Pier Aldo Rovatti. La convivenza

L'importanza del gioco

Pier Aldo Rovatti, intervistato al Festival della Filosofia di Modena del 2016, parla del problema della convivenza. 
Noi conviviamo con noi stessi e con noi stessi entriamo in conflitto e facciamo i conti con noi stessi e possiamo convivere con gli altri solo quando consideriamo gli altri come se fossero soggetti come noi. Abbiamo bisogno di diventare stranieri per noi stessi, dobbiamo introdurre un elemento di estraneità, pensare che non sappiamo chi siamo, che c’è un’alterità proprio dentro noi stessi. Questa consapevolezza ci rende più rispettosi verso gli altri, che hanno valori diversi dai nostri.

 

Rovatti afferma che la consapevolezza dell’importanza del gioco ci rende molto più modesti e accoglienti. Il gioco ci insegna a perdere, perché nel gioco si può vincere e perdere, spesso anche al di là dei meriti personali. Noi dobbiamo fare nostra l’esperienza della perdita, del perdere senza farne un dramma e questa esperienza secondo Rovatti è fondamentale per instaurare un rapporto di accoglienza con gli altri.



Pier Aldo Rovatti è professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Trieste. Dirige la rivista aut aut. Si è occupato di fenomenologia e della svolta nichilistica novecentesca ed è stato tra i coniatori del “pensiero debole”. Il serrato confronto con gli esiti paradossali delle filosofie della soggettività lo ha portato a evidenziare il significato filosofico di dimensioni emblematiche come quelle del silenzio, del pudore, della follia e del gioco. Tra i suoi libri: Abitare la distanza. Per un’etica del linguaggio (Milano 1994); Introduzione alla filosofia contemporanea (Milano 1996); Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale (Milano 1998); La follia in poche parole (Milano 2000); Guardare ascoltando (Milano 2003).

Condividi