"La stanza del figlio": 20 anni fa la Palma d'Oro a Nanni Moretti

Intervista al regista romano

54esima edizione del Festival di Cannes (maggio 2001), Nanni Moretti con La stanza del figlio conquista la Palma d'Oro per il Miglior film. Sono passati 23 anni dall'ultimo riconoscimento del prestigioso premio ad un'opera cinematografica italiana: nel 1978 Ermanno Olmi se l'era aggiudicata con il suo L'albero degli zoccoli. Una curiosità: l'attrice norvegese Liv Ullmann era presente in giuria sia nel '78 che nel 2001.


Nanni Moretti ringrazia per la Palma d'Oro. Cannes, giugno 2001

Il fatto di partire favorito non mi aveva per niente rassicurato, anzi, mi innervosiva. Anche perché, giustamente, la giuria segue i propri gusti, non è influenzata assolutamente dall'accoglienza de pubblico
Nanni Moretti

Miglior film 2001 anche ai David di Donatello (oltre che Migliore attrice protagonista, Laura Morante e Migliore colonna sonora, di Nicola Piovani) e ai Nastri d'Argento lo stesso anno, La stanza del figlio ha vinto 5 Ciak d'Oro e 2 Globi d'Oro. 

Al centro della storia raccontata dal film il tema della morte e della sofferenza profonda e indicibile che quella di un figlio può provocare, con le ripercussioni inevitabili sui rapporti famigliari. Il protagonista, lo psichiatra Giovanni (interpretato dallo stesso Moretti), la moglie Paola (Laura Morante) e la figlia della coppia Irene (Jasmine Trinca) con la morte di Andrea (Giuseppe Sanfelice) si smarriscono, ognuno chiuso nel proprio dolore e smarriscono il filo del rapporto affettivo che li lega.

Una scena del film "La stanza del figlio", 2001

Non c'è immagine più irreale del volto bianco di un figlio adolescente morto e adagiato in una bara, non c'è strazio più gelido che sentire alle spalle i necrofori che di quella bara portano il coperchio, non c'è fragore più lancinante di una saldatrice che la chiude, di un martello che l'inchioda 
Natalia Aspesi su La Repubblica

La narrazione morettiana del dolore all'ennesima potenza - quella per la scomparsa di un figlio adolescente - procede senza sbavature, affidandosi, soprattutto nei momenti più drammatici, a toni anche crudi per evitare il facile inciampo nel melodramma. Con questo film la critica riconosce al regista romano "una nuova maturità nella definizione di uno stile sempre più essenziale e raffinato". Il suo maggiore merito è quello di aver affrontato un soggetto complesso, in cui era "difficile essere più minimalisti e più densi, più spogli e più commoventi, più sensibili e meno ammiccanti. Si possono mantenere gli occhi asciutti, ma si resta posseduti da quei genitori con i quali continuamente ci si identifica" (Les Echos).

Nel cast anche Stefano Accorsi, Silvio Orlando e Claudio Santamaria.

Nelle immagini un'intervista "a caldo" al regista Nanni Moretti, realizzata dalla Rai a Cannes subito dopo la premiazione.