Il Circolo di Vienna. Superamento della metafisica ed empirismo logico

Una comune insoddisfazione per la filosofia

L`epistemologo Carl Gustav Hempel (1905 – 1997), professore emerito di filosofia presso l`Università di Princeton (New Jersey, U.S.A) illustra la nascita dell`empirismo logico, descrivendone le radici storiche e teoriche all’interno del Circolo di Vienna, che raccoglieva persone non originariamente studiose di filosofia, e il cui organizzatore, il filosofo Moritz Schlick (1882 – 1936), era anch’egli di formazione scientifica.

Nel Circolo vi erano molti matematici […] e vi era un importante sociologo, Otto Neurath, che dev’essere menzionato particolarmente poiché i suoi concetti fondamentali differivano, in alcuni punti importanti, da quelli degli altri membri del Circolo, e anche perché alcune delle idee che egli aveva formulato in termini pragmatistici in filosofia, hanno acquisito, di recente, una nuova preminenza
Carl Gustav Hempel

Partendo da una comune insoddisfazione nei confronti della filosofia, che non era riuscita a compiere progressi nella soluzione dei problemi metafisici, gli aderenti al Circolo la confrontarono con il lavoro scientifico, in cui il progresso era, invece, manifesto. Il problema fondamentale della filosofia, per il Circolo di Vienna, stava nel modo in cui venivano formulate le domande.

Le dottrine metafisiche erano ritenute prive di contenuto empirico e, quindi, considerate come dei “non sensi letterari”, oppure espresse con un uso non descrittivo del linguaggio.
I problemi metafisici, quindi, non essendo scientifici, non potevano essere risolti, caso mai disciolti per mezzo di quello che Rudolf Carnap (1891 – 1970) chiamava “il superamento della metafisica attraverso l’analisi logica del linguaggio”.


Da Rai Teche, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, 1989