Max Liebermann. Un impressionista di Berlino
Al Museo Casa di Goethe uno dei massimi innovatori della pittura tedesca di fine Ottocento
Nato a Berlino nel 1847, Max Liebermann è considerato uno dei massimi innovatori della pittura tedesca di fine Ottocento: la sua arte e le sue attività politico-artistiche, tra cui quella di presidente della Secessione di Berlino e dell’Accademia Prussiana delle Arti, hanno dato un notevole impulso alla modernizzazione della scena artistica berlinese.
Inizialmente dedito al Realismo e al Naturalismo, Liebermann pone al centro dei suoi dipinti temi antiaccademici quali il duro lavoro nelle campagne e successivamente, intorno alla fine del secolo, si concentra sugli svaghi equestri dei borghesi in riva al mare e dei giovani bagnanti sulla costa olandese. La tavolozza dell’artista si illumina e le macchie scintillanti di luce diventano il suo marchio inconfondibile. Gli ultimi lavori di Liebermann vertono invece sul suo idilliaco giardino in riva al Wannsee, da lui immortalato con colori pregnanti, nello spirito di una visione impressionistica della natura.
Liebermann intrattenne stretti contatti con la Francia e soprattutto con i Paesi Bassi, ma anche l’Italia svolse un ruolo decisivo nella sua carriera di pittore: tra il 1878 e il 1913 egli valicò le Alpi almeno sei volte. Sappiamo che visitò Venezia, Firenze e Roma e che si spinse fino a Napoli.
Inizialmente dedito al Realismo e al Naturalismo, Liebermann pone al centro dei suoi dipinti temi antiaccademici quali il duro lavoro nelle campagne e successivamente, intorno alla fine del secolo, si concentra sugli svaghi equestri dei borghesi in riva al mare e dei giovani bagnanti sulla costa olandese. La tavolozza dell’artista si illumina e le macchie scintillanti di luce diventano il suo marchio inconfondibile. Gli ultimi lavori di Liebermann vertono invece sul suo idilliaco giardino in riva al Wannsee, da lui immortalato con colori pregnanti, nello spirito di una visione impressionistica della natura.
Liebermann intrattenne stretti contatti con la Francia e soprattutto con i Paesi Bassi, ma anche l’Italia svolse un ruolo decisivo nella sua carriera di pittore: tra il 1878 e il 1913 egli valicò le Alpi almeno sei volte. Sappiamo che visitò Venezia, Firenze e Roma e che si spinse fino a Napoli.
Diverse sue opere sono quindi entrate a far parte di celebri musei italiani, alcune delle quali sono riunite presso il Museo Casa di Goethe, come: Autoritratto del 1908 in prestito dalle Gallerie degli Uffizi (Firenze), Ragazzi al bagno del 1899 dalla GAM - Galleria d’Arte Moderna (Milano), Ritratto del pittore Umberto Veruda del 1899 dal Civico Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna (Trieste) e Lavoratrici di merletto del 1894 dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro della Fondazione Musei Civici di Venezia.A partire dal 1895 fu uno dei protagonisti delle prime Esposizioni Internazionali d’Arte della città di Venezia, l’odierna Biennale di Venezia, e le sue opere furono esposte in numerose collettive a inizio Novecento in Italia, entrando così in contatto con alcuni rappresentanti della scena artistica, tanto che la direzione delle Gallerie degli Uffizi gli commissionò un autoritratto per la propria collezione.
La mostra Max Liebermann. Un impressionista di Berlino a cura di Alice Cazzola al Museo Casa di Goethe (dal 20 settembre 2024 al 9 febbraio 2025), offre una panoramica della carriera artistica di Liebermann, lunga quasi sessant’anni; la maggior parte delle opere esposte (dipinti, disegni e stampe) provengono dalla collezione della Max-Liebermann-Gesellschaft Berlin e.V., da altre collezioni private in Germania oltre che dallo stesso Museo Casa di Goethe.In Italia trovò inoltre ispirazione per alcuni dei suoi lavori e, per rendere merito al legame che Liebermann intrattenne con la capitale italiana, viene esposto il dipinto Passeggiata sul Monte Pincio del 1911.