Il Fellini Museum di Rimini

Omaggio al Maestro della sua città natale

Il Fellini Museum non intende interpretare il cinema del regista riminese come opera in sé conclusa, come sacrario o omaggio alla memoria, ma esaltare l’eredità culturale di uno dei più illustri registi della storia del cinema

Inaugurato nell'estate del 2021 a Rimini e inserito dal Ministero della Cultura tra i grandi progetti nazionali dei beni culturali, il Fellini Museum riunisce in "un unicum concettuale e ideale" più luoghi della città dove Federico Fellini è nato il 20 gennaio 1920. Sono tre infatti i punti cardinali del centro storico lungo cui si articola il polo museale: le 16 sale tematiche di Castel Sismondo, la rocca malatestiana del Quattrocento; il settecentesco Palazzo del Fulgor che a piano terra ospita il Fulgor, la leggendaria sala cinematografica che Fellini trasferisce sulla pellicola nel suo Amarcord, riallestita con le scenografie progettate dal Premio Oscar Dante Ferretti. Infine, a fare da trade d'union ai due edifici, l'area urbana di piazza Malatesta con le sue aiuole verdi, le arene per gli spettacoli, installazioni artistiche e un grande velo d’acqua che suggerisce alla memoria l’antico fossato del castello. Al centro della piazza una grande panca circolare che rievoca le scene finali di .

A guidarci in questo viaggio alla scoperta della vita e delle opere di Federico Fellini, Marco Leonetti, responsabile della Cineteca di Rimini e del Fellini Museum. La prima tappa è il Fulgor, lo storico cinema di Corso d'Augusto, il luogo che segna l'incontro fatale tra Federico bambino e il cinema. Qui vide i primi film, tra questi il primissimo: Maciste all’inferno, a cui - pare - assistette seduto sulle gambe del padre. Divenuto ragazzo, fece un patto con il direttore della sala e in cambio dei suoi disegni ottenne l'ingresso gratuito per sé e per i suoi amici. 



Castel Sismondo, nella sala dedicata a Giulietta Masina ("Le strade di Giulietta"), la grande attrice moglie e musa del Maestro, incontriamo Francesca Fabbri Fellini. Figlia di Maria Maddalena Fellini, sorella di Federico, Francesca è la nipote di "zio Chicco", come lo chiamava da bambina. Ricorda con affetto gli zii, suoi padrini di battesimo, l'amore che li ha uniti per 50 anni e soprattutto la zia Giulietta, "lo spippolo" come l'aveva soprannominata lui.

Giulietta ha detto una cosa bellissima: Voi pensate che stare accanto ad un genio sia una cosa straordinaria, e infatti lo è. Ma bisogna saper abbozzare
Francesca Fabbri Fellini



Dalla Masina a Mastroianni, dalla musa ispiratrice all'alter ego del regista cui è dedicata la sala "L'arco di Marcello".

Marcello Mastrianni veniva apprezzato da Fellini per la sua duttilità, per la sua versatilità, per la sua capacità di mettersi al servizio del regista
Marco Leonetti



Fellini testimone ed interprete, attraverso i suoi film, del Novecento, a partire dagli anni Quaranta. Fellini affascinato da tutti gli elementi imprevedibili, strani e stravaganti dell'esistenza, dalla dimensione del soprannaturale e dal mistero che si cela dopo la morte. Fellini che credeva nel "potere dei nomi" e per questo sceglieva con attenzione i titoli dei suoi film, sempre evocativi di qualcos'altro. Come "Amarcord" che, spiega Leonetti, fu pensato non tanto per il significato immediato di "io mi ricordo", quanto soprattuto "per il suo suono quasi cabalistico". La dimensione del mistero richiama quella del sogno. E' ormai parere comune che l'opera di Fellini non si possa comprendere e rivelare fino in fondo senza considerare il ruolo del sogno nel processo creativo. 

I sogni sono la principale fonte di ispirazione dei film di Fellini. Sono l'alimento, il nutrimento della sua immaginazione.
Marco Leonetti

Trascritti e illustrati da Fellini stesso nell'arco di trent'anni e poi raccolti nel famoso volume Il libro dei sogni, è qui che si ricompone la materia più personale ed intima, imaginifica del regista riminese. E indubbiamente tutto il cinema di Federico Fellini trova nella dimensione onirica e nelle ossessioni autobiografiche la sua miniera di originalità. 


Una delle pagine del "Libro dei sogni" esposte nella sala omonima del Fellini Museum di Rimini

Il percorso di Rai Cultura alla scoperta del Fellini Museum si conclude a Piazza Malatesta, la "Piazza dei Sogni", dove una grande panca circolare, simbolo del film , vuole rappresentare la solidarietà, la voglia di stare insieme, di condividere, di ritrovarsi. Come ci spiega l'ingegner Chiara Fravisini, coordinatrice del Progetto Fellini Museum.