Luciano Ventrone. La vittoria della pittura

Nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, l'iperrealismo dell'artista romano si affianca alla ricerca di Ettore de Conciliis, Piero Guccione e Renato Guttuso in un percorso tra nature silenti e paesaggi marini.


Cesti di fiori, canestri di frutta, uva e foglie di vite, mele, cachi, limoni, arance, mandarini, e poi ancora ciliege, fragole, zucche, funghi, frutta secca, ma anche singoli melograni o angurie a pezzi: un tripudio di colori nelle venti “nature morte” di Ventrone, definito da Federico Zeri il “Caravaggio del XX secolo”, ed esposte nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma. 
Luciano Ventrone: La vittoria della pittura con de Conciliis, Guccione e Guttuso, mostra curata da Victoria Noel-Johnson e organizzata da “Il Cigno GG Edizioni”, è la terza tappa di un percorso iniziato al “Mart” di Rovereto, con l'esposizione  Luciano Ventrone. La grande illusione, in cui le nature morte del pittore romano erano messe a confronto con Caravaggio e il Maestro di Hartford, proseguita poi alla Fondazione Majorana di Erice con la mostra de Chirico e Ventrone. La vittoria della pittura, un confronto questa volta con il maestro della Metafisica.
Nell’esposizione romana, accanto a Ventrone vengono proposte opere di de Concilis, Guccione, Guttuso, personalità che, con esiti diversi, hanno perseguito la ricerca della figurazione e mantenuta viva la tecnica dell'olio su tela, nel solco di una tradizione ampiamente messa in discussione dalle correnti artistiche del secondo Novecento.

La mostra propone un percorso anche tra soggetti diversi: alla bellezza silente e smagliante della frutta, della flora, forme predilette da Luciano Ventrone ed esplorate anche da Renato Guttuso (presente con le tele Natura morta” del 1962 e “Natura morta” del 1968,) si affianca una selezione di paesaggi marini. Il tema del mare, Interpretato dallo stesso Ventrone e da Ettore de Conciliis (Il monte Pellegrino a Palermo, la sera e il dittico “Notturno a Venezia) con accenti misteriosi, costituisce il soggetto dominante nella produzione di Piero Guccione  (qui con il dittico per le Pale del Battistero di Santa Maria degli Angeli: L’incontro e La spiaggia e la luna), declinato in un'infinita variazione di azzurri e trasferito un una dimensione più astratta e lirica.
   
Luciano Ventrone: Il dono di Bacco, 2011, olio su tecnica mista su tela di lino © 2022 Il Cigno GG Edizioni

Tra le opere di Ventrone, in mostra anche Solleone, Linea di pensiero e Mutamenti. I suoi dipinti sono realizzati per lo più in olio su tecnica mista su tela di lino. “Luciano Ventrone – sottolinea Victoria Noel-Johnson - riesce a “trasformare” ciò che vede in un processo che implica la transustanziazione straordinaria dell’ordinario. Le sue nature morte iperrealiste, in cui frutta, flora e fauna vengono solitamente elette a protagoniste, sono tecnicamente impeccabili.

Coadiuvata da immagini fotografiche che fungono contemporaneamente da filtri ottici della realtà oggettiva, la perfetta padronanza tecnica dell’artista facilita la metamorfosi dei soggetti “imperfetti” da lui scelti in illusioni di misteriosa perfezione. La nitidezza quasi fotografica e l’apparente “naturalezza” della composizione mascherano superficialmente il virtuosismo e l’intelligenza di Ventrone, rigorosamente in gioco al di sotto e oltre la tela.

Bagnate da un’intensa fonte di luce artificiale, le raffigurazioni dell’artista producono ciò che il critico d’arte Edward lucie-Smith ha descritto in maniera calzante come un’ “intensa esperienza della realtà [che] proietta lo spettatore non solo in una diversa dimensione di esperienza fisica, ma in un mondo diverso di sentire. In sostanza, le nature morte di Ventrone sono oggetti per la contemplazione, e offrono il tipo di passaggio verso gli stati contemplativi che prima erano solo di una pertinenza dell’arte religiosa”. 


Ettore de Conciliis: Il monte Pellegrino a Palermo, la sera, 2010, olio su tela © 2022 Il Cigno GG Edizioni

“L'universo ritratto da de Conciliis è un universo acquatico che si presenta ai nostri occhi non solo sotto le varianti temporali del giorno e della notte, ma anche delle stagioni: dalla melanconia dell’autunno, alla trasparenza dell’inverno, all'esplosione dell’estate – dichiara l’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della “Venice International University” -. Delicato è il segno che appare sulla tela, rigorosamente confinata ai limiti dell’acqua, segno mai lasciato alla casualità del gesto.

Per il pittore il tema ricorrente non è il fiume o la laguna, ma il riflesso della natura sullo specchio dell’acqua. Il paesaggio, sottratto alla rappresentazione diretta, resta sconosciuto, difficile da leggere perché criptico, misterioso. Vi è una forte tensione tra quello che il Maestro vuole mostrarci e quello che sottrae alla nostra vista. L’obiettivo perseguito è rivelare la profondità della materia sommersa.

L’immagine finale è il risultato di uno scavare dentro la propria sensibilità, con l’intento di dare vita a una visione intimista che si manifesta, allo sguardo di chi osserva, con squarci di luce dai toni raffinati e discreti. L’artista crea un immaginario dai colori tenui e soffusi, che sprigionano una miriade di emozioni. Tutto questo è percepibile con i sensi se si seguono le linee tratteggiate, come quando si ascolta una musica di sottofondo. La narrazione nei quadri di Ettore de Conciliis è memoria. La composizione delle immagini e la loro sequenza esercitano una forza d’impatto nel visitatore attonito e meravigliato di fronte a inattese rappresentazioni di un mondo acquatico”.


Piero Guccione: Pale del Battistero di Santa Maria degli Angeli: La spiaggia e la luna, 2009 © 2022 Il Cigno GG Edizioni

Nessun artista ha così tenacemente ricercato l’essenza dell’azzurro come Piero Guccione , scrive Vittorio Sgarbi, curatore insieme Vi Zichichi, della mostra al Mart di Rovereto," Se ne è lasciato permeare con voluttà. L’eternel azur: questa è probabilmente la strada per intendere Piero Guccione, nella sua ostinata concentrazione, in una porzione del mondo fra il cielo e il mare, tra Modica e Scicli. Un azzurro senza limiti, come non si avverte il limite fra il cielo e il mare. E, attraverso questo processo, perde senso la distinzione tra realtà e astrazione. Il cielo è pensiero del cielo. Il cielo è anche sinonimo di Paradiso nella terminologia cristiana, ma esso è, per Guccione, il tema estremo. Nella sua lunga ricerca, ogni soggetto rimanda a un altro da sé, a un sé profondo, puro: il fiore non è quel fiore da cui pure l’esperienza visiva parte, ma è l’essenza del fiore. Così come l’interno di una stanza evoca la memoria di episodi, emozioni, situazioni, sentimenti, nelle stagioni di una vita, attraversata da pochi eventi esterni, ma da molti tumulti interiori.

Guccione ha realizzato con gli occhi la condizione folgorata da Ungaretti: «M’illumino d’immenso». Ma dipingendo questa realtà così assoluta e pura, Guccione ha descritto, con incontenibile aspirazione alla perfezione, stati d’animo. Un processo mistico, quanto immanente.

Luciano Ventrone nasce a Roma nel 1942. Trascorre l’infanzia in Danimarca, per poi tornare in Italia, nella Capitale, dove frequenta il Liceo Artistico e la Facoltà di Architettura sino al 1968; in quell’anno, decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1983 un articolo di Antonello Trombadori pubblicato su L’europeo induce lo storico dell’arte Federico Zeri a interessarsi dell’artista, suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte; è qui che inizia la lunga ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili. Realizza mostre personali in tutto il mondo: Studio Forni, Milano (2004); Albemarle Gallery, Londra (2005); Bernarducci & Meisel Gallery, New York (2008); Palazzo del Broletto, Como (2010); State Russian Museum, San Pietroburgo (2010); Hollis Taggart Galleries, New York (2010); Fondazione per i Ragazzi del mondo di Ibrahim Kodra, Melide (Svizzera, 2010); Art Bejing Contemporary Art Fair, Pechino (2011). I suoi dipinti sono conservati in importanti collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero. Tra queste, la Collezione d’Arte Moderna del Senato Italiano, la Collezione della National Gallery of Art di Washington e la Collezione dello State Russian Museum di San Pietroburgo. Nel 2011 partecipa alla LIV Edizione della Biennale di Venezia. 
Luciano Ventrone ha esposto presso musei e gallerie internazionali, da Roma a Londra, da Montréal a Singapore, da New York a Mosca, da Tokyo a San Pietroburgo. Nel 2011 ha partecipato alla LIV Edizione della Biennale di Venezia. La sua ultima personale si è tenuta al MART – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dal titolo Luciano Ventrone. La grande illusione, ideata da Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi, con 18 opere tematiche concepite come un Focus nell’ambito dell’esposizione Caravaggio. Il contemporaneo, con cui il Presidente del Mart Sgarbi intende mettere in dialogo il Maestro lombardo con gli autori della contemporaneità.
Muore nel suo studio in Abruzzo all’inizio del 2021. 

Ettore de Conciliis nasce ad Avellino nel 1941. Studia architettura a Napoli e a Roma, dove frequenta lo studio dello scultore Marino Mazzacurati. Nel 1965 completa ad Avellino il Murale della Pace (125 mq) con la collaborazione del pittore Rocco Falciano. Nel 1968, nel Centro studi di Danilo Dolci a Trappeto (Pa), esegue il murale Sistema clientelare mafioso e non violenza (200 mq). Nel 1970 lavora a Città del Messico con il pittore muralista David Alfaro Siqueiros al suo Polyforum Cultural. soggiorna a lungo a New York e torna in italia per realizzare un’opera di land art, il Memoriale di Portella della Ginestra, a Piana degli albanesi (Pa), luogo della strage del maggio 1947. Nel 1982 Enrico Crispolti cura la sua prima antologica a Roma. Nel 1983 si apre la personale a cura di Maurizio Marini, elio Chinol e irving Layton alla Galleria Rondanini di Roma. Dal 1988 espone a New York alle Hammer Galleries (che lo rappresenteranno negli Usa per i successivi nove anni). Dal 2001 è impegnato nella realizzazione de Il Parco della Pace (12 ettari), opera di land art in località La Pisana a Roma. tra le sue recenti esposizioni vi sono quella nel Museo nazionale di Castel sant’angelo, al Museo dell’accademia Russa di Belle arti di San Pietroburgo (2009), alla Reggia di Caserta, a Palazzo Sant’Elia di Palermo (2010). Nel 2011 espone al Parlamento europeo di Bruxelles. Partecipa alla LiV Biennale di Venezia (Padiglione italia, Arsenale). Nel 2012 l’area archeologica di Ostia antica inaugura la nuova stagione di valorizzazione degli scavi con l’arte contemporanea esponendo sue opere all’interno del museo. Nel 2017 partecipa come protagonista al Museo archeologico nazionale di Mantova, alla Pinacoteca del Museo Civico “ala Ponzone” di Cremona, al Musa Museo di Salò e a il Vittoriale degli italiani con la mostra Dipinti sull’acqua. Da Magnasco a de Conciliis (1720-2017). Vive e lavora a Fiano Romano.

Piero Guccione nasce a Scicli nel 1935. si diploma all’accademia di Belle arti di Roma, dove si trasferisce nel 1954. È uno dei maggiori esponenti di Il Pro e il Contro, corrente artistica a favore dell’espressività pittorica contro il dilagante strapotere dell’arte concettuale. Nel 1978 ottiene la cattedra di Pittura all’accademia di Belle arti di Catania. Nel 1981 torna definitivamente in Sicilia dove fonda Il Gruppo di Scicli. Ha partecipato a cinque Biennali di Venezia. nel 1999 riceve dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il Premio speciale per la Cultura. Nel 2004 riceve la Medaglia d’oro dalla Presidenza della Repubblica italiana per i Benemeriti della Cultura. Dopo aver esposto in musei a Barcellona, san Pietroburgo, Bruxelles, new York, Palermo, Berlino e Milano, nel 2008 la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma gli dedica una grande retrospettiva antologica. Muore a Modica nel 2018.

Renato Guttuso nasce a Bagheria nel 1912. Esplora e seleziona negli anni giovanili la produzione pittorica del tempo, ne trae una certezza: non lo interessano le ricerche delle avanguardie, Futurismo in testa, ma non per un’adesione acritica a quel ritorno all’ordine proposto dalla poetica novecentista, tutt’altro, ma perché intende scoprire una via sua, in qualche modo in sintonia con gli esiti della coeva scuola romana.
Nell’ambiente palermitano nasce il sodalizio del Gruppo dei Quattro: Guttuso con Lia Noto, Nino Franchina e Giovanni Barbera, La mostra del ‘34 a Milano tenuta dai Quattro alla Galleria il Milione, riscuote grande interesse presso la critica più attenta.
Nel 1937 lascia la sicilia accostandosi al gruppo di Corrente e schierandosi infine, nella disputa tra Astrattismo e Realismo, con i realisti. Ha iniziato una fase, quella della “ribellione”, nella quale vedranno la luce opere come Fuga dall’Etna (1939), Fucilazione in campagna, La Crocifissione (1941), Gott mit uns (1944), L’occupazione delle terre incolte (1947), nelle quali con personale impeto espressivo, ingloba linguaggi del tempo, in particolare il Cubismo.
Pur attraversando fasi successive, sviluppando percorsi diversi, gli olii, i disegni, le chine, del maestro sono inconfondibili. L’interna, profonda coerenza espressiva attraversa decenni senza mai cedere alle mode: a costo di essere considerato dalla critica anacronistico e controcorrente, Guttuso procede per la sua strada senza ripensamenti. Questo avviene negli anni ‘50 con opere come La Battaglia del ponte Ammiraglio (1952), La spiaggia (1955) o Il Mangiatore di spaghetti (1957), di un “realismo” che, tagliando i ponti con le avanguardie, ha cercato legami storici più lontani.
negli anni ‘60 il “ciclo autobiografico”, più intimista, vede nascere opere quali Il padre agrimensore (1966) e, tra l’altro, le interessanti tele con collage di quotidiani. nel 1970 dipinge La notte di Gibellina, nel 1972 I funerali di Togliatti e nel 1974 La Vucciria, un ritorno alla grande su temi di respiro sociale, che non gli risparmiano critiche. alla fine degli anni ‘70 cominciano ad apparire le Allegorie, complesse compposizioni del passato, quasi una sorta di viaggio dentro se stesso.

Luciano Ventrone: La vittoria della pittura con de Conciliis, Guccione e Guttuso
Roma, Musei di San Salvatore in Lauro, fino al 5 marzo 2022

In copertina: Luciano Ventrone, Solleone, 2013 © 2022 Il Cigno GG Edizioni

Per approfondimenti su Luciano Ventrone vedi anche La pittura illusionista di Luciano Ventrone e la Gallery La natura viva di Luciano Ventrone