Il mondo salverà la bellezza?

La tutela dei Beni Culturali in una mostra al Museo di Castel Sant'Angelo

12 Lug 2021 > 04 Nov 2021

Non possiamo chiedere alla bellezza di salvare il mondo. All'opposto: tocca a noi proteggerla, perché è indifesa ed esposta a mille pericoli. Se non sapremo farlo, se non lo assumeremo tutti come un compito sacro, saremo preda del male e del degrado. 
E in questo caso, niente e nessuno potrà mai salvarci.
Gen. Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Il patrimonio culturale e la sua tutela, la Bellezza immensa, diffusa, che ha reso l’Italia meta prediletta del Grand Tour, il territorio con la più alta presenza di siti riconosciuti dall'Unesco di interesse mondiale, e la Bellezza fragile di questa straordinaria concentrazione di beni archeologici, storici e artistici, sempre esposti ai pericoli, perduti, depradati e sottratti alla fruizione della collettività.  

La mostra Il mondo salverà la bellezza? Prevenzione e sicurezza per la tutela dei Beni Culturali, ideata e organizzata dal Centro Europeo Turismo e Cultura, curata da Vincenzo Lemmo, e allestita presso il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, un monumento simbolo dell'eccellenza storica e artistica italiana, si propone di porre l'attenzione proprio sul lavoro svolto dalle Forze dell'Ordine, in particolare dal Comando Patrimonio Culturale (TPC) dell'Arma dei Carabinieri, istituito nel 1969, da oltre cinquant'anni impegnato nella salvaguardia del patrimonio collettivo che ci identifica.
L'esposizione presenta una selezione significativa di opere conservate nei musei, nelle istituzioni e nelle chiese, nonché nel caveau dell'Arma, che accompagnano il visitatore in un percorso narrativo attraverso le storie di prevenzione del crimine e di recupero del patrimonio ripercorrendone lo sviuppo delle indagini degli investigatori.


Crocifissione, Brueghel il Giovane (1564-1638)

Si tratta di reperti che, oltre al valore storico e artistico, sono esemplari per illustrare ogni settore e tipologia dell'attività del Nucleo TPC: i recuperi dovuti agli sforzi investigativi, le restituzioni ottenute grazie alle rogatorie e al tessuto diplomatico, le opere oggetto di illecita esportazione, i beni messi in salvo dalla task force Unite4Heritage, l'unità attiva dal 2015 per la gestione dell'emergenza in aree geografiche colpite da attività terroristiche o calamità naturali. Un'esposizione che propone materiali eterogenei, con provenienze e cronologie diverse, articolata in sezioni che raccontano anche i sistemi di sicurezza e di prevenzione che hanno impedito un reato o un danneggiamento e le eventuali indagini che hanno permesso il recupero degli stessi sottratti con la successiva messa in sicurezza. Uno strumento importante messo a punto dal Nucleo TPC, sempre più sofisticato negli ultimi anni, è la Banca dati delle opere da ricercare. Gestita dall'Ufficio Comando, è la più estesa al mondo, un'imponente galleria fotografica che consente, attraverso mirate ricerche sul web, di individuare i beni trafugati ovunque si trovino.
  
Cratere attico a figure rosse, Euphronios, 510 a.C. ca.

Nella storia dei recuperi è celebre il caso del cratere attico a calice a figure rosse, firmato dal maestro ceramista Euphronios, databile al V-IV sec.a.C., scavato clandestinamente negli anni Settanta nell'area di Cerveteri, esposto nel 1990 al Metropolitan Museum di New York, e restituito all'Italia grazie ad una lunga trattativa della Diplomazia Culturale nel 2007.
Tra le opere esposte in mostra, armature e spade di bronzo selezionate tra i 5.361 reperti archeologici provenienti da scavi clandestini  e rimpatriati nel 2014 da Basilea. E' l'operazione denominata Teseo, che riporta in Italia tutti manufatti realizzati  tra l'VIII secolo a.C. e il III sec. d. C., restaurati e messi in vendita sul mercato internazionale. E ancora: frammenti di un altorilievo di un tempio etrusco, due statue raffiguranti Venere, parte dei 337 reperti archeologici, molti di grandi dimensioni, tornati nel nostro Paese con l'operazione Andromeda, portata a termine nel 2010.  

Tra i recuperi effettuati in anni  più recenti e documentati nel percorso espostiivo, anche il violino realizzato nel 1567 ca.attribuito ad Andrea Amati, la pala d'altare con Santa Caterina d'Alessandria eseguita negli ultimi decenni del '500 dal Cavalier d'Arpino, la Maddalena penitente attribuita alla cerchia del Veronese, la Crocifissione di Brueghel il Giovane (XVI-.XVII secolo), il frammento di granito rosso riconducibile all'obelisco di Piazza di Monte Citorio a Roma, riconsegnato allo Stato da un noto commerciante romano nel 2021.
Una sezione speciale presenta il lavoro di tutela dei beni culturali messi a rischio dai terremoti che hanno colpito anche recentemente il territorio italiano, con opere restaurate provenienti da Amatrice, da Norcia, da borghi cancellati dal paesaggio ma che continuano a vivere anche attraverso queste preziose testimonianze.
Tutti reperti che svelano racconti a lieto fine, frammenti di bellezza che avvicinano a memorie condivise, richiamando all'impegno comune di preservare l'eredità del passato per  trasmetterla alle generazioni future. 

Più di qualunque risultato investigativo, conferenza o incontro dedicato  al tema, può l'esposizione della bellezza ritrovata. L'emozione provata dal visitatore, che spesso ricorda la sindrome di Stendhal, non ha termini di  paragone. Chiunque, ammirando da presso  le meraviglie restituite al Paese, si sente parte di qualcosa di importante. L'identità e la storia italiane sono sorprendenti, ma la sorpresa dura un istante  e subito si trasforma in consapevolezza.  
Gen. Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale


Il mondo salverà la bellezza? Prevenzione e sicurezza per la tutela dei Beni Culturali, Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo - Roma 
fino al 4 novembre 2021

In copertina: Madonna in terracotta col Bambino da San Placido di Ussita