"I nuovi mostri" nati per aiutare un amico

Gli incassi, le polemiche, l'Oscar sfiorato

La realizzazione de I nuovi mostri fu decisa da registi e produttori per devolverne gli incassi a un loro amico sceneggiatore malato gravemente. Ispirato a I mostri che Dino Risi aveva diretto nel 1963, I nuovi mostri è scritto da Age & Scarpelli, Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi e diretto da Mario Monicelli, Ettore Scola e dallo stesso Risi. I mostri era stato prodotto da Mario Cecchi Gori con l’organizzazione generale di Pio Angeletti e la direzione amministrativa di Adriano De Micheli: due nomi, questi ultimi, che in coppia avrebbero poi contribuito alla grandezza del cinema italiano. 

A raccontare alcuni retroscena de I nuovi mostri è De Micheli, che sottolinea come in Francia il film sia stato un successo commerciale dalle proporzioni inaspettate. Riguardo al cast Alberto Sordi non era stato previsto, perché si temeva l’esosa richiesta economica del suo agente nonché fratello Giuseppe; al contrario l’attore chiese ai produttori di essere inserito nel cast con lo stesso compenso degli altri, rinunciando a quello che avrebbe avuto con il doppiaggio. Anche Vittorio Gassman concesse la propria disponibilità, pur se stava per recarsi sul set di Un matrimonio di Robert Altman. 

Girato nell’estate del 1977 e composto da nove episodi, I nuovi mostri fu selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar 1979. La decisione sollevò aspre polemiche con il sindacato critici cinematografici, che gridò allo scandalo per aver ignorato L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi: i critici insinuavano che la scelta fosse una vendetta dei produttori nei confronti della Rai, ‘colpevole’ di elargire il suo budget solo ai film di alto valore artistico; la motivazione solidale di fondo era sconosciuta e c’era chi parlava di “rozzezza dei produttori”, che con il cachet di uno solo degli attori de I nuovi mostri avrebbero potuto finanziare l’intero film di Olmi. Cecchi Gori, presidente dell’Unione Produttori, spiegò che la corposa rassegna stampa presentata da De Micheli e Angeletti, specie quella francese, li aveva convinti a puntare su I nuovi mostri e come prova di buona fede il produttore fiorentino rivelò di aver dato il suo voto proprio al film di Olmi. Il film riuscì a entrare nella cinquina finale, ma la statuetta andò a Preparate i fazzoletti di Bertrand Blier. 

Quanto ai cinque episodi eliminati nell’edizione italiana ma presenti in quella francese, De Micheli spiega che è stata una pura scelta editoriale.

Differenze con I mostri del ’63? Quelli erano più buoni e più romantici, oggi sono più feroci e più drammatici. D’altra parte basta guardare la cronaca quotidiana fatta di terrorismo, violenza e soprusi

Così rispondeva Risi alle domande dei giornalisti e i riferimenti alla cronaca di allora ne I nuovi mostri non sono pochi. In Autostop con Ornella Muti si citano, direttamente e indirettamente, le Brigate Rosse, l’evasione dal carcere di Maria Pia Vianale e Franca Maria Salerno dei Nuclei Armati Proletari e la tragedia di Luciano Re Cecconi, il calciatore della Lazio ucciso per un tragico scherzo. In Hostaria! si nomina Indro Montanelli che era stato gambizzato dalle BR. In Pronto soccorso (la cui sequenza iniziale - rivela De Micheli - fu girata da Scola perché Monicelli era bloccato per un banale ‘colpo della strega’) si accenna allo scisma di Marcel Lefebvre, arcivescovo sospeso a divinis da Papa Paolo VI. Tutte vicende che riempirono le cronache di quel periodo. 

Sul 1977 Concetto Vecchio, giornalista de La Repubblica, ha scritto Ali di piombo, che resta a tutt’oggi uno dei più interessanti saggi dedicati a quella fase storica:

Il 1977 riassume la grande contraddizione italiana, in quel periodo abbiamo violenza smisurata e straordinarie riforme che caratterizzeranno l’intero decennio

La stragrande maggioranza dei giovani di allora era schierata a sinistra e quell’anno segna l’inizio della contestazione al proprio ‘padre’ che era il PCI; di fronte alla ribellione sempre più violenta, una parte di quei giovani, specie quelli di Lotta Continua, comprendono che si sta imboccando una strada senza uscita e l’apice di questa constatazione emerge con il delitto di Carlo Casalegno, il vicedirettore de "La Stampa" assassinato dalle BR. Suo figlio Andrea era un importante militante di LC, la formazione che non a caso di lì a poco avrebbe visto il suo scioglimento. Quel delitto, continua Vecchio, è lo spartiacque per molti di quelli che avevano fatto il ’68 e che nove anni dopo, se non si fossero fermati, avrebbero visto aprirsi le porte delle carceri se non quelle degli obitori. In quell’anno nasce il movimento del ‘77 che è una sorta di secondo ‘68 ma con caratteri più violenti anche se non va confuso col terrorismo, è un movimento più disperato, se il ‘68 aveva cambiato il costume italiano, la stessa cosa non si può dire del ’77 che era contestatario soprattutto verso il PCI, reo di preparare il compromesso storico con la DC. Nel 1977 esplode definitivamente la questione della droga e il fenomeno del terrorismo, almeno quello “rosso”, i veri anni di piombo sono quelli che vanno dal 1977 al 1982 con il 1980 che resta il più terribile di tutti. Probabilmente, conclude Vecchio, il ’68 aveva creato troppe aspettative alcune delle quali andate deluse, un sentimento, quello della delusione, che molti tradussero in una violenta rivolta.

In Senza parole Muti è ancora protagonista di un altro episodio ispirato a un fatto reale, quello dell’attentato alla compagnia aerea israeliana El Al avvenuto nell’agosto del 1972 in cui due inconsapevoli ragazze inglesi salirono a bordo di un aereo con un pacco bomba. A parlare di questo e di altri casi analoghi accaduti in quegli anni è Michele Riccardi Dal Soglio, il quale sta lavorando a una pubblicazione frutto dei suoi studi e ricerche sugli attentati e i dirottamenti aerei, tanto da essere stato nominato moderatore e divulgatore della pagina specializzata - e molto selettiva - di Facebook Indagini ad alta quota. Il fenomeno delle cosiddette bomb girl risale agli anni ’40 con pochi episodi che arrivano proprio fino al 1972, si tratta però di attentati ideati a scopo di lucro in cui ignare donne viaggiavano in aereo con dell’esplosivo in valigia preparata da uomini che poi avrebbero intascato polizze assicurative. Gli attentati di tipo terroristico per mezzo delle bomb girl hanno inizio nel 1971 con due casi ai danni della El Al e falliti per difetti all’innesco degli ordigni; riguardo a quello del 1972, le ragazze sono adescate a Roma da due uomini mediorientali che si fingevano libanesi e vengono convinte ad andare in Israele, con tanto di biglietto aereo in regalo, dove sarebbero state ospitate dai loro famigliari ai quali avrebbero dovuto consegnare dei pacchi dono da parte dei due “libanesi”. L’aereo partì in ritardo e la bomba, a tempo e non barometrica, esplose in volo senza fare troppi danni anche perché El Al aveva fatto rinforzare le stive dei suoi 707 dopo i precedenti attacchi.

Dal 1972 al 1986 non si registrano casi analoghi finché non arriva quello più clamoroso. A Londra Ann-Marie Murphy, irlandese incinta del secondo figlio – il primo lo aveva perso prima del parto – viene convinta dal suo compagno Nizar Hindawi, col quale aveva una relazione da quasi tre anni e che sapeva fosse giordano, di recarsi in Israele dove l’avrebbe raggiunta qualche giorno dopo per sposarla. Hindawi, in realtà siriano, sistemò nella valigia della sua donna del Semtex pronto a esplodere in volo; a Heathrow i funzionari della El Al si insospettirono di alcune risposte di Murphy alle loro domande in cui la donna tentava di nascondere di essere la compagna di un giordano. Braccato dalla Polizia, Hindawi si rifugiò nell’ambasciata siriana e questo causò la rottura delle relazioni diplomatiche fra Londra e Damasco che ripresero solo quando Hindawi si consegnò alle autorità inglesi. Alla domanda se esistono casi analoghi a quelli delle bomb girl ma con ruoli invertiti, Riccardi Dal Soglio ricorda gli sporadici casi, specie nella RAF tedesca e nel terrorismo mediorientale, di uomini consapevoli di entrare nella lotta armata spinti dalla forte personalità, se non qualcosa di più, da quelle donne, poche ma molto importanti, che hanno fatto la storia del terrorismo internazionale. 

Scheda del film
I nuovi mostri di Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi - 1977 - 90’
Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Ornella Muti, Ugo Tognazzi

Casualmente un cardinale (Gassman) entra in una chiesa di periferia occupata da una riunione del ‘collettivo parrocchiale’: con una predica l’alto prelato convince i credenti a rinunciare alla loro protesta. Una bella e giovane autostoppista (Muti), per respingere le avances dell’uomo che le ha offerto un passaggio, gli fa credere di essere una terrorista: l’uomo estrae una pistola e spara. Un esponente della nobiltà romana (Sordi) presta soccorso a un ferito e tenta di farlo ricoverare in un ospedale senza riuscirci: tanto vale riportarlo dov’era. Il marito (Tognazzi) di una cantante che le fa anche da agente, pur di non perdere la sua ‘gallina dalle uova d’oro’, ai primi sintomi di abbassamento della voce la convince a farsi operare alla gola, un’operazione rischiosissima. Seguono altri cinque episodi che come i precedenti raccontano i molti vizi e le poche virtù degli italiani.

Produzione Dean Film, distribuzione Titanus. Uscita cinema 22 dicembre 1977; prima tv Rete4 19 dicembre 1983, prima tv Rai Rai2 15 novembre 1987 (primi dati rilevabili). Candidato all’Oscar miglior film straniero 1979.

Fonti
audirai.rai.it
imdb.com
Radio Corriere Tv n. 32 del 7/13 agosto 1977
Rivista del Cinematografo, 2 marzo 1978
Radio Corriere Tv n. 48 26 novembre - 2 dicembre 1978
Radio Corriere Tv n. 51 del 18 dicembre 1983
Concetto Vecchio Ali di piombo, Rizzoli 2007
Conversazione con Adriano De Micheli, 15 marzo 2021
Conversazione con Concetto Vecchio, 15 marzo 2021
Conversazione con Michele Riccardi Dal Soglio, 16 marzo 2021

Per gentile concessione della Direzione Comunicazione della Rai.