"Celles qui restent" di Ester Sparatore

Il film documentario sulle "donne-fotografia" tunisine

La Sicilia e la Tunisia sono divise da una sottile striscia di mare che è una frontiera naturale e allo stesso tempo rappresenta quasi un limite simbolico dell'applicazione dei diritti umani. Ho voluto attraversare questa frontiera, cambiare il punto di vista

Al centro della vicenda raccontata da Ester Sparatore nel docu-film Celles qui reste, un dramma umano tutto al femminile di cui in occidente si parla e si sa poco. Le chiamano "donne-fotografia" per i ritratti dei loro cari che impugnano durante le loro manifestazioni di fronte al ministero dell’interno e all’Ambasciata italiana a Tunisi. Sono un gruppo di mogli, madri e sorelle che dal 2012 conducono una battaglia per scoprire la verità su tutti quei mariti, figli e fratelli scomparsi nel tentativo di raggiungere l'Europa. 

Da 10 anni continuano a riunirsi davanti ai palazzi del potere per gridare la propria rabbia e il proprio dolore, rivendicando il diritto di conoscere che ne è stato dei propri famigliari: sono convinte che ce l'abbiano fatta ad arrivare a Lampedusa, e chiedono l'apertura di una commissione d'inchiesta che indaghi sulla sparizione di cinque imbarcazioni salpate da Tunisi tra il 2010 e il 2012. A bordo c'erano più di 500 uomini di cui non si è saputo più nulla.

Tra loro c'è anche Nabil, partito senza dirle nulla il 29 marzo 2011, quando sua moglie Om El Khir era in attesa del loro terzo figlio. Proprio Om El Khir è la protagonista di Celle qui reste, una donna che, nonostante il dolore, riesce a ricostruire la sua vita, trovando la forza nella volontà di dare ai suoi figli un futuro migliore.



Il mistero intorno a queste sparizioni ha portato all’elaborazione di ipotesi più o meno credibili: le donne-fotografia restano convinte che i loro cari siano arrivati sani e salvi in Italia. Alcune pensano di riconoscere i propri cari nei fotogrammi dei telegiornali italiani ritrovati sul web. Davanti al silenzio delle autorità, immaginano il coinvolgimento della mafia, o detenzioni in prigioni segrete, ma soprattutto continuano a sperare.

Non ho mai pensato di fare un film d'investigazione, nonostante le famiglie portino avanti la tesi della cospirazione da parte degli stati europei. Ogni giudizio è sospeso. [...] Cerco di rimanere il più imparziale possibile, in modo da fornire allo spettatore una "matière brute" con cui possa crearsi una propria opinione
Ester Sparatore

Dopo l'anteprima mondiale a Visions du Réel e la vittoria al Biografilm del Concorso Biografilm Italia, arriva al 30° Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina di Milano, in concorso nella sezione Extr’A, Celles qui restent, verrà distribuito nelle sale e sulle principali piattaforme on demand italiane in contemporanea con la presentazione al festival, per poi continuare il suo percorso sia “dal vivo” che online. 

Chi è Ester Sparatore

Diplomata nel 2001 all’accademia di belle arti Abadir di Palermo, con una tesi in storia del documentario. Dal 1999 al 2006 cura regia, edizione e montaggio di documentari e cortometraggi realizzando anche videoinstallazioni e lavori di video arte. Dal 2007 collabora alla regia e alla fotografia di documentari con il regista Stefano Savona e la sceneggiatrice Alessia Porto: tra questi Palazzo delle Aquile (2011), che racconta i giorni di occupazione di un gruppo di famiglie rimaste senza casa del cosiddetto Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo. Dal 2012 lavora alla regia di film documentari per produzioni italiane e francesi. Nel 2014 scrive e dirige insieme a Letizia Gullo Mare magnum, che ripercorre la campagna elettorale per il rinnovo del Sindaco del comune di Lampedusa. Il documentario Celles qui restent (2019) è una coproduzione Francia-Italia-Belgio, diretto e sceneggiato da Ester Sparatore, con la fotografia di Matteo Vieille Rivara e il montaggio di Nadia Touijer.