Simone Pollo. Morte e bioetica

Ridiscutere la definizione di morte

Simone Pollo - ricercatore in filosofia presso l'università La Sapienza - traccia un excursus storico del dibattito sulla morte in ambito bioetico, dibattito emerso alla metà del XX secolo in seguito ai primi trapianti di organi e alla rianimazione cardio-polmonare. Tali eventi costrinsero la società e la stessa filosofia a ridiscutere la definizione di morte, che fino ad allora era stata molto meno problematica.

Le condizioni di stato vegetativo, ad esempio, implicano che l'organismo continua a vivere biologicamente pur in assenza di esperienze coscienti. Le nuove tecnologie mediche consentono tale sopravvivenza, e sta al singolo individuo decidere se sottrarsi a quella che può essere considerata una non-vita o meno.

Molto spesso in ambito etico si fa riferimento al termine "natura" per indicare il modo "giusto" di curarsi, di procreare o di morire. Il termine natura, però, non è neutro perché carico di significati morali di volta in volta diversi: la natura per la chiesa cattolica, ad esempio, può essere differente dalla natura per il senso comune. Un modo "naturale" di morire - ossia senza l'intervento di un altro essere umano - è quasi impossibile nella nostra società tecnicamente e medicalmente evoluta, una società che prolunga o mantiene la vita in condizioni prima impensabili.

Sul terreno del fine-vita le varie concezioni generalizzanti, che implicano un modo "appropriato" di morire uguale per tutti, si scontrano con i diritti dei singoli che, ad esempio, non vorrebbero sopravvivere in stato vegetativo. Il testamento biologico - ancora non in vigore in Italia - è uno degli effetti concreti che ha avuto la riflessione etico-filosofica al riguardo. Si tratta di una disposizione lasciata da una persona in vista dell'eventuale caso in cui sia impossibilitata ad usufruire del consenso informato, ovvero se accettare o rifiutare certe terapie mediche. Simone Pollo analizza le obiezioni al testamento biologico e le relative contro-obiezioni.

Riguardo l'eutanasia, Simone Pollo fa notare come spesso si confondano la sospensione delle cure con l'eutanasia vera e propria. In questo secondo caso una persona può richiedere di essere attivamente aiutata a morire nel momento in cui si trovi in certe condizioni di salute. Bisogna anche distinguere l'eutanasia così come era stata concepita, ad esempio, dal nazismo dall'attuale discussione sul tema, che verte sulla piena estensione di un diritto individuale riguardo la propria morte in caso di malattia terminale.

 

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