Luigi Miraglia. Riflessioni sulla pandemia
Il ruolo della Chiesa
Il latinista e filologo classico Luigi Miraglia parla dei cambiamenti della nostra vita causati da un anno di pandemia e del ruolo della Chiesa.
Le parole non sono mai neutre, per cui bisogna analizzare il nuovo vocabolario che è stato introdotto. Quando si parla di smart working, per indicare il lavoro svolto a distanza senza contatto umano, si sta aggiungendo un aggettivo improprio a tale forma di lavoro per far intendere che esso sia più intelligente. L’espressione distanziamento sociale appare come un attacco al convivium, che, come dice Cicerone, indica il momento in cui la vita si mette in comune. In questa situazione la Chiesa ha mostrato atteggiamenti piuttosto diversi: da una parte moltissimi religiosi sono impegnati nell’alleviare le difficoltà del prossimo, dall’altra c’è un’amplificazione della paura, che non vede levarsi voci contrarie. Miraglia ricorda che nel 1350 più di un milione di pellegrini raggiunsero Roma senza paura per il Giubileo in piena epidemia di peste nera che falcidiava l’Europa con milioni di morti.
Luigi Miraglia ha conseguito la laurea in Lettere classiche presso l’Università di Napoli “Federico II”, con una tesi di letteratura cristiana antica. Ha poi conseguito il dottorato in Filologia classica presso l’Università di Salerno, con un lavoro sulla storia della didattica delle lingue classiche dal III al XVIII secolo. Ha insegnato nei licei di Stato, nella Scuola di specializzazione all’insegnamento dell’Università di Salerno e nella Pontificia Università Salesiana. Ha fondato l’Accademia Vivarium novum nel 1991 e nel 1998, su impulso di Gerardo Marotta e Giovanni Pugliese Carratelli, ha avviato il progetto di un Campus internazionale per giovani di tutto il mondo, che ha oggi la sua sede nella borrominiana Villa Falconieri di Frascati. Dirige l’Accademia, dove insegna letteratura neolatina (sec. XIV-XVIII). Ha partecipato a numerosi simposi e progetti culturali in diversi Stati d’Europa, d’America e d’Asia e ha organizzato e diretto importanti convegni internazionali come “Latino sì, ma non così” (Procida-Vivara, 1991), “Docere” (Napoli-Montella, 1998), “Humanitas” (Napoli, 2007), “Litterarum vis” (Szeged-Budapest, 2008), “Monumenta viaeque” (Roma, 2010), “Humanitas renascens” (Roma 2014), “Virtus contra furorem” (Roma 2015), “Posse renasci” (Roma 2016), “Patria diversis gentibus una” (Roma 2017), “Homo ludens” (Roma 2018), “Communis hereditas” (Roma 2019), “Dignitas hominis et humanitatis officia” (Roma 2019), “Humani generis concordia” (Roma 2019), “Natura naturans” (Roma 2019), “Magnum miraculum homo” (Roma 2019) e “Global forum on the promotion of humanism through classical education” (Hangzhou, Cina, 2019). È autore di vari libri e articoli, prevalentemente sull’insegnamento del latino e del greco, sulla storia della didattica, sulla letteratura neolatina; è direttore della rivista «Mantinea» e membro ordinario dell’Academia Latinitati Fovendae e della Pontificia Academia Latinitatis.
Le parole non sono mai neutre, per cui bisogna analizzare il nuovo vocabolario che è stato introdotto. Quando si parla di smart working, per indicare il lavoro svolto a distanza senza contatto umano, si sta aggiungendo un aggettivo improprio a tale forma di lavoro per far intendere che esso sia più intelligente. L’espressione distanziamento sociale appare come un attacco al convivium, che, come dice Cicerone, indica il momento in cui la vita si mette in comune. In questa situazione la Chiesa ha mostrato atteggiamenti piuttosto diversi: da una parte moltissimi religiosi sono impegnati nell’alleviare le difficoltà del prossimo, dall’altra c’è un’amplificazione della paura, che non vede levarsi voci contrarie. Miraglia ricorda che nel 1350 più di un milione di pellegrini raggiunsero Roma senza paura per il Giubileo in piena epidemia di peste nera che falcidiava l’Europa con milioni di morti.
È vero che bisogna essere attenti ad evitare i contagi, ma nello stesso tempo sembra che l’unica religione del nostro occidente sia quella di salvare la vita biologica e questo è molto triste perché porterà ad un umanità non più umana e alla fine della civiltà.
Luigi Miraglia ha conseguito la laurea in Lettere classiche presso l’Università di Napoli “Federico II”, con una tesi di letteratura cristiana antica. Ha poi conseguito il dottorato in Filologia classica presso l’Università di Salerno, con un lavoro sulla storia della didattica delle lingue classiche dal III al XVIII secolo. Ha insegnato nei licei di Stato, nella Scuola di specializzazione all’insegnamento dell’Università di Salerno e nella Pontificia Università Salesiana. Ha fondato l’Accademia Vivarium novum nel 1991 e nel 1998, su impulso di Gerardo Marotta e Giovanni Pugliese Carratelli, ha avviato il progetto di un Campus internazionale per giovani di tutto il mondo, che ha oggi la sua sede nella borrominiana Villa Falconieri di Frascati. Dirige l’Accademia, dove insegna letteratura neolatina (sec. XIV-XVIII). Ha partecipato a numerosi simposi e progetti culturali in diversi Stati d’Europa, d’America e d’Asia e ha organizzato e diretto importanti convegni internazionali come “Latino sì, ma non così” (Procida-Vivara, 1991), “Docere” (Napoli-Montella, 1998), “Humanitas” (Napoli, 2007), “Litterarum vis” (Szeged-Budapest, 2008), “Monumenta viaeque” (Roma, 2010), “Humanitas renascens” (Roma 2014), “Virtus contra furorem” (Roma 2015), “Posse renasci” (Roma 2016), “Patria diversis gentibus una” (Roma 2017), “Homo ludens” (Roma 2018), “Communis hereditas” (Roma 2019), “Dignitas hominis et humanitatis officia” (Roma 2019), “Humani generis concordia” (Roma 2019), “Natura naturans” (Roma 2019), “Magnum miraculum homo” (Roma 2019) e “Global forum on the promotion of humanism through classical education” (Hangzhou, Cina, 2019). È autore di vari libri e articoli, prevalentemente sull’insegnamento del latino e del greco, sulla storia della didattica, sulla letteratura neolatina; è direttore della rivista «Mantinea» e membro ordinario dell’Academia Latinitati Fovendae e della Pontificia Academia Latinitatis.