

Alexander Calder (Lawnton 1898 – New York 1976) Presenza grafica (dettaglio), 1972 matrice composta da 2 lastre in zinco e 3 in rame, incisa a morsura aperta con acquatinta mm 1008 x 990 Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Tra le testimonianze di artisti contemporanei di rilevanza internazionale, l'Istituto acquisisce due opere di grande formato di Giuseppe Penone della serie Pelle di grafite del 2007 e 2009, in cui l’artista ha disegnato a grafite l’impronta ingrandita di un punto della propria pelle e, direttamente dall’autore, l’imponente Triumphs & Laments Frieze II di William Kentridge, bozzetto su carta di oltre undici metri di lunghezza per l’omonima opera site specific realizzata nel 2006 sui muraglioni del Tevere. Un fregio di cinquecentocinquanta metri dove ottanta figure, alte dieci metri, raccontano tutta la storia della città eterna. Concepita come opera effimera, il bozzetto di Triumphs & Laments è l'unica testimonianza sopravvissuta della narrazione visiva ideata dall’artista sudafricano, ormai quasi del tutto illlegibile a causa dell'azione corrosiva del tempo e dello smog.
Recentissime poi sono le opere di Nunzio con un pastello su carta giapponese del 2019, l’installazione Bestiario dell'altro mondo di Marta Roberti del 2021, l’opera di Silvia Cini, Avant que nature meure, del 2023 e infine un disegno a grafite e sanguigna su carta di Ciprian Mureşan del 2024 con Studi da Botticelli, Pontormo e altre opere della collezione dell'Istituto centrale per la grafica.

Simona Ghizzoni (Reggio Emilia, 1977) Senza titolo, dalla serie Museo Nazionale Orientale di Venezia, collana Altri Sguardi, 2023, stampa ink-jet fine art 447x297 mm Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Tanti gli scatti che compongono la sezione delle Acquisizioni dedicata alla fotografia, a partire dai ritratti in bianco e nero realizzati da Ghitta Carell e sei stampe fotografiche di Bruno Miniati, un portfolio di Paul Strand del 1959 appartenuto personalmente a Cesare Zavattini, e un album con tredici scatti di Lisetta Carmi.
Da evidenziare anche la serie Preganziol di Guido Guidi, una sequenza di sedici fotografie, datata 1983, che rappresenta un’importante riflessione dell’autore sui temi dello spazio e del tempo attuata attraverso la luce.
Alcune delle fotografie provengono, infine, dal progetto Altri sguardi, un percorso fotografico inedito alla scoperta di alcuni istituti museali, talora poco conosciuti, raccontati attraverso lo sguardo di grandi fotografi italiani con gli scatti di Olivo Barbieri sul Parco Archeologico di Venosa (2022), Antonio Biasiucci, Museo delle Civiltà (2022) Silvia Camporesi, Cappella espiatoria di Monza (2022), Luca Capuano, Museo di San Marco di Firenze (2022), Mario Cresci, Parco Archeologico Scolacium (2023), Paola de Pietri, Compendio garibaldino di Caprera (2022), Simona Ghizzoni, Museo Nazionale Orientale di Venezia (2023) e Armin Linke Certosa di san Martino (2023).

William Blake (Londra, 1757 – 1827) Behemot and Leviatan da Illustration of the Book of Job, 1826, Tav. 15 mm 208 x 161 (443 x 360) Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica
Per quanto riguarda i libri d'artista, questo settore delle vaste collezioni dell’Istituto si arricchisce di alcuni pezzi pregiati e unici tra cui Illustration of the book of Job, un libro illustrato di Willam Blake del 1826 con ventuno tavole incise a bulino; il mitico, Classifying the Thousand Longest Rivers in the World di Alighiero Boetti e Anne Marie Sauzeau, anche noto come Mille Fiumi, del 1977, corredato da una preziosa copertina ricamata ad arazzo; il raffinato Les Bois Sacré du Couvent de La Tourette del 2022, di Giuseppe Penone dedicato all’architettura di Le Corbusier.
Foto di copertina: Giovanni Battista Lusieri (Roma 1754 – Atene 1821) Veduta di Roma (Prati di Castello) da Ripetta o dalla terrazza del Pincio, 1780, Grafite e acquerello su carta; Photo courtesy: Istituto centrale per la grafica