Alessandro D'Avenia. Il potere della parola tra poesia e filosofia

Dal mondo greco alla tradizione cristiana

Alessandro D’Avenia, scrittore e insegnante, intervistato in occasione delle Romanae Disputationes, sul tema Linguaggio e mondo. Il potere della parola, espone i punti fondamentali della sua lezione magistrale dal titolo Il potere della parola tra poesia e filosofia
Il discorso di D’Avenia è incentrato intorno alla figura di Ulisse.

Il potere della parola viene inteso come resa. A che cosa si arrende l’uomo per trovare le parole che diano vita? Proprio a qualcosa che lo supera. La meraviglia, che Aristotele poneva all’origine della filosofia, ha come corrispettivo gestuale nell’uomo il fatto di aprire le braccia, farle cadere lungo i fianchi, aprire il corpo, dilatare le pupille e quindi un il bisogno di ricevere da fuori qualcosa che ci aiuti a stare dentro di noi e che i greci chiamavano ekstasi: io soggiorno dentro di me, ma essendomi proiettato fuori di me, proprio perché l’uomo scopre se stesso nel rapporto con la realtà, lì dove la realtà lo mette in crisi. Ulisse è l’uomo che deve arrendersi per scoprire chi è. 

Ricevere vita dal racconto ha a che fare con l’ossessione del mondo greco per l’avere un nome, un nome riconoscibile da tutti. I greci teorizzano in maniera perfetta che cosa significa che la parola dia vita. L’Iliade finisce con il dialogo tra Achille e Priamo e nella resa Achille scopre la verità della sua debolezza. Anche nella tradizione cristiana il nome è vita, coglie la vita delle cose, la libera e ne rivela la vita nascosta.

La parola è il luogo di massima densità in cui la vita vuole essere liberata e poesia e filosofia non sono due modalità diverse di approcciarsi a un unico problema, ma l’unica intuizione di una realtà che è la vita, che cercano di approcciare in modo complementare: mentre la poesia deve rendere la cosa semplice, la filosofia la deve spiegare. 


La scuola di fronte alla sfida sul linguaggio e il potere della parola
Oltre 800 tra studenti e docenti di tutta Italia si sono trovati a sfidarsi nel concorso nazionale di filosofia per scuole superiori Romanae Disputationes sul tema “Linguaggio e mondo. Il potere della parola”. Il Concorso, giunto alla settima edizione, intende risvegliare l’interesse alla filosofia e sviluppare le capacità critiche e dialettiche degli studenti in un lavoro appassionante di rielaborazione del tema accompagnati dai loro docenti e dal contributo del mondo accademico.
Cifra della proposta di Romanae Disputationes nell’innovazione della didattica è l’incontro con i maestri dell’Università, grazie ai quali gli studenti e i docenti sono introdotti al tema e ai suoi risvolti più significativi e attuali.
Dal 13 al 15 febbraio 2020 si è svolta la convention finale di RD2020 in cui studenti e docenti di tutta Italia si sono incontrati presso il Teatro Antoniano e le aule dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna per confrontarsi e dialogare con esponenti del panorama nazionale e internazionale sul tema “Linguaggio e mondo. Il potere della parola”.
Alla pagina dedicata del sito internet è possibile vedere il video integrale della lezione:
Romanae Disputationes