Maria Bettetini. Immagine

Tra verità e finzione

Maria Bettetini, intervistata al Festival della Filosofia di Modena 2018 Verità, parla dell'idea di immagine, tra verità e finzione, partendo dall’antica Grecia. L’idea greca di immagine presenta un’infinità di ambiguità e di contrasti, si pensi alla prima descrizione di un’immagine greca che è quella dello scudo di Achille nell’Iliade, dove vengono descritti dei fatti che avvengono in successione: è un’immagine che è già in movimento come nel cinema. Quando pensiamo all’architettura greca come dominata dal bianco, ci sbagliamo perché i templi greci erano vistosamente colorati, come anche le case con colori che oggi giudicheremmo troppo sgargianti. L’immagine è sempre stata un problema per la filosofia perché se Aristotele diceva che con l’immagine si conosce di più, per Platone l’immagine allontana dal vero quindi dalla conoscenza. Anche le religioni hanno atteggiamenti differenti nei confronti delle immagini:  per il cristianesimo, a differenza che per l’Islam e l’ebraismo Dio può essere raffigurato e questo ha dato vita in Europa alla grande storia dell’arte del Medioevo e del Rinascimento. Nel mondo di oggi per difenderci dal’invasione di immagini spesso false la Bettetini propone di usare anche l’intelligenza oltre che il senso della vista, diventando alfabetizzati nel mondo delle immagini. Come diceva Agostino di Ippona, davanti a un testo scritto si è portati subito a dare un’interpretazione, mentre davanti a un’immagine si è portati prima a dire se piace o meno e poi eventualmente a dare un’interpretazione, ma noi dovremmo invece sempre riuscire a unire queste due cose. 

Tutti gli uomini traggono godimento dal sapere, ma che il maggior godimento si ha nel guardare, nel senso della vista, perché con la vista si colgono maggiori differenze.
Aristotele 

Maria Bettetini (Milano,1962 - 2019) è stata docente di Estetica e Filosofia delle Immagini presso lo IULM di Milano, ha insegnato Storia della Filosofia Medievale all’università Ca’ Foscari di Venezia. Traduttrice e curatrice di diverse opere di Agostino (tra cui le Confessioni, il De musica, il De magistro, il De mendacio e il De ordine), si è occupata di estetica della visione e ha indagato le radici antiche e medievali di alcuni temi portanti del pensiero contemporaneo, come la funzione del linguaggio, il rapporto tra menzogna e verità, lo statuto dell’immagine e le forme dell’esperienza d’amore. Tra i suoi libri: Breve storia della bugia. Da Ulisse a Pinocchio (Milano 2001); Figure di verità. La finzione nel Medioevo occidentale (Torino 2004); Contro le immagini. Le radici dell’iconoclastia (Roma-Bari 2006); Introduzione a Agostino (Roma-Bari 2008); Quattro modi dell’amore (Roma-Bari 2012); La bellezza e il peccato. Piccola scuola di filosofia (Milano 2015); Distruggere il passato. L’iconoclastia dall’Islam all’Isis (Milano 2016).