L'eclissi dell'uomo nell'epoca dell'intelligenza artificiale

La regressione del quoziente intellettivo umano

Paolo Ercolani parla degli effetti delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale sullo sviluppo dell’intelligenza umana.
Per circa un secolo, da quando nei primi del Novecento si cominciò a misurare il quoziente intellettivo delle persone, abbiamo assistito a un graduale ma costante aumento. Ciò fino al 2009, quando hanno cominciato ad emergere degli studi che documentavano una regressione.

L’epoca degli smartphone, ma anche delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale in genere, è quella in cui non per caso l’intelligenza umana regredisce.

Del resto, cos’altro potrebbe accadere, considerando che chi si occupa del cervello biologico (per esempio gli insegnanti) viene pagato in media cento volte in meno di chi lavora con l’intelligenza artificiale?!

Però, calcolando che l’intelligenza è la facoltà specifica con cui l’uomo opera nel mondo (e vi sopravvive), dobbiamo chiederci se non si stiano ponendo le basi per l’eclissi dell’umano, almeno come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. 


Paolo Ercolani insegna Filosofia dell’educazione, Storia della filosofia e Teoria e tecnica dei nuovi media presso l’Università di Urbino. Si occupa di liberalismo e del passaggio epocale dalla società industriale a quella in Rete. Scrive per varie testate, tra cui “L’Espresso” e ha collaborato con “la Lettura” del “Corriere della Sera” e con Rai Educational Filosofia. Fondatore e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio filosofico, è autore di vari articoli e libri, tra cui, Il Novecento negato. Hayek filosofo politico (Perugia 2006); System Error. La morte dell’uomo nell’era dei media (Perugia 2007); La storia infinita. Marx, il liberalismo e la maledizione di Nietzsche (Napoli 2011); L’ultimo Dio. Internet, il mercato e la religione stanno costruendo una società post-umana (Bari 2012); Qualcuno era italiano. Dal disastro politico all’utopia della Rete (Milano 2013); Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio (Venezia 2016) e Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa (Venezia 2019).